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Un'Italia "sconcia": i nomi di questi piatti sono scurrili, ma anche divertenti

Un viaggio nei piatti sconci d'Italia: alla zizzona agli spaghetti alla puttanesca, passando per il brandacujun e il pollo cusutu 'nculu.

Pollo intero con patate 123rf
Gustoso pollo intero con patate al forno

Luogo che vai tradizioni gastronomiche che trovi, piatti sconci compresi. In Italia ne abbiamo tanti, alcuni irriverenti solo nel nome, altri nella forma e altri ancora sia nel nome che nell’aspetto. Oltre la malizia, un’altra cosa li accomuna: il gusto, sempre delizioso. Scopriamo quali sono le preparazioni più osé e perché si chiamano così.

Piatti sconci: dalla pasta alla puttanesca a quella dei cornuti

In Italia abbiamo tantissime ricette che hanno fatto la storia delle tradizioni gastronomiche locali, ma soltanto alcune vantano nomi sconci che più sconci non si può. Parliamo di piatti particolari, per alcuni trasgressivi e maliziosi al limite della decenza. Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di preparazioni che, nella forma o nelle modalità di consumo, non hanno niente di così stravagante.

Pensiamo, ad esempio, alla famosissima pasta alla puttanesca. La Campania e il Lazio si contendono la paternità, ma gli ingredienti sono sempre gli stessi: spaghetti, olive nere, capperi e sugo a base di pomodoro, olio d’oliva, aglio, origano e acciughe. Sull’origine del nome non esiste un’unica versione. Secondo una tesi, sembra che ad aver deciso di chiamare il primo piatto così sia stato un oste romano, lo stesso che l’ha inventato per gli avventori di una casa di appuntamenti della Capitale.

Un’altra teoria, tira in ballo Sandro Petti, uno dei titolari di un famoso locale sull’isola di Ischia negli anni Cinquanta. Sembra che l’uomo, non avendo nulla di pronto da offrire ai suoi ospiti, abbia inventato i celebri spaghetti quando uno dei commensali gli suggerì: "Prepara una puttanata qualsiasi". Una terza e ultima tesi, invece, fa riferimento al libro Naples at table di Arthur Schwartz, che sostiene che la pasta sia nata nei Quartieri Spagnoli, a Napoli, precisamente in una casa di piacere, con lo scopo di rifocillare i clienti.

Tra i piatti sconci più famosi d’Italia troviamo anche la pasta dei cornuti o dei becchi, che altro non è che il primo condito con burro e parmigiano. Come suggerisce il nome, questa ricetta è figlia di un tradimento. Secondo la leggenda, una donna tradiva assiduamente il marito e non avendo tempo per la cucina gli rifilava ogni giorno una veloce pasta in bianco con burro e parmigiano.

Invitante piatto di spaghetti alla puttanesca 123rf

Invitante piatto di spaghetti alla puttanesca

Tour nei piatti sconci d’Italia: il "sesso" trionfa

Ovviamente, il sesso è il fil rouge dei piatti sconci e, in un modo o nell’altro, lo troviamo in tutte le preparazioni più irriverenti, spesso proprio nell’aspetto. Pensiamo ai cazzetti d’angelo, una pasta a forma di fallo, oppure ai pisarei piacentini, gnocchetti che somigliano a un piccolo pene che in dialetto locale si chiama proprio pisarell.

Non solo, che dire dei coglioni di mulo abruzzesi o delle palle del nonno di Norcia? Entrambi salumi, il primo si riferisce a una mortadella di Campotosto, in provincia de L’Aquila, mentre il secondo a un salame tipico norcino. Ovviamente, si vendono in coppia. A forma di fallo sono anche i cazzilli di patate palermitani, piccole crocchette di purè con prezzemolo, mentuccia a aglio.

Per quanto riguarda il ‘sesso’ femminile, invece, a trionfare, nella forma e nel nome, è il seno femminile. Ne abbiamo diversi di esempi, come: la famosa zizzona di Battipaglia (gustosa mozzarella di bufala), le minni di virgini o le minne di Sant’Agata (dessert tradizionali siciliani) e le sise delle monache (dolci abruzzesi).

Tornando ai piatti sconci solo nel nome, abbiamo la pasta alla checca, ricetta tipica romana con pomodoro, mozzarella e basilico. Secondo una teoria, il suo nome viene dalla cuoca che l’ha inventato, ossia Francesca, mentre altri sostengono che sia legato a un termine omofobo richiamato dalla presenza del finocchietto in una versione della ricetta. Restando nella Capitale troviamo il cazzimperio, un pinzimonio nato nell’età imperiale che deve il suo nome al mestolo detto cazza utilizzato durante la preparazione. Idem per la cassoeula lombarda, che richiama la cazzuola, ossia il mestolo.

Invece, gli arnesi che si usano in cucina non c’entrano nulla con il brandacujun, un antipasto ligure a base di stoccafisso mantecato con le patate, da mangiare spalmato su crostoni di pane con pinoli e olio extravergine di olive taggiasche. La tradizione vuole che il nome sia legato alla mantecatura, quindi al brandare, compito noioso che veniva affidato al "cujun" del gruppo, ossia a chi non aveva gli attributi per fare altro. Secondo qualcuno, però, il "cujun" era il capofamiglia che quando mescolava lo stoccafisso con le patate faceva sbattere la pentola contro le parti intime.

Concludiamo il nostro tour nei piatti sconci d’Italia con una ricetta assai particolare, che nel nome racchiude tutto il suo essere: il pollo cusutu ‘nculu tipico della Puglia, soprattutto del Salento. Un pollo "cucito nel sedere", quindi un pollo ruspante ripieno.

pasta alla checca IPA

Squisita pasta alla checca

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