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La cucina nel 2050 cambierà drasticamente e ci sarà anche lo zampino dell'intelligenza artificiale

La cucina nel 2025 sarà molto diversa rispetto a oggi: il cibo continuerà a essere fondamentale per i rapporti sociali, ma l'intelligenza artificiale avrà l'ultima parola su tutto.

Intelligenza artificiale pianifica e personalizza i pasti 123rf
Intelligenza artificiale pianifica e personalizza i pasti

Proiettarsi nel 2050 per capire come sarà la cucina del futuro non è così complicato, ma, visto il risultato di un recente studio, non è così entusiasmante, o almeno non lo è completamente. Neanche a dirlo, l’intelligenza artificiale farà da padrone, con tanto di scarti trasformati in nuove pietanze per mezzo di stampanti 3D. Non proprio una distopia, ma una realtà simile, che forse alle vecchie generazioni fa un po’ paura.

Come sarà la cucina nel 2050? Ce lo dice uno studio

Quasi tutte le nostre nonne trascorrevano le loro giornate in cucina, preparando una quantità di manicaretti con cui avrebbero potuto sfamare l’intero vicinato. La generazione successiva si è pian piano allontanata dai fornelli e nel 2050 la situazione cambierà ancora di più. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dalla futurologa alimentare Morgaine Gaye e dal climatologo dell’Università di Oxford Joseph Poore in collaborazione con HelloFresh.

Secondo gli studiosi, tra 25 anni le modalità di produzione, acquisto e preparazione dei pasti cambieranno moltissimo, se non del tutto. Considerando che, secondo le stime, nel 2050 la popolazione mondiale avrà superato i 10 miliardi di persone, una modifica delle abitudini culinarie è anche normale. Eppure, non tutte le tendenze evidenziate dagli esperti sono entusiasmanti.

Iniziamo con le belle notizie. La prima tendenza a cui assisteremo? I pasti "comunitari". Questo significa che ci sarà una specie di ritorno al passato, quando nei quartieri o nei rioni si allestivano lunghe tavolate a cui tutti erano invitati. Il cibo continuerà a giocare un ruolo importante, sia per quel che riguarda le relazioni sociali che per gli aspetti emotivi di ciascun individuo. Inoltre, si tornerà a dare valore ai piatti fatti in casa e ai prodotti che arrivano direttamente dall’orto, magari da coltivazioni collettive. Gli aspetti negativi di questo trend sono due: le ricette di famiglia tramandate tramite database multigenerazionali e i banchetti che, grazie agli ologrammi, si potranno condividere con persone che sono fisicamente lontane.

La seconda bella notizia riguarda l’agricoltura urbana, che via via sarà sempre più integrata nelle città. Dagli orti condivisi alle coltivazioni verticali: ognuno cercherà di crearsi un piccolo spazio per l’autoproduzione. Non solo, ci sarà un’altra tendenza entusiasmante: la riscoperta dei raccolti "antichi". Torneranno in auge tutte quelle colture dimenticate, che tutelano la biodiversità e sono capaci di crescere e resistere in condizioni climatiche sfavorevoli.

Cesto con frutta e verdura di stagione 123rf

Cesto con frutta e verdura di stagione

La cucina nel 2050: tra novità positive e cambiamenti distopici

In cucina, nel 2050, saranno protagonisti alcuni alimenti che oggi sono considerati di nicchia. Parliamo di cibi come: teff, fonio, kiwicha, kañihua e fagioli di marama, ingredienti base di ricette tipo le zuppe, le insalate, il porridge e diversi prodotti da forno e dolci. Inoltre, verranno favoriti tutti quei prodotti in grado di assorbire gas serra invece che emetterlo (come vongole, mitili e ostriche) e ridotti quelli di origine animale. Neanche a dirlo, sarà l’intelligenza artificiale a manovrare i fili, assumendo un ruolo centrale in ogni campo.

Sarà l’AI a stabilire la dieta delle persone, attingendo ai dati sanitari in tempo reale. Fornirà ricette su misura, ingredienti e porzioni. Come se non bastasse, metterà fine all’abitudine della spesa settimanale, incentivando i servizi di box ricette a domicilio, e pianificherà i pasti basandosi sull’offerta del mercato. Non solo, frutta e verdura "imperfette" verranno valorizzate, mentre gli scarti saranno trasformati in nuove pietanze tramite stampanti 3D. In altre parole, l’intelligenza artificiale farà il possibile per abbattere, o almeno ridurre lo spreco alimentare.

Ultima grande novità in cucina? Gli abiti che coltivano cibo. Sì, avete letto bene: l’abbigliamento diventerà una fonte di autosufficienza alimentare. Per rendere l’idea, pensate a un piumino che, oltre a proteggere dal freddo, è in grado di produrre e conservare erbe aromatiche, micro-ortaggi o fonti di proteine vegetali. Dove? Nelle tasche, ovviamente. È faticoso immaginare un capo di questo tipo, ma siamo pronti a scommettere che anche in questo caso ci sia lo zampino dell’intelligenza artificiale.

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