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Dalla genovese alla zuppa inglese: questi nomi di piatti ti mentono e nascondono dei segreti

Dalla genovese al coniglio di tonno, passando per il babà e i tortellini bugiardi: ecco tutti i nomi dei piatti ingannevoli che, sicuramente, hanno 'truffato' anche voi.

Proprietà e caratteristiche dell'insalata russa 123RF
Insalata russa molto invitante

Le tradizioni gastronomiche di tutto il mondo, Italia compresa, sono zeppe di nomi di piatti ingannevoli. Si tratta di preparazioni che pur citando un ingrediente nel nome non lo contengono al loro interno, oppure ‘fingono’ di appartenere a una determinata area geografica. Probabilmente, non sono imbrogli intenzionali, ma semplici conseguenze di un misunderstanding.

Alla scoperta dei piatti ingannevoli: i nomi più comuni

Siamo talmente abituati a mangiare alcuni piatti che non ci accorgiamo, o forse non ci siamo mai accorti, che hanno nomi ingannevoli. Pensiamo, ad esempio, alla celebre e gustosissima zuppa inglese. Come ci insegna Pellegrino Artusi nel suo ricettario La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene, questo dolce non è affatto originario dell’Inghilterra, ma dell’Italia, precisamente della Toscana.

Il celebre gastronomo e scrittore spiega che la zuppa inglese si ottiene inzuppando i savoiardi nell’alkermes, liquore creato dai frati della Farmacia di Santa Maria Novella. Secondo un’altra teoria, questo dolce è nato nella cucina del Caffè Doney, un locale del 1800 molto frequentato dagli inglesi di Firenze. Visto che i britannici lo amavano particolarmente, il nome è stato scelto in loro onore.

Tra i piatti ingannevoli più comuni troviamo pure il pan di Spagna. Anche le sue origini sono italiane, di Genova per l’esattezza. Intorno a metà Settecento, un cuoco si recò in terra spagnola con l’ambasciatore di Genova e, in occasione di un banchetto reale a Madrid, preparò per la prima volta questo dolce. I reali apprezzarono tantissimo la ricetta e il nome venne scelto proprio come omaggio nei loro confronti.

Che dire, poi, della genovese? Questo umido di carne e cipolle tipico della cucina napoletana e usato per condire la pasta non è nato a Genova. Secondo la tradizione, si chiama così perché l’ha inventato un cuoco ligure in servizio a Napoli. Inganno simile per gli spaghetti alla milanese, che in realtà sono tipici della Sicilia. La provenienza giustifica la mancanza dello zafferano nel condimento: sono fatti con pomodori, acciughe, pangrattato e parmigiano.

Vassoio con una golosa zuppa inglese 123rf

Vassoio con una golosa zuppa inglese

I piatti ingannevoli che nessuno si aspetta

Continuando il nostro viaggio nei nomi dei piatti ingannevoli ci troviamo davanti a due preparazioni non italiane, che di certo hanno tratto in inganno anche voi. Stiamo parlando del plum pudding e del plum cake. Entrambi contengono la parola prugne, ma questo frutto non compare in nessuna delle due preparazioni.

Un altro dolce ‘mentitore’, che sicuramente vi farà spalancare la bocca per lo stupore, è il babà. Anche se è una delle ricette tipiche di Napoli, sembra che abbia origini polacche o alsaziane e sia arrivata nella città ai piedi del Vesuvio solo nella seconda metà dell’Ottocento. Si racconta che agli inizi del 1700, il pasticcere Nicola Stohrer, fondatore dell’omonima pasticceria parigina ancora oggi esistente, lavorò per un periodo nel castello alsaziano dove era in esiliato il re Stanislao Leszczynski. Al suo ritorno in Francia, il pasticcere aveva la ricetta del dolce inzuppato nel rum, ma si dice che a inventarlo sia stato il re polacco in persona, che lo definì "l’ennesima meraviglia di Alì Babà". Da qui, il nome babà.

Discorso leggermente diverso per l’insalata russa, visto che probabilmente non si arriverà mai a stabilire con certezza la sua paternità. In Danimarca e in Germania la chiamano insalata all’italiana, in Ungheria alla francese e in Russia alla Olivier. Qualcuno sostiene che la ricetta sia nata in Francia, dall’estro dello chef Lucien Olivier, altri in Piemonte, in onore di un diplomatico russo.

Ci sono, poi, alcuni piatti che mentono in modo spudorato. Gli esempi più eclatanti? I tortellini bugiardi (ossia vuoti), il tonno di coniglio (privo di pesce), i fagioli all’uccelletto (senza volatili), la colla di pesce (realizzata con cartilagine/ossa dei bovini o cotenna del maiale) e la panna cotta (non prevede cottura).

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