5 curiosità che devi proprio conoscere sulla trippa, nella sua giornata
Il 24 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della trippa, un alimento spesso sottovalutato e 'vittima' di leggende metropolitane da smentire.

Il 24 ottobre di ogni anno si celebra la Giornata mondiale della trippa, un piatto prelibato, che piace o non piace, non ci sono vie di mezzo. In molti, pur non avendola mai assaggiata, non la amano, magari solo perché disgustati dalle frattaglie, ma nessuno può negare i benefici che, se non si esagera con il condimento, apporta all’organismo.
- Perché si celebra la Giornata mondiale della trippa?
- Quale parte dell'animale è?
- Non è un alimento grasso
- Una digeribilità discussa
- Attenzione al colore
- Le nostre ricette della trippa
Perché si celebra la Giornata mondiale della trippa?
La Giornata mondiale della trippa si celebra il 24 ottobre, su proposta del Tripe Marketing Board che ha preso spunto dal diario di Samuel Pepys. Quest’ultimo era uno dei principali funzionari statali inglesi del XVII secolo e divenne celebre per il suo diario, in cui annotò per anni ogni aspetto della sua vita quotidiana.
Tra preoccupazioni e insicurezze, tra pensieri sulla restaurazione della monarchia e sulla grande peste del 1665, Pepys raccontò anche un’esperienza culinaria che lo lasciò di stucco. Il 24 ottobre del 1662 cenò con uno "squisito piatto di trippa". Così, questa data è stata scelta per celebrare la Giornata mondiale di un piatto nato come cibo dei poveri, che fa parte delle tradizioni gastronomiche di diverse parti del mondo: dall’Italia alla Cina, passando per il Marocco.
Gustosa trippa al sugo con foglioline di menta
Quale parte dell’animale è?
La trippa è una frattaglia che si ricava da diverse parti dello stomaco di bovini o suini, talvolta pure ovini e caprini. Non solo carne, spesso la trippa si ottiene anche dai pesci, come il merluzzo, il tonno o il dentice. Considerando che è nato come cibo povero, per la sua realizzazione si utilizzavano tutte quelle parti dell’animale che un tempo venivano considerati "scarti dei ricchi". Oggi la materia prima è sempre la stessa, ma non esiste più (fortunatamente) questa distinzione alimentare e sociale.
Generalmente, si prepara con il rumine di manzo, ossia il primo dei quattro stomaci dei bovini. Dopo la macellazione, il rumine dev’essere raschiato, lavato accuratamente e precotto in acqua calda. Questo perché la trippa non può essere consumata grezza, quindi viene venduta già pulita e tagliata. Non solo, prima di cucinarla bisogna comunque lasciarla a bagno per almeno mezz’ora con dei pezzi di limone e poi sciacquarla sotto l’acqua corrente fredda.
Non è un alimento grasso
Forse anche a causa del suo nome, la trippa viene considerata un cibo altamente calorico, tuttavia la realtà è molto diversa. Il suo contenuto di grassi è pari al 4% e il suo apporto calorico è di sole 108Kcal/100g. Inoltre, ha un elevato contenuto di proteine (18%, identico a quello della carne di vitello), sodio, calcio, fosforo, ferro e varie vitamine del gruppo B (tiamina, riboflavina e niacina).
A renderla un piatto estremamente grasso è il condimento. Dal pomodoro alla pancetta, passando per la carne macinata, il lardo, le uova, il formaggio, i fagioli e varie verdure e spezie: la trippa si cucina in tanti modi, perfino fritta. Per tradizione, deve essere accompagnata da sughi sostanziosi, golosi e tutt’altro che dietetici.
Una digeribilità discussa
Appurato che la trippa è un alimento a basso tenore di grassi, veniamo a una questione spinosa: la digeribilità. Se il condimento è ricco e pesante, vien da sé che l’assimilazione da parte dell’organismo umano sia più difficile e complicata. Inoltre, non bisogna dimenticare che parliamo di un alimento ricco di tessuto connettivo che, pur non essendo grasso, si trasforma in gelatina con l’ebollizione. Pertanto, purché sia ben cotta e senza condimenti esagerati (spezie comprese), è di discreta digeribilità.
Attenzione al colore
La trippa al naturale, che difficilmente si trova in commercio, ha un colore grigio-verdastro e deve essere sottoposta a un lungo processo per essere pulita al meglio. Generalmente, questo compito spetta al macellaio. In vendita la troviamo già depurata e lessata, con un bel colorito bianco candido. Ed è proprio su questo aspetto che bisogna soffermarsi.
Per ottenere questo colore, la trippa viene sottoposta a lavaggi con diverse sostanze, tipo perossido di idrogeno, acqua ossigenata e idrossido di sodio. Pertanto, durante l’acquisto assicuratevi della provenienza e, se possibile, scegliete produzioni artigianali. In ogni modo, prima di cucinarla non dimenticate mai di sciacquarla più volte con acqua corrente per eliminare il forte odore e il sapore di disinfettante.
















