Perché si dice che il miele non va mai a male e che non scade?
Il miele non scade mai, verità o leggenda? In linea di massimo è vero, ma ci sono alcune precisazioni necessarie.

Considerato un vero e proprio elisir di benessere, il miele è conosciuto e utilizzato dagli uomini fin dall’antichità. Eppure, ancora oggi qualcuno resta a bocca aperta quando scopre che il nettare delle api non scade. Questo spiega anche perché durante l’esplorazione di piramidi e tombe egizie sono stati trovati barattoli ancora ben conservati.
- Il miele non scade: la spiegazione scientifica
- Perché sul miele c'è la data di scadenza?
- Quanto tempo dopo la scadenza si può mangiare?
- Le nostre ricette col miele
Il miele non scade: la spiegazione scientifica
In linea di massima, e presto scopriremo perché, il miele non scade e non va a male. Innanzitutto, affinché ciò sia possibile è necessario che il nettare delle api venga conservato correttamente, il che significa tenerlo in un barattolo ben sigillato posizionato in un luogo buio, asciutto e lontano da fonti di calore eccessive. Sicuramente, vi starete chiedendo: e la scadenza riportata su tutte le confezioni? Questo è un altro discorso, ma procediamo per gradi.
Il miele grezzo naturale, ossia quello che non prevede l’aggiunta di altre sostanze, è composto principalmente da zucchero e da una piccola percentuale di acqua. Questa sua composizione risulta poco ‘appetibile’ per i batteri e le muffe, che non riescono ad attecchire e a riprodursi. Come se non bastasse, la sua densità lo rende inospitale per i microrganismi che, a causa della mancanza di ossigeno e del ph molto basso (tra il 3 e il 4,5 contro il 6,5/7 ideale per i batteri), non riescono a svilupparsi.
Dulcis in fundo, nel miele ci sono anche diversi enzimi, in particolare il perossido di idrogeno, meglio conosciuto come acqua ossigenata, che vanta ottime proprietà antimicrobiche. Di conseguenza, pure questa ‘presenza’ contribuisce a rendere difficile la crescita dei microrganismi.

Barattolo di miele
Perché sul miele c’è la data di scadenza?
Il miele non scade proprio grazie alla sua composizione: una buona quantità di zuccheri, poca acqua, ph acido ed enzimi adatti lo rendono poco soggetto alla formazione di muffe e di batteri. A questo punto, una domanda sorge spontanea: perché i barattoli che acquistiamo hanno sempre la data di scadenza?
Per legge, tutti i prodotti che vengono immessi in commercio devono avere l’etichetta con la lista degli ingredienti e la scadenza. Questo è un primo motivo, legato alla sicurezza dei consumatori. Il secondo, è un po’ più tecnico e riguarda proprio le diciture delle etichette. Se ci fate caso, il miele non reca mai la scritta "da consumarsi entro", ma "da consumarsi preferibilmente entro…". Quest’ultima indica il termine minimo di conservazione per la qualità ottimale, ossia avverte che dopo la data indicata il prodotto potrebbe aver perso alcune caratteristiche organolettiche.
In altre parole, superata la data indicata in etichetta, il miele è ancora sicuro e buono, ma potrebbe aver perso un po’ di gusto o consistenza.
Quanto tempo dopo la scadenza si può mangiare?
Appurato che il miele non scade, ci sono alcune precisazioni da fare. Innanzitutto, questa ‘regola’ vale per i prodotti grezzi, che non presentano sostanze aggiuntive e non sono "raffinati", e che vengono conservati correttamente, quindi in un contenitore chiuso, in un luogo buio, asciutto e lontano da fonti di calore eccessive.
In ogni modo, si consiglia di consumarlo comunque entro tre anni dalla sua produzione per non rischiare l’alterazione delle proprietà organolettiche, quindi cambiamenti di colore, odore e gusto.