Forse non lo sapevi, ma le etichette della frutta sono commestibili
Le etichette della frutta (ancora non tutte) sono compostabili e commestibili, ma è comunque bene non mangiarle.

Anche se da anni si sta cercando di rendere più sostenibile possibile il packaging degli alimenti, ancora oggi è possibile ritrovarsi tra le mani mele, arance & Co. con un fastidioso bollino appiccicato sulla buccia. Quasi nessuno, però, sa che parecchie etichette della frutta sono commestibili e compostabili.
- Le etichette della frutta sono commestibili?
- Le etichette sono commestibili, ma è meglio non mangiarle
- Meglio comprare frutta senza adesivi
Le etichette della frutta sono commestibili?
Le etichette della frutta, anche se per alcuni consumatori rappresentano una seccatura, sono fondamentali perché, come per tutti gli altri alimenti, forniscono una sorta di carta d’identità di ciò che si sta acquistando. Onde evitare equivoci, è bene sottolineare fin da subito che il packaging dei cibi fa riferimento al Regolamento MOCA (Materiali e Oggetti a Contatto con Alimenti) e ad altre normative europee che garantiscono la sicurezza di ciò che si utilizza per l’imballaggio.
Inoltre, entro il 2028 in tutta Europa bisognerà usare materiali compostabili per alcuni tipi di confezioni, tra cui le etichette adesive su frutta e verdura. Ed è proprio su questi adesivi che vogliamo soffermarci: alcuni di loro, infatti, sono già adibiti per il compostaggio e, in più, sono pure commestibili.
Sì, avete letto bene: si possono mangiare senza correre alcun rischio. Sia chiaro, non parliamo di un consumo abitudinario, ma di etichette che se dovessero essere ingerite in modo accidentale non provocherebbero alcun disturbo intestinale. Questo è possibile perché vengono utilizzati materiali non dannosi per l’organismo umano. Parliamo di carta edibile al 100%, con scritte fatte con inchiostro alimentare e incollati al prodotto con una colla sempre alimentare.

Donna al supermercato che compra avocado
Le etichette sono commestibili, ma è meglio non mangiarle
Entro il 2028 tutte le etichette di frutta e verdura dovranno essere commestibili e compostabili, tanto che l’Unione Europea sta studiando un regolamento ad hoc. Eppure, quanti sono disposti a ingoiare gli adesivi in modo consapevole? Non stiamo parlando di alimenti come le ostie decorative per torte o pasta di zucchero, ma di un adesivo che, anche se si può mangiare, resta sempre un adesivo. Non a caso, quanti lo hanno ‘assaggiato’ ritengono che sia simile a un chewing gum del tutto insapore.
Poi, c’è un’altra questione che non possiamo fare a meno di evidenziare. A meno che si scelgano prodotti biologici e a chilometro zero, i cibi affrontano un lungo viaggio per arrivare in negozio e, come se non bastasse, passano di mano in mano. Le normative sul trasporto degli alimenti sono chiare, ma non sempre, anzi quasi mai vengono rispettate.
Sicuramente prima di mangiare frutta o verdura, tutti provvediamo al lavaggio, eppure se ci soffermassimo a pensare a tutte le mani che lo hanno toccato prima di noi proveremmo una sensazione poco piacevole, forse di disgusto.
Meglio comprare frutta senza adesivi
Come abbiamo già sottolineato, l’etichetta è molto importante perché rappresenta la carta d’identità di ogni prodotto. Tuttavia, basterebbe inserire queste informazioni sul cartello di vendita per evitare lo spreco di carta, inchiostro e colla. Ancora più inutile è l’adesivo, che molte aziende incollano sul singolo frutto con lo scopo di garantire qualità e freschezza al consumatore.
Anche perché non si tratta di un semplice sticker. Per renderlo commestibile e compostabile, le aziende devono spendere fior fior di soldi per avere tutti i documenti necessari, comprese le analisi e i permessi delle autorità di riferimento. Ovviamente, l’utente finale è, come si suol dire, cornuto e mazziato: paga di più il prodotto per avere un adesivo che non ha ragion d’essere. In conclusione, meglio acquistare frutta senza sticker, oppure rimuoverlo prima del consumo.