Il gesto che trasforma il caffè da buono a perfetto: mescolarlo
Non importa se lo prendete amaro, il caffè va sempre mescolato perché soltanto in questo modo le sue componenti vengono uniformate.

Mescolare il caffè (spoiler, anche quando non si mette lo zucchero) è d’obbligo e non è una questione di galateo. La buona educazione o le giuste regole di consumo non c’entrano nulla, ne va proprio del gusto dell’espresso: per la serie, se non usi il cucchiaino godi solo a metà.
- Perché bisogna sempre mescolare il caffè?
- Il gusto è una questione di chimica
- Il ruolo della temperatura
Perché bisogna sempre mescolare il caffè?
Per 9 italiani su 10, il caffè non è soltanto una bevanda, ma un vero e proprio rito quotidiano a cui è impossibile rinunciare. I numeri lo confermano: nel Belpaese si bevono più di 95 milioni di espressi al giorno, oltre 1.100 tazzine al secondo. Con questi dati, l’Italia è il settimo Paese al mondo per consumo pro capite (5,5 kg), dietro a Finlandia (10,5 kg), Svezia (9 kg), Danimarca (7,4 kg), Brasile (6,4 kg), Canada e Germania (6,2 kg). Nonostante questa passione sfrenata per l’oro nero, siamo pronti a scommettere che non tutti prestano attenzione "all’arte" di mescolare il caffè.
Non importa se lo consumate con o senza zucchero, se vi mettono il cucchiaino sul piattino c’è un motivo: il caffè va sempre e comunque mescolato. Ovviamente, questo errore è appannaggio quasi esclusivo di quanti lo bevono amaro. D’altronde, è assolutamente normale che il pensiero di non zuccherarlo e usare comunque il cucchiaino appaia del tutto sbagliato.
Eppure, gli estimatori dell’oro nero sanno benissimo che, senza mescolare l’espresso, si ottiene un gusto finale che non esprime tutto il suo potenziale. Insomma, è come possedere una Ferrari e viaggiare soltanto con la terza marcia inserita.
Bere il caffè a fine pasto
Il gusto è una questione di chimica
Anche se mescolare il caffè senza zucchero sembra un gesto assurdo, gli esperti assicurano che la realtà è completamente diversa. Di mezzo c’è la chimica, non la libera interpretazione, ma procediamo per gradi. Si fa presto a dire espresso, motivo per cui spesso dimentichiamo che si tratta di una bevanda molto complessa, formata da diversi composti con caratteristiche chimiche differenti, tipo peso molecolare, solubilità e volatilità.
Questa sua composizione variegata fa sì che alcune sostanze possano distribuirsi in concentrazioni leggermente diverse tra la superficie e il fondo della tazzina. I composti più volatili e leggeri, tipo furani e aldeidi, che tra l’altro conferiscono note fruttate, floreali, nonché caramello e nocciola, tendono a salire in superficie. Al contrario, quelle più pesanti, come la caffeina e gli acidi clorogenici, mirano verso il basso.
Pertanto, non mescolare il caffè equivale a non distribuire uniformemente le sue componenti. Soltanto usando il cucchiaino si riesce a creare un perfetto equilibrio tra aromi e sapori, intensità e complessità comprese.
Il ruolo della temperatura
Mescolare il caffè è sempre importante, ma una piccola precisazione sulla temperatura è doverosa. Molti componenti dell’espresso sono solubili, si disperdono più facilmente in acqua calda e la loro estrazione è più efficace a temperature elevate. Questo, ad esempio, è il motivo per cui l’oro nero dà il meglio di sé quando viene servito su bicchierini bollenti (non a caso, le macchine dei bar sono dotate di scalda-tazzine).
All’interno di una tazzina, o di qualunque altro contenitore, il liquido non si raffredda in maniera uniforme. Pertanto, mescolarlo prima di berlo significa migliorare la distribuzione dei composti e ristabilire il gusto armonioso originario anche se la temperatura non è più ottimale.

















