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Cosa c'è di vero (e cosa no) sul fatto che la anguria può esplodere?

Sì, a volte l’anguria esplode e il fenomeno ha cause precise che vanno dal caldo agli zuccheri fino alle condizioni di crescita

Anguria, un must have della spesa di agosto
Anguria, immancabile nel carrello della spesa di agosto

Succede davvero: sì, talvolta l’anguria esplode. Ma niente effetti speciali, niente frutti che rimbalzano per la cucina come in una commedia estiva: è un fenomeno molto più sobrio, anche se quando capita può cogliere di sorpresa.

Può rompersi, sprigionare succo e persino emanare un odore insolito. A volte è colpa del caldo, a volte del tempo che ha passato in dispensa o in frigorifero, altre ancora di processi naturali invisibili dall’esterno. Eppure, proprio per il suo aspetto curioso e un po’ misterioso, l’idea che un’anguria possa scoppiare da sola continua ad affascinare e a far parlare.

Cos’è davvero l’esplosione dell’anguria?

Quando si parla di questo fenomeno, l’immagine che viene in mente è quella di un frutto che salta in aria, ma in realtà si tratta di qualcosa di molto più semplice: una rottura improvvisa della buccia, spesso accompagnata da un suono secco e inaspettato. Può essere un taglio netto che attraversa la scorza o una crepa irregolare da cui fuoriescono polpa e succo, a volte anche con un leggero schiocco.

L’effetto è sorprendente perché di solito arriva senza preavviso: il frutto sembra perfettamente integro, e poi all’improvviso si apre. Può succedere in dispensa, in frigorifero o persino all’aperto, quando l’anguria è ancora nel punto vendita o nel luogo di raccolta. Il bello (e il curioso) è che non esiste un’unica condizione che porta a questa rottura: possono esserci fattori legati al clima, allo stato di maturazione o a processi invisibili dall’esterno. È questa imprevedibilità a renderlo un piccolo mistero della stagione estiva.

I segnali di un’anguria esplosa

  • Crepa evidente sulla buccia: può essere netta o irregolare, con bordi sollevati e a volte con polpa visibile;
  • Rumore improvviso: chi si trova vicino può sentire un "pop" o un crack secco, simile a un palloncino che scoppia;
  • Fuoriuscita di liquido: dal punto di rottura può colare succo, talvolta leggermente schiumoso;
  • Odore insolito: se c’è stata fermentazione, il profumo ricorda quello dell’alcol o della frutta troppo matura;
  • Polpa modificata; all’interno può presentarsi spugnosa, con bolle d’aria o schiuma, segno che i gas interni hanno esercitato pressione fino a rompere la buccia.

Perché può succedere?

La rottura improvvisa di un’anguria ha sempre a che fare con la pressione interna, ma i motivi per cui questa aumenta possono essere diversi. Uno dei più frequenti è la fermentazione naturale: come documentato in studi di microbiologia alimentare (tra cui quello del Journal of Food Protection), tutto inizia se il frutto è molto maturo e viene conservato a temperature elevate.

Per via di tutto ciò, i lieviti e i batteri presenti sulla polpa iniziano a trasformare gli zuccheri in alcol e anidride carbonica. Il gas prodotto resta intrappolato all’interno, spingendo contro la buccia fino a provocarne la spaccatura.

Un’altra causa comune è la maturazione eccessiva: man mano che il frutto invecchia, la buccia perde parte della sua elasticità, diventando più fragile. Allo stesso tempo, la polpa accumula liquidi e zuccheri che aumentano la pressione interna, soprattutto se la temperatura cambia rapidamente. In casi estremi, basta un piccolo sbalzo termico per far cedere la scorza.

Infine, in alcune coltivazioni si possono verificare rotture precoci nei campi. L’uso eccessivo di fertilizzanti azotati o la somministrazione irregolare di acqua durante la crescita possono accelerare lo sviluppo del frutto al punto da generare una pressione interna anomala. Ci sono stati casi segnalati in Cina, documentati anche dalla BBC, in cui le angurie si sono letteralmente aperte da sole ancora attaccate alla pianta, a causa di un concime troppo potente.

Cosa fare per non farlo accadere?

Ridurre il rischio che un’anguria si apra da sola è soprattutto questione di conservazione e tempistiche. La prima regola è gustarla quando è al giusto punto di maturazione. Un’anguria fresca, consumata entro pochi giorni dall’acquisto, non solo riduce al minimo il rischio di spaccature improvvise, ma conserva al meglio dolcezza e succosità, garantendo quella sensazione estiva di freschezza che la rende così amata.

Se cercate dei modi alternativi per godervela, sappiate che ce ne sono tanti: sì può fare alla griglia, si può trasformare in gelato, la si può gustare in forma di crema o ci si può cimentare nella ricetta del gelo di melone, dolce siciliano dal fascino irresistibile.

Se invece non potete mangiarla subito, dovete evitare di tenerla per troppo tempo a temperature elevate: il caldo accelera sia la maturazione sia la possibile fermentazione interna. In casa è preferibile riporla in un luogo fresco e asciutto, oppure in frigorifero, ma senza esporla a sbalzi termici eccessivi.

È utile anche scegliere frutti integri, senza crepe o ammaccature: piccoli danni alla buccia possono facilitare la penetrazione di microrganismi e accelerare i processi che portano alla rottura. Una volta tagliata, la polpa va coperta e consumata entro pochi giorni, per evitare che zuccheri e umidità favoriscano lo sviluppo di gas.

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