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Stanno lavorando a un progetto per permettere a tutti di coltivare la carne in casa

Un progetto visionario, che potrebbe ridurre drasticamente l'impatto ambientale dell'industria alimentare: stiamo parlando dell'iniziativa che consente di coltivare la carne in casa.

Piatto con carne coltivata in casa 123rf
Piatto con carne coltivata in casa

Presto, grazie a un innovativo progetto giapponese, tutti potremmo coltivare carne in casa. Non servono né un laboratorio, né tantomeno strumenti costosi o introvabili, ma un kit economico, composto anche da oggetti di uso quotidiano. L’intenzione, infatti, è quella di rendere il cibo accessibile a chiunque.

Il progetto per coltivare carne in casa

Fino a qualche anno fa sarebbe stata pura fantascienza anche solo ipotizzare la carne coltivata, mentre tra poco si potrebbero addirittura trovare semplici kit per l’autoproduzione. Il merito è dello Shojinmeat Project, un’iniziativa no-profit di biohacking nata nel 2014 e diretta dall’ex ingegnere chimico Yuki Hanu.

Lo scopo è produrre carne direttamente nella propria abitazione, senza allevare e uccidere animali, partendo da poche cellule e lavorandole all’interno di un bioreattore domestico. In altre parole, si riproducono gli stessi processi che solitamente si fanno in laboratorio, ma con strumentazioni accessibili pure alle persone comuni.

La speranza di Hanu e di tutta la sua squadra è di riuscire a espandere il progetto il più possibile, catturando anche l’attenzione dei ristoratori. In effetti, se l’autoproduzione interessasse chiunque, si potrebbe davvero fare la differenza e ridurre drasticamente l’impatto ambientale dell’industria della carne. Ovviamente, questo è un sogno in grande, ma consentiteci di viaggiare con la mente.

scienziato che tiene la capsula con carne coltivata in laboratorio 123rf

Scienziato che tiene la capsula con carne coltivata in laboratorio

Il procedimento step by step

Ipotizziamo di voler creare in casa carne di pollo. Secondo le indicazioni del progetto giapponese, si dovrebbe partire da un uovo da fecondare. Le sue cellule vanno coltivate a una temperatura di circa 37° gradi e a un pH a 7,4, quindi leggermente alcalino. Affinché le cellule crescano correttamente, però, serve un supporto ad hoc, in gergo tecnico uno scaffold. In alternativa, si può usare una qualsiasi piastra rivestita di collagene.

Le cellule animali, poi, devono essere nutrite con un mezzo di coltura contenente zuccheri, amminoacidi, vitamine e minerali. La soluzione più semplice viene suggerita sempre dagli studiosi del Shojinmeat Project: una delle tante bevande sportive. A questo punto il gioco è fatto, non bisogna fare altro che attendere e veder ‘crescere’ i frutti del proprio lavoro.

Attenzione all’igiene

Coltivare carne in casa, a patto che si abbiano gli strumenti necessari, non è così difficile, ma c’è una regola che non può mai essere accantonata, ignorata o presa alla leggere: l’igiene deve essere più che rigorosa. Il motivo è intuibile: si rischiano contaminazioni da batteri o muffe. A tal proposito, i ricercatori giapponesi consigliano di usare l’albume d’uovo, che contiene enzimi naturali antibatterici.

I "difetti"

Al momento, questa iniziativa ha solo due pecche: lo scarso rendimento e la consistenza. Si ottengono, infatti, quantità di carne quasi irrisorie e di una consistenza priva di struttura. Per intenderci, parliamo di circa un grammo di tessuto animale coltivato, insufficiente per la preparazione di qualunque ricetta al mondo, e di una texture simile a quella della salsiccia. In ogni modo, il progetto giapponese rappresenta un enorme passo avanti verso un’alimentazione più sostenibile ed etica.

Quanto costa il kit di autoproduzione

Shojinmeat Project mette a disposizione di chiunque una lista degli strumenti necessari per iniziare a coltivare carne in casa. In linea di massima, un kit ad hoc viene intorno ai 400 euro, una cifra più che accessibile, ma ci teniamo a sottolineare che diversi degli oggetti indicati sono di uso comune, per cui è facile che siano già presenti in ogni abitazione.

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