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Il colore delle carote non è sempre stato arancione: ecco com'era prima

Le carote non sono nate di colore arancione: un tempo avevano un'altra tonalità e un gusto leggermente diverso rispetto a quello che conosciamo oggi.

Mazzi di carote fresche 123rf
Mazzi di carote fresche e carnose

Nell’immaginario collettivo, le carote hanno un solo e unico colore, l’arancione. Eppure, questo ortaggio tanto amato, in principio non era di questa tonalità. Soltanto intorno al XVII secolo ha assunto l’aspetto con cui le conosciamo oggi, inizialmente più per questioni politiche che per motivi legati alla bontà.

Di che colore erano le carote un tempo?

Per la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, le carote sono solo ed esclusivamente arancioni. Eppure, prima del XVI secolo, la realtà era molto diversa. Originario dall’Afghanistan, questo ortaggio un tempo era per lo più di una tonalità tra il porpora e il viola, ma ne esistevano anche varietà bianche, gialle, rosse, verdi e nere. A dimostrazione di ciò, basta guardare alcuni dipinti dell’epoca come La venditrice di ortaggi di Pieter Aertsen.

Ma, come si è arrivati all’arancione? Bisogna ringraziare gli agricoltori olandesi che, per ringraziare Guglielmo d’Orange di averli liberati dalla dominazione spagnola, iniziarono a mescolare varie sementi di carote con lo scopo di ottenere una bella tonalità aranciata. Ovviamente, il colore non venne scelto a caso, ma proprio in omaggio al cognome della dinastia che ancora oggi regna in Olanda. La storica rivolta dei Paesi Bassi contro il dominio spagnolo, iniziata nel 1568, si è conclusa nel 1648 con l’indipendenza della regione.

Così i contadini olandesi, oltre ad aver conquistato la libertà, hanno ottenuto un nuovo ortaggio, perché a cambiare non è stato solo il colore, ma anche il gusto. Questa ‘scoperta’ è stata talmente importante che ha influito pure su alcune scelte ‘popolari’ successive. Pensiamo, ad esempio, alle nazionali sportive dei Paesi Bassi che sono arancioni e hanno un soprannome che non lascia spazio a dubbi: "oranges".

Carote lunghe e affusolate 123rf

Carote lunghe e affusolate

Meglio la carota viola o quella arancione?

Oggi in commercio si trovano soprattutto le carote arancioni, ma questo non significa che le varietà di un tempo siano completamente scomparse. In Italia, ad esempio, esistono diverse coltivazioni dell’ortaggio violaceo, specialmente in Puglia, nelle zone di Polignano a Mare, in provincia di Bari, e nei pressi di Tiggiano, vicino Lecce.

Sono coltivazioni minori che, a oggi, non possono assolutamente essere equiparate a quelle della carota aranciata. Il motivo è presto detto: gli olandesi non riuscirono soltanto a dare un colore diverso all’ortaggio, che tra l’altro venne subito considerato più gradevole alla vista, ma anche un gusto migliore.

Una precisazione è d’obbligo. All’epoca della sua scoperta, tra il XVI e il XVII, i colori scuri delle carote venivano spesso associati al demonio e alla malvagità, per cui non erano troppo apprezzate. Pertanto, quando assunsero un’altra ‘veste’, la popolazione iniziò a guardarle con occhi diversi.

Per quanto riguarda il sapore, l’ortaggio viola era amarognolo, motivo per cui non piaceva a tutti, mentre quello arancione risultò fin da subito più dolce. Ancora oggi, ovviamente, è così, quindi le carote che siamo abituati a consumare sono di gran lunga più gustose della varietà originaria. È doveroso sottolineare che pure quelle violacee continuano ad avere ammiratori, soprattutto perché ricche di antiossidanti.

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