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Una regione sensibilizza chi raccoglie i funghi: cresce l'allerta

La raccolta dei funghi è un'esperienza che piace a tutti, ma quando diventa pericolosa è bene fare un passo indietro: in una regione italiana è scattata l'allerta.

Un uomo stringe funghi appena raccolti tra le mani 123rf
Un uomo stringe funghi appena raccolti tra le mani

Sempre più persone si appassionano ai funghi, ma in pochi sanno che la raccolta non è libera. O meglio, lo è solo se si è in possesso di un apposito documento e si rispettano determinate norme. Fino a qualche anno fa, era necessario un "patentino", ma le regole adesso sono diverse e quello che sta accadendo in una regione italiana dimostra che non sempre i cambiamenti sono positivi.

Allerta per la raccolta funghi: crescono le intossicazioni

Nel 2024, il Centro Antiveleni di Pavia aveva annunciato un aumento delle intossicazioni da funghi, con 600 casi trattati, 4 decessi e un trapianto di fegato. Adesso, anche se il 2025 deve ancora terminare, sappiamo che i numeri sono nuovamente in crescita. Com’è possibile che, con tanta informazione a disposizione, si facciano errori che mettono in pericolo la propria vita e quella degli altri? Molto probabilmente, perché in molti si dedicano alla raccolta di porcini & Co. senza averne competenza.

La dimostrazione arriva dalla Direzione centrale salute del Friuli Venezia Giulia che, dopo aver visto crescere gli accessi al pronto soccorso con sintomi da intossicazione di funghi, ha deciso di sensibilizzare quanti si avventurano per i boschi del territorio in cerca di galletti o altre specie. Con una nota, si ricorda che in tutte le Aziende sanitarie nazionali sono e devono essere presenti gli ispettorati micologici, che hanno il compito di "fornire ai cittadini le corrette indicazioni per la raccolta".

La Direzione centrale salute del Friuli ha sottolineato: "Visto l’incremento delle persone che si presentano ai pronto soccorso con i sintomi da intossicazione, vanno ricordate e rispettate le semplici ma non eludibili regole per l’individuazione, la raccolta e il trasporto delle specie commestibili". Non solo, è "importante poi, tenere in considerazione che tra le specie più frequentemente raccolte, alcune necessitano di modalità particolari e tempi più lunghi di cottura per la presenza di tossine termolabili e idrosolubili, come alcune Russule e i cosiddetti chiodini. A molti inoltre non è noto che alcuni funghi commestibili non possono essere consumati crudi".

Coppia di funghi Amanita phalloides nel bosco 123rf

Coppia di funghi Amanita phalloides nel bosco

Quali sono gli errori più comuni?

Chiaramente, tutti gli accessi al pronto soccorso sono legati a un’intossicazione, a sua volta scatenata dall’ingestione di una specie non commestibile. Secondo la Direzione centrale salute del Friuli Venezia Giulia, l’errore più comune in assoluto riguarda proprio il mancato riconoscimento del fungo.

Così come accade con il porcino malefico quasi identico al ‘fratello’ buono, anche con altri può succedere di confondere caratteri morfologici e variabilità naturale di una data specie. Ricordiamo che alcune qualità sono potenzialmente mortali, come quello più velenoso al mondo, per cui è fondamentale prestare massima attenzione e consumare un prodotto solo quando si ha la certezza della sua bontà.

In ogni modo, anche se non esiste più un patentino, per la raccolta dei funghi è necessaria un’autorizzazione che, in base alla zona di interesse, potrebbe richiedere un esame ad hoc. Inoltre, è previsto il pagamento di una tassa, il cui costo varia da regione a regione, e un limite massimo (generalmente tra i 2 e i 3 kg al giorno) da portare via.

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