L'era del pollo fritto: i fast food hanno un nuovo re
Croccantezza, varietà e dati di mercato raccontano come il pollo fritto sia ormai il piatto che guida le scelte dei fast food nel mondo

Non serve attraversare l’oceano per accorgersene: anche qui da noi, quando si parla di fast food, il pollo fritto è sempre più presente nei menu e nelle preferenze dei consumatori. Dalle grandi catene internazionali alle versioni più locali, è diventato il piatto capace di catturare l’attenzione e di spostare le scelte di chi cerca qualcosa di veloce ma sfizioso.
La domanda è semplice ma intrigante: perché proprio il pollo, e perché adesso? Non si tratta solo di gusto o di tendenze passeggere: ci sono numeri che raccontano un fenomeno globale e motivazioni concrete che spiegano come questo piatto, apparentemente semplice, sia diventato un protagonista del settore.
- Occhi puntati sul pollo fritto
- Perché tutta questa attenzione?
- Ma il pollo è meglio degli hamburger?
Occhi puntati sul pollo fritto
La crescita non è solo percezione: i dati, infatti, raccontano un’espansione solida. Come riporta il Wall Street Journal, nell’ultimo anno le catene chicken-centric negli Stati Uniti hanno registrato un aumento delle vendite di quasi il 9%, mentre quelle dei burger si sono fermate poco sopra l’1%.
E non si tratta di un fenomeno confinato oltreoceano. Secondo una ricerca di Cognitive Market Research, l’Europa rappresentava già nel 2023 oltre il 32% del fatturato globale del pollo fritto da asporto, con una domanda in continua crescita. Insomma, il mercato mondiale conferma la tendenza: dai 6,9 miliardi di dollari del 2024 si prevede una crescita fino a oltre 9,3 miliardi entro il 2029.
Numeri che spiegano perché le grandi catene, ma anche realtà locali e regionali, stiano puntando su questo cibo come nuova bandiera, trasformandolo da "seconda scelta" a vero protagonista.
Perché tutta questa attenzione?
Ovviamente, tutto questo non è un caso. Come spiega bene Investopedia, una delle ragioni principali è economica. Il prezzo del manzo ha subito negli ultimi anni un incremento significativo, con un +11,5% solo nel 2024, contro un +3,3% del pollo nello stesso periodo.
Questo divario ha spinto molte catene a ribilanciare i menu, offrendo più opzioni "chicken based", percepite non solo come più accessibili ma anche più sostenibili a lungo termine dal punto di vista dei costi di approvvigionamento.
A questo fattore si aggiunge una questione di immagine. Il pollo è considerato da larga parte dei consumatori un alimento più "leggero" rispetto alla carne bovina e l’idea di un cibo croccante, gustoso ma meno impegnativo di un burger tradizionale ha fatto breccia soprattutto tra i consumatori più giovani, che hanno reso virale il fenomeno attraverso i social.
Infine, c’è la questione industriale. Grandi catene di fast food hanno in effetti registrato margini in crescita grazie alla maggiore domanda di pollo, tanto da investire centinaia di milioni di dollari in nuovi impianti e linee produttive. Non si tratta solo di un trend di consumo, ma di una filiera intera che si sta riorganizzando per sostenere una domanda crescente a livello globale, dall’America all’Europa, fino all’Asia.
Ma il pollo è meglio degli hamburger?
Se i dati ci hanno aiutati fino ad adesso, per rispondere a questa domanda non ci sono numeri che tengano. Tutto dipende da cosa si cerca, ma è facile capire perché tanti gli stiano facendo spazio: il pollo fritto gioca sull’effetto crunch che ti fa venire voglia del morso successivo, regge benissimo le salse (dal piccante dolce al barbecue affumicato) e si presta a mille formati.
Dal panino al boccone da condividere, non lascia quella sensazione di "peso" che spesso si associa al burger doppio con formaggio. Dall’altra parte il burger resta un’icona rassicurante, ma quando hai voglia di qualcosa che sembri più "nuovo" e scattante, il pollo dà la sensazione di cambiare ritmo senza rinunciare al gusto.
Non è una gara con un vincitore assoluto: è il momento in cui il pollo, semplicemente, riesce a raccontare meglio ciò che oggi cerchiamo dal fast food: croccantezza, varietà e quella leggerezza percepita che ti fa dire "ok, un altro morso".