Avevano lanciato un gelato che sa di latte materno, ma è già svanito nel nulla
Tra miele, note salate e un’idea di colostro bovino, il gelato al latte materno ha incuriosito giornali e social prima di sparire, lasciando dietro di sé discussioni e recensioni

Per qualche giorno ha fatto il giro dei social, dei giornali e persino dei notiziari americani. Foto di coppette color crema, commenti sorpresi e recensioni al limite dell’incredulo hanno acceso il dibattito: c’era chi lo definiva geniale e chi non riusciva nemmeno a immaginarsi il primo assaggio.
Quel gusto insolito, ribattezzato gelato al latte materno, è diventato in poco tempo l’oggetto di una curiosità collettiva. Una trovata che ha fatto discutere più di tanti trend estivi e che, nonostante l’attenzione mediatica, si è consumata nello spazio di pochi giorni, lasciando dietro di sé solo articoli, meme e qualche recensione entusiasta.
- Quando e dove è stato lanciato?
- Conteneva davvero latte materno umano?
- I sapori e i pareri di chi l'ha provato
- Il clamore e la riuscita dell'impresa
Quando e dove è stato lanciato?
La cornice all’interno della quale è nata questa strana trovata sono gli Stati Uniti. Ci troviamo precisamente a New York, dove la catena artigianale OddFellows Ice Cream Co ha deciso di dare vita a un’iniziativa temporanea in collaborazione con il marchio per la maternità Frida. Niente è stato casuale: il particolarissimo gelato è stato presentato in occasione della settimana dedicata all’allattamento ed è stato disponibile per pochissimi giorni, dal 5 al 10 agosto.
Poteva essere acquistato in negozio (nel quartiere di Dumbo, a Brooklyn), ma non solo. Frida, infatti, ha reso possibile ordinare il gelato anche online con spedizione nazionale attraverso il proprio sito ufficiale, al prezzo di circa 12,99 dollari a barattolo, con un minimo di due per ogni ordine.
Se ve lo state chiedendo, no, adesso non si può più ordinare: la pagina è stata eliminata e al suo posto vi apparirà un insoddisfacente errore 404. La distribuzione, infatti, era limitata e destinata a chi riusciva ad aggiudicarselo prima dell’esaurimento delle scorte.
Conteneva davvero latte materno umano?
Nonostante il nome altisonante, no. Il gelato non conteneva in alcun modo latte materno umano. Era piuttosto un gioco di suggestioni costruito su ingredienti tradizionali e su un elemento particolare: il colostro bovino, ossia il primo latte prodotto dalle mucche dopo il parto. La sua colorazione gialla e la ricchezza di nutrienti lo rendono simile al colostro umano, e proprio da lì nasceva l’idea di evocare una connessione materna senza mai oltrepassare il confine biologico.
La base era quella classica: latte vaccino, panna, zucchero, tuorli d’uovo e polvere di latte scremato. A questa si aggiungevano miele e aromi tendenti al caramello salato. La presenza del colostro bovino dava invece la tonalità cromatica.
I sapori e i pareri di chi l’ha provato
Il risultato finale è stato accolto con sorpresa: diverse testate (da Business Insider a People) hanno sottolineato che il sapore era di una delicatezza inattesa. Al palato arrivava subito la dolcezza del miele, seguita da una punta di salato che ricordava il contrasto naturale del latte materno, mentre la base di panna e tuorlo garantiva cremosità e rotondità.
La presenza del colostro bovino aggiungeva una nota leggermente più corposa e un colore giallo intenso che lo distingueva da un comune gelato alla crema. Nonostante l’idea inizialmente potesse sembrare quasi provocatoria, molti assaggiatori hanno raccontato un’esperienza gradevole, rassicurante e «persino nostalgica».
Il clamore e la riuscita dell’impresa
L’esperimento ha avuto un’eco mediatica enorme, ben oltre il quartiere newyorkese in cui veniva servito. Online il gelato è diventato un fenomeno virale tra meme, commenti ironici e video su Instagram e TikTok: in pochi giorni si è trasformato da trovata di marketing a oggetto di dibattito globale, tra chi lo considerava geniale e chi lo giudicava di cattivo gusto.
Dal punto di vista commerciale, l’operazione si può dire riuscita: le scorte online si sono esaurite rapidamente e il pop-up di Brooklyn ha registrato code di curiosi pronti a provarlo gratuitamente negli orari stabiliti. La campagna di Frida, che aveva l’obiettivo di promuovere un nuovo tiralatte, ha colpito nel segno, guadagnando una visibilità internazionale ben più ampia di quella che normalmente accompagna un lancio di prodotto per la maternità.