Hai davvero provato (e cucinato) i cibi simbolo d'Italia?
Ogni regione italiana ha un piatto che la rappresenta e insieme formano un mosaico unico di profumi e storie che ti fanno venire voglia di assaggiarli tutti e di portarli anche nella tua cucina
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Hai davvero provato (e cucinato) i cibi simbolo d’Italia?
L'Italia è un mosaico di sapori che raccontano la storia delle sue terre meglio di qualsiasi libro: dal Nord montano al Sud assolato, ogni regione custodisce un piatto che è insieme memoria, identità e piacere. Ci sono simboli noti in tutto il mondo, come la pizza napoletana o la carbonara romana, sì. Ma ci sono anche specialità che parlano di tradizioni locali, come i peperoni cruschi lucani, la pampanella molisana o la torta al testo umbra. La vera sfida, oltre ad assaggiarle tutte, è anche provare a cucinarle, perché dietro a ciascuna ci sono gesti, profumi e rituali che ti portano dritto nel cuore della Penisola.
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Agnolotti del Plin (Piemonte)
Piccoli scrigni ripieni di arrosti e verdure, chiusi con un pizzico di dita che custodisce il sapore delle Langhe. Sono il piatto delle feste e se vai a Torino non puoi perderteli, ma in generale sanno trasformare anche un pranzo qualunque in un momento speciale. Se non li hai mai preparati, dovresti proprio provare la nostra ricetta.
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Arancina e arancino (Sicilia)
Croccanti fuori e cremosi dentro sia l'arancina (immancabile se vai a Palermo) che l'arancino sono protagonisti dello street food siciliano. Al netto delle guerre sul sesso di questo cibo straordinario, ogni morso racchiude profumi, dolcezze e magie che diventano feste. Farli richiede un po' d'impegno, ma cimentarsi con la ricetta non costa niente.
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Arrosticini (Abruzzo)
Spiedini semplici e irresistibili, cotti sulla brace che profuma di montagna. Sono un rito collettivo, fatto di mani che girano gli spiedi e di chiacchiere che si intrecciano attorno al fuoco. La ricetta? Non è inaffrontabile e potrebbe essere quella che svolta la tua serata in compagnia.
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Bistecca Fiorentina (Toscana)
Alta, succosa, cotta rigorosamente al sangue: se vai a Firenze devi proprio provarla, perché non è solo una bistecca. È un inno alla carne e al tempo condiviso attorno alla tavola, tra attese, sorsi di vino e convivialità. Attenzione però: la ricetta richiede cura e attenzione.