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Esistono dei cibi che diventano tossici se lasciati in auto sotto il sole: sono questi qui

Bastano pochi minuti perché il calore estivo renda certi piatti cibi tossici se lasciati in auto sotto il sole senza protezione

Cibi tossici in auto sotto il sole 123rf

D’estate l’auto diventa un forno in miniatura: bastano pochi minuti sotto il sole per trasformare il suo interno in un ambiente rovente, capace di alterare qualsiasi preparazione alimentare. Succede senza che ce ne accorgiamo, magari dopo una spesa veloce o una sosta più lunga del previsto, e ciò che abbiamo lasciato dentro non è più come lo ricordavamo.

Ci sono piatti che semplicemente perdono freschezza, altri invece che, se dimenticati in quelle condizioni, rientrano tra i cibi che diventano tossici. Non è questione di odore o aspetto: il pericolo può crescere in silenzio, spinto dal caldo e dal tempo, e quando ce ne accorgiamo è già troppo tardi.

Cosa succede al cibo in auto sotto il sole?

Quando l’auto resta parcheggiata al sole, la temperatura interna può superare facilmente i 50 °C, anche se all’esterno il termometro segna "solo" 30 °C. In questo microclima chiuso l’aria non circola, il calore si accumula e tutto ciò che contiene acqua o proteine entra in una sorta di "zona di pericolo", compresa tra 4 e 60 °C, in cui i batteri si moltiplicano a grande velocità.

A rendere il tutto più insidioso è il fatto che le tossine prodotte da alcuni microrganismi resistono anche a una successiva cottura: non basta riportare il piatto sul fuoco per annullare il rischio. Così, tra caldo, umidità e assenza di refrigerazione, le condizioni all’interno di un’auto possono diventare ideali per lo sviluppo di contaminazioni invisibili, in grado di compromettere la sicurezza di ciò che andremo a mangiare.

Cibi tossici in auto sotto il sole 123rf

Quali cibi non vanno lasciati in auto sotto il sole?

  • Carne e salumi;
  • Pesce e molluschi;
  • Latticini e derivati;
  • Uova e preparazioni che le contengono;
  • Frutta e verdura fresche;
  • Piatti pronti e avanzi.

Come vedremo a breve, ognuna di queste "macrocategorie" presenta dei rischi che non devono mai essere trascurati.

Carne e salumi

  • Pollo crudo: in condizioni di calore può favorire la crescita di Salmonella e Campylobacter già in un paio d’ore, cosa che porta a diarrea, febbre e dolori addominali anche gravi.
  • Macinato di manzo: il caldo accelera la proliferazione di ceppi patogeni di Escherichia coli, che possono causare crampi, diarrea emorragica e, nei casi più seri, insufficienza renale;
  • Salumi affettati: la temperatura elevata aumenta il rischio di Listeria monocytogenes, responsabile di infezioni potenzialmente letali per anziani, donne in gravidanza e persone immunodepresse.

Pesce e molluschi

  • Cozze: se lasciate al caldo muoiono in poche ore e possono accumulare tossine naturali prodotte da alghe, con conseguenti intossicazioni gastrointestinali anche severe;
  • Gamberi: temperature alte favoriscono Vibrio vulnificus, batterio che può causare setticemia e, nei casi più gravi, decesso in soggetti vulnerabili;
  • Pesce crudo: specie come tonno e sgombro possono sviluppare istamina in quantità pericolose, provocando la cosiddetta intossicazione scombrotossica con sintomi simili a una reazione allergica;

Latticini e derivati

  • Latte fresco: sopra i 4 °C si deteriora rapidamente e può ospitare batteri coliformi e Listeria, causando gastroenteriti e, nei soggetti fragili, infezioni più gravi;
  • Formaggi freschi (mozzarella, ricotta): l’aumento di temperatura favorisce microrganismi patogeni responsabili di nausea, vomito e febbre;
  • Yogurt: la catena del freddo interrotta può portare a contaminazioni batteriche che provocano disturbi gastrointestinali.

Uova e preparazioni che le contengono

  • Uova crude: il caldo accelera la proliferazione di Salmonella enteritidis, che può provocare febbre, dolori addominali e diarrea intensa;
  • Maionese fatta in casa: altissimo rischio di contaminazione batterica, con possibili intossicazioni caratterizzate da nausea, vomito e crampi;
  • Dolci a base di crema pasticcera: la combinazione di uova e latte crea un ambiente ideale per batteri che causano diarrea e febbre.

Frutta e verdura fresche

  • Fragole: il caldo favorisce muffe e batteri, con rischio di disturbi intestinali soprattutto se il frutto è lavato e già tagliato;
  • Insalate pronte in busta: l’umidità e le alte temperature aumentano la possibilità di Escherichia coli e Listeria, responsabili di gastroenteriti e sintomi influenzali;
  • Melone e anguria tagliati: la polpa esposta diventa terreno fertile per batteri patogeni che causano diarrea, febbre e crampi addominali;

Piatti pronti e avanzi

  • Pasta o riso cotti: possono sviluppare Bacillus cereus, batterio che produce tossine termoresistenti, provocando vomito e diarrea poche ore dopo il consumo;
  • Zuppe o minestre: lasciate tiepide, favoriscono Clostridium perfringens, che causa dolori addominali e diarrea;
  • Pizza e focacce farcite: formaggi e salumi nel ripieno si deteriorano velocemente e possono contenere batteri responsabili di disturbi gastrointestinali.

Quanto tempo può rimanere il cibo in auto?

Anche se in Italia non esistono norme specifiche dedicate alla permanenza degli alimenti deperibili in auto, le raccomandazioni ufficiali del CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria) e delle Aziende Sanitarie indicano che non dovrebbero restare senza refrigerazione per più di due ore se la temperatura esterna è inferiore ai 25 °C, e per non più di un’ora quando si superano i 30 °C.

Dentro un’auto parcheggiata al sole e con il caldo africano, questi limiti si accorciano ulteriormente: con 25 °C all’esterno, l’abitacolo può superare i 45 °C in meno di mezz’ora, mentre oltre i 30 °C la temperatura interna diventa rapidamente ideale per la moltiplicazione di batteri e la formazione di tossine. In questa già citata "zona di pericolo", la popolazione microbica può raddoppiare ogni 20 minuti, rendendo rischioso il consumo anche quando odore e aspetto sembrano normali.

Come evitare il problema

La prima regola è organizzarsi per ridurre al minimo il tempo in cui gli alimenti restano fuori dal frigorifero. Se si devono fare più commissioni, conviene mettere la spesa all’ultimo, così da riportarla a casa subito. In estate, tenere in auto una borsa termica con ghiaccio sintetico o mattonelle refrigeranti può fare la differenza: non abbassa magicamente la temperatura come un frigorifero, ma rallenta il riscaldamento interno e permette di guadagnare minuti preziosi.

Borsa termica per la spesa

Borsa termica per la spesa

Anche parcheggiare all’ombra o con i finestrini leggermente aperti aiuta, sebbene nelle giornate da bollino rosso si tenda comunque a superare rapidamente i limiti di sicurezza. Per i pasti pronti o il take-away, è buona abitudine consumarli il prima possibile, senza lasciarli in auto mentre si fanno altre tappe.

Un’alternativa è portarli con sé, sempre usando una borsa termica portatile e aprirli solo al momento del consumo. Anche quando si viaggia, prevedere soste per mangiare subito ciò che è deperibile è la scelta più sicura: meno tempo il caldo ha per agire, minore è il rischio di trasformare un piatto invitante in un pericolo invisibile.

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