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La pizza è stata battuta: ancora una volta al secondo posto fra i migliori piatti al mondo

È un po' amaro, ma la pizza sconfitta dal vori vori nella top ten mondiale fa emergere un panorama gastronomico dinamico che premia storie diverse

Pizza e vori vori Istock/123rf

Si è affermata in quasi tutte le classifiche di Taste Atlas, la cucina italiana. E sì, diciamo quasi tutte, perché in realtà il podio mette nero su bianco gli equilibri del gusto globale e consegna il primo posto a una preparazione che supera anche la nostra pizza.

Un secondo posto, per il nostro iconico piatto, che sa un po’ di smacco: il risultato non riguarda soltanto la sfera gastronomica, perché premia una ricetta capace di farsi linguaggio culturale, di evocare tecniche tramandate e di custodire un’identità che ha attraversato generazioni.

Pizza, di nuovo al secondo posto

Perché abbiamo parlato di smacco? Perché già lo scorso anno la pizza si è fermata alla Bseconda posizione nell’ambita classifica di Taste Atlas. Nella scorsa edizione, a batterla è stata la lechona, un piatto a base di carne di maialino da latte e piselli. Quest’anno è invece il vori vori paraguaiano, un brodo ricco con morbide palline di mais e formaggio. Certo, è un piatto notevole: conta su  un equilibrio che parla di convivialità e di radici profonde.

Vori Vori iStock

La sua forza sta nella capacità di unire tecnica e tradizione, nella stabilità con cui continua a rappresentare un territorio pur essendo una preparazione semplice e immediata. Chapeau, senz’altro, ma non si può negare di provare un po’ di sana amarezza. D’altronde, quest’anno l’Italia ha davvero trionfato su Taste Atlas e dopo l’incoronazione della cucina italiana come migliore al mondo, il trionfo delle regioni tricolori e il podio conquistato dalle nostre città (Napoli in primis), veder sfuggire il Best Dishes è un po’ come inciampare prima di tagliare il traguardo.

Le prime dieci posizioni

  1. Vori vori
  2. Pizza Napoletana
  3. Tajarin al Tartufo d’Alba
  4. Sake Kambing
  5. Cağ kebabı
  6. Kontosouvli
  7. Arroz tapado
  8. Komplet lepinja
  9. Quesabirria
  10. Pappardelle al cinghiale

Anche la top ten segue lo stesso mood anche se, va detto, unisce benissimo tante tradizioni lontane e restituisce un panorama ricco di storie e identità gastronomiche diverse. Al terzo posto troviamo un altro buonissimo piatto italiano, i Tajarin al Tartufo d’Alba, mentre poi si colloca il Sake Kambing, preparazione diffusa in Malaysia e Singapore che unisce carne di capra, spezie e una cottura lenta capace di creare un equilibrio aromatico intenso.

A seguire compare il Cağ kebabı, specialità originaria della Turchia orientale, dove strati di carne di agnello marinata vengono cotti su uno spiedo orizzontale e affettati al momento, producendo un risultato morbido e ricco di profumi. Subito dopo si posiziona il Kontosouvli, uno dei pilastri della tradizione greca, caratterizzato da pezzi di carne marinata infilati su lunghi spiedi e cotti lentamente sulla brace con un gusto affumicato che richiama le feste popolari.

Al settimo posto c’è l’Arroz tapado, piatto tipico del Perù che alterna strati di riso a un ripieno saporito di carne macinata, olive e uova, costruendo una preparazione casalinga e rassicurante. Segue il Komplet lepinja, icona dei Balcani, un panino morbido servito con kajmak, salsiccia e salsa ricca che rappresenta in pieno lo spirito di una cucina robusta e calorosa.

Il nono posto va alla Quesabirria, nato in Messico e diventato celebre ovunque grazie al suo mix di tortilla croccante, formaggio filante e carne di manzo stufata nel consommé, un connubio che unisce tradizione e street food contemporaneo. E poi? Chiudono la classifica le Pappardelle al cinghiale, espressione della cucina italiana di terra, dove la pasta larga incontra un sugo lungo, denso e profumato.

Ci sono altre italiane nei 100 Best Dishes? Certo che sì: bistecca alla fiorentina, parmigiana, tagliatelle al ragù, risotto ai funghi porcini, linguine allo scoglio, fritto misto di pesce. Ciò che forse fa un po’ storcere il naso sono l’89esimo posto per la carbonara e il 9oesimo per le lasagne alla bolognese.

Un quadro vivo dei piatti nel mondo

Diciamolo pure: la selezione di piatti di Taste Atlas funziona come una lente attraverso cui osservare la relazione tra pubblico, tradizione e identità gastronomica. Ogni anno emerge un quadro che non si limita a elencare preferenze, ma rivela traiettorie culturali, ritorni di interesse, affermazioni inattese e conferme che sembrano immutabili.

Nonostante tutto,  quella della pizza è una sconfitta solo apparente, perché non intacca la forza di un piatto che continua a rappresentare un patrimonio condiviso, capace di attraversare confini, epoche e generazioni. Il risultato racconta piuttosto quanto il panorama gastronomico mondiale sia diventato dinamico, aperto a tradizioni diverse e pronto a riconoscere valore anche a cucine meno conosciute.

pizza 123rf

La pizza resta un’icona globale, ma il sorpasso del vori vori ricorda che oggi il gusto internazionale non è più una sfida tra colossi, bensì un dialogo continuo tra culture che trovano spazio e attenzione. In questo equilibrio che cambia, l’Italia continua comunque a brillare e a parlare al mondo attraverso la sua cucina, dimostrando che una posizione in classifica non definisce la grandezza di un piatto, ma il contesto vivo e in movimento in cui il cibo continua a raccontare storie.

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