No, lo spreco di cibo in Italia non sta assolutamente diminuendo
Entro il 2030 l'Italia dovrebbe dimezzare lo spreco alimentare, ma visti gli ultimi dati l'obiettivo imposto dall'Onu è irraggiungibile.

Lo spreco di cibo in Italia non accenna a diminuire. In pochi, probabilmente, si rendono conto di quanto questo atteggiamento sia deleterio, non soltanto per quel che riguarda le proprie finanze, ma soprattutto per l’impatto ambientale. Tra l’altro, le motivazioni che vanno per la maggiore quando si chiede perché il cibo finisce nella spazzatura sono piuttosto discutibili.
Spreco di cibo in Italia: i dati parlano chiaro
Stando ai dati del Cross Country Report 2025 dell’osservatorio Waste Watcher International, lo spreco di cibo in Italia continua ad essere una problematica piuttosto seria. Sia chiaro, lo è anche nel resto del mondo, ma per poter cambiare qualcosa vale la pena soffermarsi, o meglio iniziare dal proprio ‘orticello’.
A livello mondiale si sprecano 1,05 miliardi di tonnellate di cibo (l’equivalente di un terzo della produzione alimentare totale), in media 79 chilogrammi annui a persona. Una cifra da pelle d’oca, soprattutto se si considera che 673 milioni di soggetti che soffrono la fame e altri 2,3 miliardi che vivono in condizioni di insicurezza alimentare.
Ma non è solo una questione etica, ne va anche del benessere ambientale. Basti pensare che lo spreco alimentare causa il 10% delle emissioni globali di gas serra, percentuale cinque volte maggiore rispetto a quella generata dall’aviazione. A ciò bisogna aggiungere altri dispendi, come quello idrico dell’agricoltura e la coltivazione inutile dei terreni. Ma, torniamo a Bomba: cosa ci dicono i dati della nostra cara ma maltrattata Italia?
Secondo le stime, ogni abitante del Belpaese getta nella spazzatura 555,8 grammi a settimana (quasi 27 kg all’anno), più di Germania (512,9), Paesi Bassi (469,6), Francia (459,9) e Spagna (446,5). Con cifre del genere, l’obiettivo fissato dall’Onu entro il 2030, ossia dimezzare lo spreco alimentare pro-capite, appare impossibile da raggiungere.

Gettare la pizza nel secchio
Perché gli italiani sprecano il cibo?
Appurato che lo spreco di cibo in Italia non accenna a diminuire, vale la pena analizzare i motivi per cui la popolazione getta gli alimenti nella spazzatura e capire come risolverli. Secondo il report Waste Watcher, le tre categorie che finiscono maggiormente nei rifiuti sono: la frutta fresca (22,9 grammi), le verdure (21,5 grammi) e il pane fresco (19,5 grammi).
Il 38% degli intervistati sostiene di buttare frutta e verdura perché, essendo conservate in celle frigorifere prima della vendita, una volta portate a casa vanno a male. In effetti, i consumatori non hanno tutti i torti. Questo problema, però, si potrebbe risolvere acquistando prodotti di stagione e a chilometro zero.
Al contrario, non si può aggirare la seconda giustificazione più gettonata: "Me ne dimentico e scade/si deteriora" (34%). O meglio, basterebbe modificare alcune abitudini (tipo andare a fare la spesa con la lista e non acquistare prodotti in più, oppure organizzare i pasti settimanali), per evitare dimenticanze e consumare gli alimenti entro la scadenza.
Infine, il 33% degli intervistati ha dichiarato che ha "paura di non avere a casa cibo a sufficienza" e il 31% che "ci sono troppe offerte". Ora, anche se stiamo vivendo tempi neri e la Terza Guerra Mondiale sembra imminente, è davvero difficile se non impossibile restare senza niente da mangiare. Invece, per quanto riguarda l’attrattiva delle campagne promozionali, bisognerebbe agire come in precedenza: recarsi al supermercato solo ed esclusivamente con la lista della spesa e non cadere preda di acquisti compulsivi, inutili e non necessari.