Goloso e croccante: con il riso tahdig l'effetto crunch è garantito
Il riso tahdig è un pilastro della cucina iraniana: non è solo bello a vedersi, ma anche buonissimo da mangiare.

Il riso può essere cucinato in mille modi, ma dobbiamo dire grazie all’antica Persia se sulle nostre tavole è comparso il tahdig. Gustoso e con una crosta dorata, ha un aspetto così invitante che è impossibile resistere e non replicarlo a casa. Non è difficile da fare, ma ci sono alcuni procedimenti che vanno necessariamente rispettati.
Tahdig: il riso persiano in crosta dorata
Letteralmente, tahdig significa "fondo della pentola". Una traduzione che, al contrario della ricetta, non è per nulla invitante. Eppure, questo antico riso persiano merita assolutamente di essere assaggiato. Il suo nome si riferisce proprio alla crosta dorata che si ottiene con la particolare cottura a cui viene sottoposto. Ma, procediamo per gradi.
Secondo la tradizione, la preparazione del riso tahdig risale all’antica Persia quando, per festeggiare la conquista della città di Samarcanda nel 329 a.C., venne cucinato in onore di Alessandro Magno. Nel X secolo, invece, la ricetta compare per la prima volta in un testo scritto, il medico e scienziato persiano Avicenna.
Tornando ai giorni nostri, questa particolare ricetta è diventata celebre soprattutto grazie al mondo virtuale. Il merito, inutile nasconderlo, non è solo del gusto, ma anche della crosta dorata che, complice la mania dell’ASMR, fa un rumore "crunch" che piace tanto al popolo social. Ma cos’è il tahdig? Potremmo definirlo uno sformato di riso, con una croccante cupola al sapore di zafferano e un cuore morbido di basmati, che si sgrana in chicchi perfettamente separati.

Ammollo e risciacquo del riso
Come si fa il riso tahdig
Anche se il protagonista principale è il riso, per ottenere un buon tahdig ci sono altri due ingredienti indispensabili o almeno necessari per ottenere la ricetta originale: il burro e lo zafferano. Sicuramente non è un piatto poco calorico, ma uno strappo alla regola, almeno di tanto in tanto, è concesso a tutti.
Per quanto riguarda la tipologia di riso, l’ideale è basmati, ma se non lo avete a portata di mano potete anche utilizzare un’altra varietà. È importante soltanto che il chicco sia a grano lungo. Un primo procedimento che non potete assolutamente saltare? L’ammollo e il risciacquo del riso crudo fino a quando l’acqua non diventa trasparente.
Lo zafferano, invece, va sciolto in acqua bollente, facendo molta attenzione a evitare la formazione di grumi. Il trucco vincente? Versare la polvere poco alla volta. Passando alla cottura del riso, deve essere breve, sei minuti, e bloccata subito scolandolo sotto l’acqua fredda.
È importante preparare con attenzione la base per il tahdig, utilizzando una casseruola larga sul cui fondo, dopo averlo scaldato con burro e olio, si versa lo zafferano con uno strato abbondante di riso. La restante parte dei chicchi deve essere disposto sopra, ma non fino ai bordi della pentola. A questo punto, non dovete fare altro che coprire con un coperchio e lasciar cuocere a fuoco medio-alto per 7/8 minuti e al minimo per altri 30 minuti.
L’ultimo passaggio, quello che dovrete fare dopo la cottura, necessita di un minimo di abilità perché la casseruola va rovesciata per far uscire il tahdig. Il meccanismo, per intenderci, è lo stesso della frittata. Se la crosta dorata dovesse rompersi, non preoccupatevi: è comunque squisita.