Quello che devi sapere sulla (famigerata) pizza con l'ananas, tra origini e curiosità
La pizza con l'ananas non lascia mai indifferenti, ma nessuno discute della storia particolare che accompagna la sua nascita.

Fin dal suo debutto, la pizza con l’ananas ha sempre scatenato un dibattito infuocato tra sostenitori e odiatori. In Italia, forse non serve neanche sottolinearlo, questo gusto non ha mai attecchito più di tanto, anche se qualche estimatore c’è, perfino tra gli chef stellati. Prima di giudicare, però, ci sono alcune curiosità che vale la pena conoscere.
- La storia della pizza con l'ananas
- L'idea geniale di Sam Panopoulos
- Piace o non piace: sono i geni a stabilirlo
- Le ricette con l'ananas
La storia della pizza con l’ananas
Quando si parla di pizza con l’ananas una cosa è certa: non lascia indifferenti. Può piacere alla follia, quindi essere approvata, oppure disgustare ed essere bocciata senza possibilità di recupero: non ci sono vie di mezzo. A prescindere dal proprio gusto, però, nessuno può negare la storia estremamente affascinante della sua nascita.
Tutto parte da Sam Panopoulos, emigrato dalla Grecia in Canada nel 1954, quando aveva soltanto 20 anni. Il viaggio per arrivare a Chatham, in Ontario, cittadina a poco meno di 300 chilometri da Toronto, è stato lungo e l’ha visto fermarsi anche a Napoli, dove ha scoperto sua maestà la pizza e, neanche a dirlo, se n’è innamorato.
Arrivato in terra canadese, Sam e i suoi fratelli hanno aperto il Satellite Restaurant, specializzato in hamburger, patatine fritte e qualche piatto cinese. Panopoulos avrebbe voluto inserire in menù pure la pizza, ma si rese conto che gli abitanti di Chatham non erano ancora pronti per questa prelibatezza semi sconosciuta. Attese fino ai primi anni Sessanta quando la pizza era ormai diffusa, ma solo con alcuni condimenti: funghi, pancetta e salame piccante.
Pizza con l’ananas con formaggio filante
L’idea geniale di Sam Panopoulos
Lasciandosi ispirare dalla cultura tiki, che celebrava l’esotismo polinesiano ed era molto in voga nel Nord America, Sam Panopoulos decise di aggiungere ananas in scatola a una pizza con prosciutto e formaggio. La chiamò pizza Hawaiian, marchio che campeggiava sul barattolo della frutta, e iniziò a proporla ai clienti.
In un’intervista alla Bcc del 2017, Sam ha dichiarato: "L’abbiamo provata noi, poi l’abbiamo servita a qualche cliente. Dopo un paio di mesi, ne andavano matti". Così, a partire dal 1962, la pizza con l’ananas è diventata il piatto forte del The Satellite di Chatham.
Fin dal suo debutto, questa prelibatezza ha diviso i consumatori, eppure ha fatto la fortuna del ristorante di Panopoulos, tanto che è diventato una vera e propria icona dell’Ontario. Non solo, con il passare del tempo, la pizza esotica è diventata "simbolo del Canada", tanto che a definirla così è stato il primo ministro Justin Trudeau.
Piace o non piace: sono i geni a stabilirlo
Secondo alcuni studi, potrebbero essere i geni farci piacere od odiare la pizza con l’ananas. Nello specifico, si tratta del gene TAS2R38, che regola la sensibilità ai composti amari. Il ricercatore Zhimin X della Lousiana State University ha spiegato alla Bcc che l’ananas ha un ph tra 3 e 4, quindi è naturalmente acido, ma la sua dolcezza (data da zuccheri come saccarosio, glucosio e fruttosio) riesce a bilanciare il sapore.
Non solo, quando viene cotto, l’ananas sviluppa composti tipo il 2-metilbutanale e il 3-metilbutanale, che conferiscono un aroma di nocciola, simile a quello della mozzarella. Ed è proprio questo il motivo per cui la pizza Hawaiian risulta ottima per alcuni e intollerabile per altri.
Le ricette con l’ananas
Anche se Panopoulos ha avuto la brillante idea di aggiungere l’ananas sulla pizza, è bene sottolineare che non è stato il primo a usare questa varietà di frutta in cucina. Qualcuno sostiene che prima di lui, nel 1957, un ristorante di Portland serviva già una pizza particolare, condita con papaya, peperoni e ananas, ma si tratta comunque di una versione diversa.
Spostandoci in Germania, già nel dopoguerra, era molto diffuso il toast Hawaii, ossia una fetta di pane con prosciutto, ananas e formaggio fuso, mentre in America c’era il Grilled spamwich, a base di carne in scatola e ananas.
In Italia, invece, la passione per l’agrodolce è recente, tanto che ancora oggi i consumatori appaiono divisi. Nonostante tutto, diversi chef hanno inserito in menù alcune prelibatezze dal gusto esotico: da Pier Daniele Seu a Franco Pepe, passando per Simone Lombardi.















