Il fascino del bis: perché a Natale la fame sembra non finire mai?
A Natale facciamo il bis più che volentieri per diversi motivi, alcuni "sentimentali", altri "fisici": è la scienza a spiegare ciò che avviene nel nostro cervello.

A Natale tutti mangiamo più del solito, un po’ perché le prelibatezze in tavola sono tante, un po’ perché la buona compagnia stimola l’appetito. C’è anche un altro motivo, però, che ci spinge a fare il bis di ogni portata e non ha nulla a che fare né con il cibo, né tantomeno con l’atmosfera.
- Fate il bis a Natale? È colpa del cervello
- Il cervello va in "tilt"
- L'atmosfera e la varietà delle portate
Fate il bis a Natale? È colpa del cervello
Dicembre è l’unico mese dell’anno in cui la dieta, invece che rimandarla al lunedì successivo, viene direttamente posticipata al 7 gennaio. Anche se si decide di stare attenti alla linea, si finisce comunque per mangiare di più, quindi tanto vale aspettare la fine delle festività per rimettersi in riga. Ma, perché fare il bis a Natale sembra quasi obbligatorio? I motivi sono diversi, alcuni "sentimentali", altri fisici.
Si sa, i banchetti natalizi sono più che abbondanti: antipasti, tanti e forse troppi, un paio di primi e altrettanti secondi. Poi, ampio spazio ai dolci, dal pandoro al panettone, passando per il torrone, gli struffoli, i mostaccioli, le cartellate, il panforte, i ricciarelli, il panpepato, il croccante di mandorle e chi più ne ha ne metta. Nessuno, o quasi, riesce a rinunciare all’assaggio di ogni portata, anche se la sazietà è stata raggiunta da un pezzo.
È come se il cosiddetto "verme solitario" si impossessasse di noi, spingendoci a mangiare senza limiti. Secondo la scienza, questo atteggiamento non è dato solo dall’atmosfera di festa e dalla varietà dei piatti in tavola, ma anche da una specie di "tilt" del cervello.
Party di Natale con cibo delizioso
Il cervello va in "tilt"
Pur durando solo alcuni giorni, principalmente il 24, 25 e 26 dicembre, i banchetti natalizi iniziano alla Vigilia e terminano all’Epifania. Due settimane intense, nel corso delle quali quasi nessuno pensa alla dieta. Pranzi e cene in famiglia o con gli amici, aperitivi "per scambiarsi gli auguri" e via dicendo: le occasioni di "sgarro" sono davvero tante.
Questo significa che la normale routine alimentate viene stravolta. Ed ecco che il nostro cervello, che ragiona in base ai "ricordi" dei pasti consumati nei giorni precedenti, va in "tilt" e non riconosce più la soglia di sazietà adeguata al nostro corpo.
L’atmosfera e la varietà delle portate
Non è soltanto una "questione" di cervello se a Natale siamo portati a fare il bis. Sicuramente, il fatto che in tavola ci siano tante prelibatezze è importante. Quasi sempre, infatti, nei giorni di festa si mangiano piatti particolari, legati alla tradizione e preparati soltanto in particolari occasioni. Ed è proprio questa loro esclusività che li rende più appetibili e desiderabili.
Pensiamo, ad esempio, ai dolci. Panettoni, pandori, torroni & Co. non si trovano in commercio in altri periodi dell’anno, quindi la voglia di gustarli è maggiore. Poi, un altro elemento fondamentale delle "abbuffate" tipiche delle feste è la compagnia. Che sia buona o cattiva poco importa, il risultato non cambia: mangiando con altre persone, i tempi dei pasti si allungano e si presta poca attenzione ai cibi si mettono nel piatto. Ergo, tra una chiacchiera e l’altra e passando più tempo seduti a tavola, si finisce per esagerare con le quantità.

















