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Storia e origini delle pettole pugliesi

Frittelle buonissime e gustose della tradizione pugliese: sono le pettole! Perfette per un antipasto o da sole. Scopri storia, ricetta originale e varianti.

storia delle pettole pugliesi

Le pettole pugliesi sono delle sfiziose frittelle, ottime come antipasto e ideali per impreziosire un aperitivo. Facili da preparare e dal sapore unico, hanno il profumo delle olive, che si trovano nell’impasto e sono un finger food perfetto per togliersi uno sfizio saporito. Non a caso, si trovano spesso nelle fiere e negli eventi di street food.

Come sono nate le pettole pugliesi

Si ritiene che il nome "pettola" provenga dalla parola latina "pitta", che significa "focaccia" ma non abbiamo certezze a riguardo. Ci sono però tre storie sulla nascita delle pettole pugliesi.

La prima narra di una donna tarantina che il giorno di Santa Cecilia, dopo aver preparato l’impasto per il pane, se lo dimenticò lasciandolo lievitare oltre il tempo previsto. Dal momento che non era più adatto per la panificazione, per evitare di sprecare l’impasto, lo ridusse in palline che decise di friggere. Dopo averle date ai figli, li chiamò "pettel", ossia piccola focaccia, poiché sembravano proprio somigliare alla focaccia che in dialetto locale è detta "pitta".

Una seconda versione della stessa leggenda narra che fu San Francesco d’Assisi a distrarre volontariamente dalla finestra la donna mentre passava vicino alla sua casa. Una terza storia, invece, dice che la donna fosse in realtà intenta a parlare con una vicina e non si accorse, se non in ritardo, che l’impasto aveva lievitato troppo.

A prescindere da quale sia la versione veritiera dell’origine delle pettole pugliesi, certamente bisogna considerare che il popolo ha sempre festeggiato il Natale con le frittelle, che richiedono solo acqua e farina ma anche l’olio, più costoso e quindi riservato alle grandi occasioni.

Pettole pugliesi: ricetta originale

Le pettole pugliesi sono di fatto delle frittelle e come molte preparazioni salate la ricetta originale prevede di versare la farina in una ciotola, formare in mezzo una cavità e sbriciolarvi il lievito e lo zucchero. Una volta versata l’acqua tiepida poco alla volta si comincia a impastare. Quando il tutto è amalgamato, basta aggiungere all’impasto anche le olive e il sale lavorando il tutto in modo energico per almeno 10 minuti fino a ottenere un impasto molle e appiccicoso.

La pasta ottenuta va fatta lievitare in un luogo caldo per almeno 3 ore. Trascorso il tempo necessario, bisogna scaldare l’olio a 170° e porvi l’impasto a cucchiaiate, poco alla volta, facendolo dorare per bene. Le pettole sono pronte per essere scolate quando diventa molto gonfie e si servono calde nel piatto.

I segreti per delle ottime pettole pugliesi

Il segreto per delle ottime pettole sta tutto nell’impasto che dovrà essere molto morbido e ben lievitato, quindi niente fretta e niente lievito istantaneo: al massimo, si può sostituire il lievito di birra fresco con lievito di birra secco. Solo con le giuste ore di lievitazione è possibile avere delle frittelle fragranti fuori e morbide dentro.

Per friggere le pettole ci vuole un po’ di manualità, ma il metodo più semplice è quello di prendere l’impasto con il cucchiaio e metterlo nell’olio caldo. Il metodo più veloce invece è quello di prendere l’impasto in una mano e ricavarne una pallina con l’altra per poi calarla nell’olio.

Le pettole si mangiano calde, appena fritte, ma se avanzano possono essere conservate in un contenitore chiuso e sono buone anche il giorno dopo. Si possono scaldare un po’ in microonde quando hanno raggiunto la temperatura ambiente.

Le varianti delle pettole pugliesi

Ci sono diverse varianti delle pettole pugliesi, molto simili nella procedura e negli ingredienti ma che si sono diffuse in altre località italiane. Un esempio sono le zeppole salate napoletane, che a differenza delle frittelle pugliese non hanno le olive e l’impasto di fatto è liscio.

Si chiamano zeppole, sono salate ma hanno tutta un’altra forma: sono le zeppole calabresi, ripiene in questo caso di acciughe, che danno loro un gusto molto forte e deciso.

Le pettole si preparano sempre con lo stesso impasto, ma si possono fare dolci poi mettendole nello zucchero, nel miele o c’è chi le intinge nel vincotto, soprattutto nel periodo natalizio. O ancora, una versione dolce al posto delle acciughe prevede all’interno l’uva passa.

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