Il fenomeno delle lacrime del vino: cosa succede nel bicchiere quando fa caldo?
Quando la temperatura sale il vetro si riempie di archetti: il fenomeno delle lacrime del vino prende forma, e c'è una spiegazione chiara e vicina a chi degusta

Capita ancor di più d’estate: fai roteare il bicchiere e sulla parete di vetro compaiono piccoli archi lucidi che si raccolgono in gocce e scivolano giù. Sono le famose lacrime del vino, un dettaglio che intriga i curiosi e fa sorridere i degustatori, perché racconta qualcosa che non è solo poesia del momento, ma anche un segnale da leggere con calma.
Se ti è successo di notarle più vive quando fa caldo, non è un’impressione: c’è una dinamica precisa che si attiva nel bicchiere e che coinvolge il contatto con l’aria, il movimento del vino e il modo in cui si distribuiscono le sue componenti.
- Cosa sono le lacrime del vino?
- Cosa crea le lacrime?
- Perché col caldo si notano di più?
- Le lacrime indicano che un vino è più alcolico o corposo?
- Cosa ci suggeriscono le lacrime del vino?
Cosa sono le lacrime del vino?
Le lacrime del vino sono quelle piccole gocce che si formano a partire da un sottile anello di liquido sulla parete interna del calice e poi scivolano verso il basso. In termini descrittivi, è un pattern visivo: prima si crea una corona chiara vicino al bordo del vino, poi da lì nascono micro-rivoli e gocce che "piangono" lungo il vetro prima di rientrare nel liquido.
La letteratura le chiama anche wine legs, church windows o finestre della cattedrale. Sono più facilmente visibili in vini con gradazione alcolica relativamente alta e nel gergo della degustazione in italiano si parla spesso anche di archetti per indicare gli spazi tra una lacrima e l’altra.

Le lacrime del vino e gli archetti
È, a tutti gli effetti, un modo di leggere il disegno che il vino traccia sul calice dopo un lieve roteare. Oltre alle sintesi enciclopediche, una descrizione rigorosa del fenomeno come «sequenza di perle liquide che nascono lungo la pellicola aderente al vetro» si trova nella letteratura scientifica moderna.
Cosa crea le lacrime?
Le lacrime del vino nascono da un flusso sottile che "scala" il vetro: quando il vino bagna la parete si forma una pellicola in cui l’alcol evapora più in fretta dell’acqua. Questa evaporazione crea un gradiente di tensione superficiale (effetto Gibbs-Marangoni) che tira altro liquido verso l’alto dalla massa del vino, finché la pellicola si ispessisce e si trasforma in gocce che tornano a cadere.
È un equilibrio tra bagnabilità del vetro, gravità ed evaporazione. In termini pratici, la sequenza è questa: l’alcol che si concentra meno nella pellicola rende quella zona più "tesa2 rispetto al vino in basso, dove l’alcol è relativamente maggiore.
La differenza di tensione superficiale innesca il flusso ascendente, si crea una corona lungo il bordo bagnato e, per instabilità, si formano micro-rivoli e gocce che chiamiamo archetti/lacrime. Il fenomeno richiede contatto con l’aria (quindi evaporazione) e uno strato sottile aderente al vetro.
Perché col caldo si notano di più?
Quando fa caldo, l’alcol nel velo sottile che bagna il vetro evapora più in fretta: questo accelera il gradiente di tensione superficiale che mette in moto il flusso ascendente lungo la parete e rende più vivi gli archetti e la successiva caduta delle gocce.
Al calore si aggiunge un altro effetto pratico: a temperature più alte la viscosità dei liquidi diminuisce, il film scorre con più facilità e i contorni degli archetti appaiono più netti e dinamici. È un principio fisico di base che, in degustazione, si traduce nel fatto che lo stesso vino mostrerà lacrime del vino più marcate se servito tiepido rispetto a quando è freddo.
Le lacrime indicano che un vino è più alcolico o corposo?
Indicazione di qualità, no; indizio di alcol, sì. Le lacrime del vino sono più facili da osservare in vini con gradazione più elevata, ma non "misurano" qualità o pregi.

Lacrime del vino e archetti
Al massimo, la presenza di archetti evidenti suggerisce che c’è abbastanza alcol (e/o una componente che aumenta la viscosità) da alimentare il fenomeno. Fermarsi alle lacrime per dire che un vino è "corposo", però, è fuorviante: corpo e struttura dipendono da molti fattori sensoriali e compositivi.
Cosa ci suggeriscono le lacrime del vino?
Sono un segnale da contestualizzare: archetti più marcati suggeriscono un tenore alcolico non basso e una temperatura di servizio non fredda, perché il caldo rende più rapido il ciclo salita–goccia.
Possiamo considerarle una spia delle condizioni fisiche del sistema vetro–liquido–aria, non un giudizio in sé. Per chi degusta, possono essere un promemoria per guardare l’etichetta (gradazione) e riflettere sulla temperatura di servizio, più che un metro di valore.