Seguici

Tutti questi alimenti vanno indicati in etichetta, per questioni di salute

L'etichetta degli alimenti è fondamentale, specialmente per coloro che soffrono di allergie e intolleranze: è qui che vengono indicati tutti gli allergeni presenti.

Mani prendono una manciata di arachidi 123rf
Mani prendono una manciata di arachidi

Al giorno d’oggi, quasi la metà della popolazione mondiale soffre di almeno un’allergia. I dati sono in costante aumento e si stima che continueranno a crescere sempre di più. È proprio per questo che è obbligatorio inserire gli allergeni in ogni etichetta, alimentare e non. Per quanto riguarda i cibi, attualmente sono 14 i nomi che, se presenti, devono essere indicati.

Perché vanno indicati gli allergeni?

Negli ultimi cinquant’anni, complici i cibi che diventano via via meno genuini, le allergie alimentari sono aumentate a dismisura. Considerando che alcune di esse possono causare reazioni avverse anche letali, l’Unione Europea si è vista costretta (fortunatamente) a stabilire normative specifiche, così da garantire la corretta informazione e, di conseguenza, la salvaguardia del consumatore.

Ridurre il rischio di esposizione accidentale a sostanze che, per determinate persone, possono risultare estremamente pericolose è fondamentale. A dover rispettare il Regolamento Europeo 1169/2011, che obbliga a segnalare la presenza di eventuali allergeni nell’etichetta di ogni cibo, sono tutte le attività che producono, trasformano o somministrano alimenti. Parliamo, quindi, di ristoranti, bar, pasticcerie, mense, supermercati e laboratori artigianali.

Attualmente, la legge stabilisce che sono 14 le sostanze allergizzanti che devono obbligatoriamente essere evidenziate in etichetta. Queste corrispondono alle allergie oggi più diffuse, quindi non si esclude che in futuro possa essere allungata.

Glutine

Il primo degli allergeni da indicare in etichetta è il glutine. Anche se a soffrire di celiachia è circa l’1% della popolazione mondiale, a essere intolleranti ai prodotti che contengono questo allergene sono tantissimi. Come se se non bastasse, secondo gli esperti i celiaci sarebbero molti di più di quelli stimati perché ci sono diversi casi non diagnosticati per sintomi simili ad altre patologie o per il lungo tempo che trascorre tra l’esordio dei disturbi e la diagnosi.

In ogni modo, il glutine è contenuto in alimenti come: cereali, grano, segale, orzo, avena, farro e kamut. Ovviamente, sono inclusi anche tutti i derivati e gli ibridi.

Crostacei e derivati

L’allergia ai crostacei e derivati è una delle più diffuse in Italia. Così come il glutine, è obbligatorio inserire la sua presenza nei prodotti alimentari come: gamberi, scampi, aragoste, granchi e paguri. Ovviamente, vale sia per le specie di acqua dolce che di mare.

Gustoso piatto di caciucco alla livornese Immagine AI Contents

Gustoso piatto di caciucco alla livornese

Uova e derivati

Molto più difficile da gestire, vista la presenza massiccia in numerose preparazioni, è l’allergia alle uova e ai derivati. A prescindere dalla scelta del cibo e dalla quantità, la presenza di questo allergene, seppur in minima parte, deve essere sempre indicato. Per intenderci, parliamo di alimenti tipo: pasta all’uovo, maionese, frittata, emulsionanti, biscotti, torte dolci o salate, gelati e creme.

Pesce e derivati

Tra i 14 allergeni che si devono necessariamente evidenziare in etichetta troviamo pure pesce e derivati. Anche se poco diffusa in Italia e in misura nettamente inferiore rispetto a quella ai crostacei, nelle persone allergiche potrebbe comunque provocare effetti collaterali non trascurabili. Ovviamente, vale per tutti i prodotti che, seppur in quantità minima, contengono il pesce.

Arachidi e derivati

Diffusa prevalentemente tra i bambini, l’allergia alle arachidi e ai derivati è difficile da tenere sotto controllo. Questo perché tracce di questi golosi legumi (sì, sono legumi e non frutta secca) si possono trovare negli alimenti più impensabili, come i condimenti e le creme. Ma non solo: dagli snack confezionati agli aromi artificiali e naturali, passando per i prodotti da forno, il cioccolato, le guarnizioni in granella, il marzapane e le fritture.

Burro di arachidi Immagine AI Contents

Delizioso burro di arachidi

Soia e derivati

Anche soia e derivati vanno sempre indicati in etichetta, seppure l’incidenza di persone allergiche a livello nazionale non sia così elevato. Dalle bevande vegetali al tofu, passando per l’edamame e gli alimenti fermentati come miso, tempeh e salsa di soia: non sono solo questi i cibi a cui fare attenzione. Bisogna avere qualche accortezza pure con i prodotti da forno, le barrette energetiche e i sostituti della carne animale.

Latte e derivati

Si stima che la metà della popolazione italiana sia intollerante al lattosio, ma l’allergia riguarda una percentuale molto, molto più bassa. A prescindere da ciò, il relativo allergene deve sempre essere indicato in etichetta: dai biscotti alle torte, passando per lo yogurt, le creme, il gelato e ogni altro prodotto che contenga una quantità, seppure minima, di lattosio.

Frutta a guscio e derivati

Dalle mandorle alle nocciole, passando per noci comuni, anacardi, pistacchi, noci del Brasile, macadamia, noci pecan e pinoli: ogni prodotto che ne contiene uno o più tipi deve avere un’etichetta che li indichi in modo chiaro. Non serve specificare la qualità, basta la dicitura "frutta a guscio".

Sedano e derivati

Generalmente, sono le proteine del sedano a causare brutte reazioni allergiche, anche se il calore della cottura può denaturarle, rendendolo tollerabile per alcune persone. In ogni modo, la sua presenza va sempre segnalata sulle confezioni degli alimenti. Parliamo, ad esempio, di zuppe, salse e concentrati vegetali.

Senape e derivati

Così come il sedano, anche la senape e i suoi derivati si possono trovare nelle salse e nei condimenti, specialmente nella mostarda. Fortunatamente, l’incidenza, almeno in Italia, non è così preoccupante.

Un'eccellenza italiana dal sapore unico e straordinario. Scopriamo insieme la mostarda di Cremona, le sue caratteristiche e tutti gli usi in cucina iStock

Mostarda di Cremonaì

Semi di sesamo e derivati

Tra gli allergeni da indicare in etichetta troviamo pure i semi di sesamo e i suoi derivati. Tralasciando i semi interi che si utilizzano per alcuni prodotti di panificazione e sono ben visibili, si possono trovare soprattutto in alcuni tipi di farine o nelle barrette energetiche.

Anidride solforosa e solfiti

Utilizzati come conservanti, l’anidride solforosa e i solfiti devono essere indicati in etichetta solo in concentrazioni superiori a 10 mg/kg o 10 mg/l espressi come SO2. Generalmente, li troviamo in: vino, bibite analcoliche, succhi di frutta, aceto, marmellata, funghi secchi, conserve di prodotti ittici e cibi sott’aceto, sott’olio e in salamoia.

Lupino e derivati

Rispetto alle arachidi, l’allergia al lupino e ai suoi derivati è meno diffusa. Eppure, vista la diffusione dei cibi vegani è opportuno indicare la presenza del legume in etichetta. Si trova specialmente in alimenti vegan free come: arrosti, affettati vegetali e farine.

Molluschi e derivati

Dalle cozze alle vongole, passando per canestrello, cannolicchio, capasanta, cuore, dattero di mare, fasolaro, garagolo, lumachino, murice, ostrica, patella, tartufo di mare e tellina: sono tanti i molluschi da indicare in etichetta. Generalmente, quanti sono allergici a questa varietà hanno anche qualche problema con il pesce e i crostacei. Non a caso, si segnalano spesso reazioni allergiche incrociate.

Come si riconosce un’etichetta corretta?

Considerando che queste sostanze possono causare diverse reazioni allergiche – da eruzioni cutanee a disturbi gastrointestinali, passando per lo shock anafilattico – un’etichetta scritta correttamente può fare la differenza.

Innanzitutto, deve riportare l’elenco degli ingredienti con gli allergeni evidenziati in grassetto, colore diverso o sottolineati. Se dovesse esserci il rischio di contaminazione crociata, la dicitura "Può contenere tracce di…" è obbligatoria. Inoltre, in etichetta deve essere indicata la presenza di allergeni pure nei coadiuvanti tecnologici usati nei processi di lavorazione.

Per quanto riguarda le attività di somministrazione alimenti e bevande, gli allergeni devono essere indicati sui menù, su cartelli e tabelle affisse al muro o su supporti elettronici e tecnologici che il cliente può consultare liberamente.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963