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Passata di pomodoro: come si sceglie. Colore, etichetta e origine

Tutti i trucchi per acquistare un prodotto fresco e salutare. Passata di pomodoro: come si sceglie. Colore, etichetta e origine

Condimento ideale per piatti tipici

della nostra tradizione culinaria come pasta, pizza o parmigiana di melanzane, la passata di pomodoro, regina delle conserve, è uno dei prodotti confezionati più  acquistati dagli italiani (ogni famiglia ne consuma circa 12 kg l’anno).

Spesso però ci troviamo a contemplare perplessi i banconi del supermercato ricolmi di lattine di passata. Quale scegliere? Esistono degli indicatori di qualità che possono aiutarci nella nostra ardua impresa.

Ecco quali.

L’etichetta e i suoi segreti
Quante volte abbiamo tralasciato il codice di numeri e lettere presenti sulle lattine o sulle bottiglie di passata. Contiene invece alcuni elementi fondamentali per verificare la freschezza del prodotto. Ecco come decodificarlo:
La prima lettera: indica l’anno di confezionamento: il 2013 è indicato da una H, il 2012 da una M, il 2011 da una E, il 2010 da una N
I tre numeri successivi: indicano il giorno di confezionamento dell’anno: da 1 (primo gennaio) a 365 (31 dicembre). Un dettaglio molto interessante: se scegliamo una passata con numero tra 200 e 280, vuol dire che è stata confezionata tra luglio e settembre, quindi appena dopo il raccolto. Se invece il numero è precedente, potrebbe trattarsi di pomodori del raccolto precedente, semilavorati al momento e conservati per un certo periodo prima del confezionamento
I conservanti: verificate la presenza di additivi o conservanti, alla passata di pomodoro può essere aggiunto l’acido citrico come correttore di acidità
Lo stabilimento di produzione: occhio, sull’etichetta, alla voce “stabilimento di produzione”, è un’indicazione fondamentale per scoprire chi fabbrica ed elabora le materie prime, indipendentemente dal marchio con cui il prodotto è venduto

L’origine della materia prima
Un discorso a parte merita l’origine della materia prima. Sarebbe fondamentale, infatti, per il consumatore, poter verificare se i pomodori con cui è prodotta la passata provengano eventualmente da “zone a rischio” (come nel caso dei pomodori contaminati provenienti dalla Terra dei Fuochi portato alla ribalta dalla trasmissione Le Iene). Purtroppo, ad oggi, non è obbligatorio per legge indicare sull’etichetta la provenienza esatta dei pomodori.

E’ quindi importante che i consumatori si facciano sentire per migliorare le leggi vigenti in tema di tracciabilità alimentare.

Una passata di buona qualità: le caratteristiche
Ecco gli elementi per riconoscere una passata di buona qualità:
•    Colore: rosso vivo ed uniforme (indica che i pomodori hanno raggiunto il giusto grado  di maturazione)
•    Odore: profumo gradevole e delicato, se appena aperto il barattolo sentite odori strani e aciduli e notate la formazione di muffe che indicano il cattivo stato di conservazione, procedete a buttare tutto
•    Consistenza: densa e cremosa, non troppo acquosa
•    Sapore: morbido, con acidità poco percettibile al palato

La lattina
È preferibile scegliere passate di pomodoro conservate in lattine verniciate internamente per evitare la formazione di ruggini.

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