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Franciacorta, i segreti del vino con le bollicine

Viaggio su per la collina Bellavista, tra ristoranti stellati, verdeggianti vigneti e rinomate cantine

Franciacorta, i segreti del vino con le bollicine

Da un unico punto abbraccia l’intera Pianura Padana fino alla catena delle Alpi, regalando un panorama mozzafiato. E’ la Collina di Bellavista, un meraviglioso scorcio di Lombardia. Il leggero vento che soffia sempre su queste terre, sia d’estate che d’inverno, e il vicino Monte Orfano, che fa da barriera contro il caldo afoso della pianura, contribuiscono a creare un clima temperato. L’ideale per i vigneti, che crescono rigogliosi in questo angolo di paradiso. Perché, sostengono in molti, l’uva è come la pelle delle donne: va accarezzata solo dai raggi del sole più delicati.

Siamo in Franciacorta, un pugno di colline strette tra il lago d’Iseo e la pianura bresciana. Qui si producono delle bollicine in grado di competere con gli champagne più pregiati. E tra i vigneti più antichi e rinomati ci sono quelli che si arrampicano su per questa collina: le Vigne di Bellavista, selezionate tra i 12 Giardini-Vigneto più belli d’Italia dai Grandi Giardini Italiani.

Competenza, disciplina, rispetto per la natura, sono alla base del successo di queste bollicine. Nelle cantine ogni botte viene coccolata come se fosse un bambino, ogni bottiglia viene presa in mano almeno  10-12 volte e ruotata  di un 1/8 di giro per 4 settimane per effettuare il remuage (eliminazione dei residui dei lieviti morti).

Enoteca: cosa è e che origine ha

Su per la collina si annidano anche sensazionali ristoranti. A cominciare da quello di Gualtiero Marchesi, sito all’interno dell’Albereta, splendido Relais dove rilassarsi con fanghi e massaggi. Il grande maestro (che avuto allievi del calibro di Carlo Cracco) qui lavora ed abita ormai dal lontano 1993. E all’Albereta offre i suoi piatti più classici (dal raviolo aperto alla seppia al nero ), ma anche le creazioni culinarie più recenti: dal dripping di pesce alla composizione di pasta "seriale" omaggio a Andy Warhol, dal fegato d’oca al tartufo alla quaglia ripiena di foie gras. A guidarlo l’amore per l’essenzialità, la ricerca della freschezza del gusto e l’idea del piatto come opera d’arte, frutto dell’armonia di forme e colori.

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