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Il successo della bevanda più famosa del mondo? Dipende anche dai suoi suoni

Forse non ci avete mai fatto caso, ma i suoni della lattina di Coca Cola hanno un potere immenso sulla nostra mente.

Versare la Coca Cola in un bicchiere di vetro con ghiaccio 123rf
Versare la Coca Cola in un bicchiere di vetro con ghiaccio

Sembra strano, ma i suoni della lattina di Coca Cola non sono casuali. Così come la ricetta, anche i ‘rumori’ sono stati studiati da un team di esperti per suscitare una serie di reazioni nei consumatori e, allo stesso tempo, per dare un certo appeal alla bibita. Esiste addirittura un’applicazione che, grazie all’intelligenza artificiale, permette di sperimentare e mixare "phst", "fizz" e "ice cube".

Come sono nati i suoni della lattina di Coca Cola?

Non è un caso se la Coca Cola è la bibita più venduta al mondo. Oltre alla ricetta segreta e non replicabile, ci sono tanti altri motivi per cui ha avuto e continua ad avere un successo senza pari. Sicuramente i massicci investimenti pubblicitari, con spot meravigliosi che incollano allo schermo grandi e piccini, hanno giocato un ruolo importante, ma c’è anche un altro dettaglio che spesso viene sottovalutato: i suoni della lattina.

Quando si apre una lattina di Coca Cola sono tre i ‘rumori’ che arrivano alle orecchie: il "phst" dell’apertura, il "fizz" delle bollicine e il "pop" della linguetta. A questi, poi, si aggiungono il gorgoglio del liquido e, se si versa la bibita in un bicchiere con ghiaccio, "l’ice cube". Anche se all’apparenza possono apparire come suoni banali, in realtà sono stati studiati e promossi con uno scopo ben preciso: farli diventare parte integrante dell’esperienza di consumo.

Effetto compensazione IPA

Mano prende Coca Cola zero dagli scaffali

Perché i suoni sono importanti?

Consumare una lattina di Coca Cola non significa soltanto bere un liquido ambrato piuttosto zuccherato, ma è una vera e propria esperienza multisensoriale. Sembra strano, ma vengono stimolati tutti e cinque i sensi: vista, gusto, olfatto, tatto e udito. Soffermandoci su quest’ultimo, sentire il "phst" dell’apertura, il "fizz" delle bollicine e il "pop" della linguetta permette di immergersi ancora di più in ciò che si sta vivendo.

In altre parole, grazie ai suoni le persone non hanno soltanto la possibilità di "sentire" la bevanda, quindi di vivere un’esperienza multisensoriale, ma anche di riconoscere immediatamente il brand. Questo significa che basta sentire uno di questi ‘rumori’ per pensare alla Coca Cola e, perché no, correre ad aprire una lattina. Ovviamente, niente è casuale e tutto è studiato per fidelizzare i clienti e spingerli all’acquisto quotidiano o, almeno, periodico.

I suoni si trasformano in musica

I suoni della Coca Cola, che si possono ottenere sia con la lattina che con la bottiglietta di vetro o plastica (seppur in modo un tantino diverso), sono diventati talmente importanti che è nata anche un’applicazione dedicata. Si chiama Coke SoundZ e consente di sperimentare e mixare questi ‘rumori’ "edificanti" tramite l’intelligenza artificiale.

Una follia? Non proprio, soprattutto se pensiamo al successo che nell’ultimo periodo ha avuto l’Autonomous Sensory Meridian Response, meglio conosciuta come ASMR. Non a caso, in molti sostengono che il "phst", il "fizz", il "pop" e "l’ice cube" della Coca Cola provochino una "risposta autonoma del meridiano sensoriale". In termini pratici, questi suoni vengono recepiti dal cervello come stimoli per il raggiungimento di uno stato di beatitudine e benessere.

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