In questo ristorante horror puoi mangiare gli ultimi pasti di famosi serial killer
All'interno del Last Meal Restaurant si possono mangiare gli ultimi pasti dei più famosi serial killer: uno strano gusto del macabro, che però ha uno scopo encomiabile.

Immaginate di sedervi al ristorante per mangiare uno degli ultimi pasti di famosi serial killer: sicuramente è un’idea che non piace a tutti, che potrebbe far rabbrividire anche gli horror addicted. Eppure, i last meal restaurant esistono e, a quanto pare, hanno pure parecchio successo.
Cosa sono i last meal restaurant?
Il primo last meal restaurant non poteva che aprire i battenti all’interno dell’Ohio Museum of Horror di Galion, in Ohio. Si chiama proprio The Last Meal e offre ai clienti un menù interamente basato sugli ultimi pasti di famosi serial killer. Sì, avete letto bene: al suo interno si può gustare, ad esempio, l’ultima cena scelta da John Wayne Gacy, uomo che ha rapito, torturato, sodomizzato e ucciso 33 adolescenti, oppure quella di Ted Bundy, autore di almeno 36 omicidi.
Non stupisce che il primo locale di questo tipo sia nato in America. Da sempre, il Paese di Donald Trump riserva un’attenzione spesso morbosa ai crimini più efferati. Basti pensare che molte delle serie tv dedicate ai serial killer nascono proprio negli Stati Uniti, dove ottengono un successo che non viene replicato in altre zone del mondo.
 
Condannato a morte mangia l’ultimo pasto
L’ultimo pasto dei condannati a morte
Secondo gli ultimi dati di Amnesty International, nel 2024 il numero di esecuzioni a livello globale ha raggiunto il livello più alto dal 2015, con 1.518 persone uccise in 15 Stati. Fortunatamente, in Italia la pena di morte per i reati commessi in tempo di pace, è stata abolita l’1 gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione.
In alcuni Paesi in cui è ancora in vigore, c’è l’abitudine di concedere un ultimo desiderio culinario ai condannati. Questi ultimi, il giorno prima dell’esecuzione, hanno la possibilità di ordinare il cibo che preferiscono, ovviamente rispettando alcune restrizioni. Questo dopo che, in Texas, Lawrence Brewer ordinò una cena troppo abbondante e costosa e, una volta arrivata in cella, non la toccò dichiarando di non avere più fame.
Il pasto di Brewer comprendeva: due bistecche di pollo con salsa gravy e cipolle, un cheeseburger con tripla pancetta, una frittata messicana, tre fajitas, alette di pollo al barbecue, una pizza, una ciotola di okra con ketchup, mezza pagnotta di pane bianco, gelato alla vaniglia Blue Bell, una fetta di fudge al burro di arachidi con arachidi tritate e tre birre. Un’ultima cena più che abbondante, che tra l’altro andò sprecata.
Ecco perché oggi, negli Stati in cui i detenuti hanno la possibilità di ordinare "the last meal" c’è un budget da rispettare, solitamente compreso tra 10 e 25 dollari, con l’eccezione di Florida e California dove si possono spendere tra i 40 e i 50 dollari.
Il menù di The Last Meal
Prima di scoprire i piatti principali del The Last Meal di Galion, una precisazione è d’obbligo: i profitti derivanti dal museo e dal ristorante vengono devoluti a varie fondazioni di sostegno alle vittime. Questo piccolo particolare rende un po’ meno macabra l’esistenza di locali di questo tipo.
Quanti hanno la curiosità di recarsi in Ohio potranno scegliere tra l’ultimo pasto di Ted Bundy, a base di 225 g di controfiletto e uova, patate fritte, pane tostato con burro e marmellata, latte, succo di frutta e caffè da bere, oppure quello di Aileen Wuornos, ossia un semplice hamburger con formaggio e cipolle e un caffè.
E ancora: il John Wayne Gacy con sei alette di pollo fritte, gamberi fritti, fragole fresche e patatine fritte, il Caryl Chessman con un panino al prosciutto e formaggio e una bottiglia di Coca-Cola, il Bonnie & Clyde con un panino alla mortadella fritta con senape, l’Elizabeth Ann Duncan, ossia una bistecca di controfiletto da 225 g e un’insalata e la Victor Feguer, composto da una sola oliva.
Invece, quanti hanno voglia di dolce possono puntare sull’ultimo pasto di Timothy McVeigh, ossia due pinte di gelato alla menta e cioccolato, o quello di Joe Arridy, una ciotola di gelato alla vaniglia. Il menù comprende pure le bevande, come il The Black Dahlia, in omaggio alla giovane uccisa nel 1947, a base di succo di melograno, succo di lime e succo di limone con acqua tonica, more pestate e una guarnizione di mirtilli.
 
            
















