Il granchio blu, tra insidie ed esportazione: ma cosa sta succedendo davvero?
L'Italia ha finalmente deciso come contrastare i granchi blu, pericolosi sia per l'equilibrio dell'ecosistema che per il commercio del settore ittico

I granchi blu continuano a rappresentare un problema non indifferente per il nostro Paese. Se ne parla meno, ma la situazione rispetto a qualche tempo fa non è assolutamente migliorata, anzi. È proprio per questo che Enrico Caterino, commissario straordinario nominato appositamente per questa emergenza, ha annunciato che l’Italia punterà sull’esportazione e su un consumo alternativo del crostaceo.
- Siamo davvero invasi dai granchi blu?
- Le implicazioni dell'invasione
- Il piano del governo e l'esportazione
- Quanto costa un kg di granchi blu?
Siamo davvero invasi dai granchi blu?
Era il 2008 quando l’Italia, la Basilicata per l’esattezza, si ritrovò a fare i conti per la prima volta con il granchio blu. Considerato il killer dei mari per la sua natura onnivora, è arrivato nel Belpaese dall’oceano Atlantico occidentale. Oltre alla voracità (si nutre di tutto, dai pesci alle cozze, passando per vongole, meduse, vermi e uova) si distingue dagli altri granchi a cui siamo abituati per la grandezza. Può arrivare a 15 centimetri di lunghezza e 25 centimetri di larghezza, raggiungendo anche il chilo di peso.
Chiamati granchi blu perché le chele degli esemplari maschi sono di colore blu (quelle delle femmine sono rosse), sono presenti in diverse regioni italiane, specialmente Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Essendo una specie molto resistente, competitiva, aggressiva e dalle grandi capacità di nuovo, è riuscita a insediarsi bene nel Belpaese ed è pressoché impossibile liberarsene.
Le implicazioni dell’invasione
La presenza dei granchi blu nei nostri mari, però, non rappresenta un traguardo da festeggiare. A rimetterci sono sia i pescatori che l’ambiente. Essendo predatori voraci che si nutrono di una vasta gamma di organismi, tra cui molluschi, crostacei e pesci di piccola taglia, hanno portato a una netta diminuzione delle specie autoctone, alterando l’equilibrio della catena alimentare e riducendo la biodiversità.
In termini pratici, i pescatori si ritrovano con raccolte di vongole e pesci nettamente inferiori rispetto al passato, per non parlare delle reti continuamente distrutte. Invece, per quanto riguarda il benessere ambientale, questi crostacei, seppur arrivati in Italia a causa del cambiamento climatico, possono introdurre nell’ecosistema nuovi patogeni o parassiti e causare ulteriori danni alla fauna marina.

Grande esemplare di granchio blu
Il piano del governo e l’esportazione
Vista la pericolosità dei granchi blu, nel 2024 il Governo Meloni ha nominato un commissario ad hoc per questa emergenza, Enrico Caterino. È stato proprio lui, lo scorso 29 luglio, ad aggiornare la popolazione sul piano già in funzione per contrastare questa specie invasiva. Visto che in Italia il commercio del granchio blu non ha avuto successo, l’esportazione sembra una buona soluzione.
In Sri Lanka il granchio blu è considerato una vera prelibatezza, tanto che "lo inseguono in tutto il mondo". Pertanto, iniziare un commercio con il Paese asiatico potrebbe rappresentare una buona soluzione, anche per i pescatori. Al momento, solo il Veneto esporterà i suoi crostacei in territorio srilankese, mentre l’Emilia Romagna ha stretto accordi con una società della Tunisia.
L’esportazione non è l’unica scappatoia. Si sta sperimentando "un macchinario per trasformare il granchio blu in cibo per animali domestici" e si stanno perfezionando delle "macchine costituite da dissuasori acustici e visivi per allontanare i granchi dagli allevamenti di bivalve". Negli allevamenti, inoltre, stanno provando a muoversi anche con la diversificazione, applicando "tecniche che favoriscono la resistenza dell’ostrica al granchio blu, che, a parte la fase iniziale, resiste meglio agli attacchi di questa specie".
Quanto costa un kg di granchi blu?
Stando a quanto riferito da Caterino, in Veneto, da aprile a luglio, sono state catturate 780 tonnellate di granchio blu, mentre in Emilia Romagna 463 tonnellate. Numeri importanti che, nonostante gli sforzi degli chef di inserire il crostaceo incriminato in tante ricette, sono rimasti sul groppone a diversi produttori ittici. Questo, ovviamente, comporta pure un corretto smaltimento del prodotto invenduto.
Sicuramente, non è il prezzo il motivo per cui i consumatori non acquistano i granchi blu. Il costo può variare da regione a regione e in base all’abbondanza, ma generalmente si attesta intorno ai 5/6 euro al chilo.