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Il trionfo del gusto: il cibo italiano prende posto nelle tavole di tutto il mondo

Il cibo italiano conquista il mondo e continua a crescere anche in casa: tra record, nuove mete e consumi a chilometro zero, i numeri raccontano il suo successo

Cibo italiano 123rf

C’è chi lo porta in tavola ogni giorno e chi lo mette in valigia, come un souvenir che profuma di casa: il cibo italiano continua a muovere emozioni e appetiti ben oltre i confini nazionali. È un patrimonio che si rinnova, fatto di sapori che sembrano familiari anche a chi non li ha mai assaggiati, e che ormai riescono a parlare un linguaggio universale.

Ma c’è di più. Dietro i piatti che riconosciamo al primo morso, dagli affettati alle ricette regionali, si muove una filiera che cresce, conquista mercati e conquista nuovi consumatori. I numeri raccontano una storia di successi che non riguarda soltanto l’orgoglio nazionale, ma anche la capacità di adattarsi, innovare e resistere ai cambiamenti.

Il ritratto della situazione: i dati

Secondo l’analisi di Confartigianato riportata da diverse fonti, il 2024 è stato l’anno del record per l’agroalimentare italiano, con un export che ha raggiunto i 58,7 miliardi di euro, il livello più alto dal 1995.

Un risultato che non si è esaurito con la chiusura dell’anno: nei primi sei mesi del 2025 le esportazioni hanno continuato a crescere, con un incremento del 5,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A questa crescita all’estero si affianca un segnale positivo anche sul mercato interno: la spesa complessiva degli italiani in beni alimentari nel 2024 ha toccato quota 196,2 miliardi di euro, con aumenti sia rispetto al mese precedente (+1,4%) che su base annua (+2,8%).

Segnali che mostrano come il cibo made in Italy non solo rafforzi la propria presenza internazionale, ma mantenga solide radici anche nella quotidianità dei consumi domestici.

Cibo italiano all’estero: i trend

Il 2024 è stato un anno d’oro per l’export alimentare italiano. I mercati esteri si stanno diversificando e aprono nuove rotte per i sapori tricolore. Le crescite più marcate arrivano da Paesi vicini ma in forte espansione nei consumi di qualità.

Polonia (+16,9%) e Spagna (+16,5%) guidano la classifica, seguite da incrementi significativi nei Paesi Bassi (+8,3%) e in Belgio (+7,4%). Anche le piazze storiche confermano il loro interesse: Germania e Stati Uniti, rispettivamente primo e secondo mercato per l’agroalimentare italiano, hanno registrato entrambe un aumento del 5,3%.

La spinta all’estero non si limita a vino e pasta, simboli riconosciuti del nostro Paese. Crescono anche settori come il pane fresco e i dolci da ricorrenza, che valgono oltre 1,1 miliardi di export, e i vini DOC e IGT, che raggiungono 8,1 miliardi di euro, collocando l’Italia al secondo posto in Europa dietro la Francia.

A dare sostanza a questa offerta ci sono 328 prodotti certificati DOP, IGP e STG e ben 5.717 prodotti agroalimentari tradizionali (PAT), un mosaico di eccellenze che rendono il cibo italiano sempre più competitivo nel mondo.

Cosa succede in Italia?

La crescita del cibo italiano non è soltanto una questione di export: anche dentro i confini nazionali i consumi raccontano un andamento positivo. Nel 2024 la spesa complessiva delle famiglie italiane per i beni alimentari ha toccato i 196,2 miliardi di euro, con un incremento dell’1,4% rispetto al mese precedente e del 2,8% su base annua.

È un segnale che, nonostante le difficoltà economiche, gli italiani continuano a considerare la qualità del cibo una priorità, privilegiando prodotti capaci di coniugare gusto e identità.

Un fenomeno che spicca è quello del chilometro zero: nel 2024 sono stati 12,1 milioni i consumatori che hanno scelto prodotti locali, con un’incidenza particolarmente forte nel Mezzogiorno, dove il dato sale al 29,8%, e tra le donne, con il 25,2%.

È la conferma che la filiera corta non è più un mercato di nicchia ma un’abitudine diffusa, che si intreccia con il desiderio di sostenere produttori locali e garantire freschezza e tracciabilità.

Dentro questo scenario emergono anche i protagonisti della tradizione dolciaria e gelatiera. Solo per il gelato, le famiglie italiane spendono ogni anno circa 1,9 miliardi di euro, con una rete di oltre 9.400 laboratori, di cui più di 6.200 artigiani. È la dimostrazione di come il gusto italiano, oltre ad alimentare l’export, continui a rinnovarsi nelle scelte quotidiane degli stessi italiani.

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