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Dalla Palenta al Tuscany Cheddar: i cibi italiani contraffatti continuano a infestare i supermercati di tutto il mondo

Il mercato dei cibi italiani contraffatti vale più di 120 miliardi di euro: ecco quali sono i prodotti più imitati e il Paese leader nella produzione.

Tagliere di legno con salame e parmigiano 123rf
Tagliere di legno con salame e parmigiano

Se è stata istituita una Giornata mondiale contro la contraffazione (12 giugno di ogni anno) ci sarà un motivo. In molti pensano erroneamente che i "falsi" riguardino soprattutto il settore dell’abbigliamento e degli accessori, ma ad allarmare è soprattutto il comparto agroalimentare. Secondo l’ultima analisi di Coldiretti, il cosiddetto italian sounding vale più di 120 miliardi di euro. Scopriamo quali sono i cibi italiani più contraffatti e i Paesi che ‘copiano’ come se non ci fosse un domani.

Quali sono i cibi italiani più contraffatti

L’ultima analisi di Coldiretti parla chiaro: due prodotti agroalimentari italiani su tre sono falsi. Questo significa che, pur spacciandosi per nostrani, non hanno alcun legame produttivo e occupazionale con il Belpaese. Un fenomeno diffuso in tutto il mondo, tanto che è stata coniata un’espressione apposita, italian sounding. Questo mercato del "falso" ha un valore globale che supera 120 miliardi di euro e, ovviamente, ha un impatto negativo sulla nostra economia e sull’immagine della filiera agroalimentare italiana.

Dal Tuscany Cheddar alla Palenta, passando per il Parmesan, il San Daniele Ham e il Salama Napoli: sono davvero tanti i cibi italiani contraffatti. Ma perché i consumatori preferiscono gli italian fake agli originali? Sicuramente, i prezzi inferiori giocano un ruolo importante, ma anche le tecniche di marketing non sono da meno. Stati Uniti d’America, Australia, Sud America e via dicendo hanno studiato un packaging ad hoc, che evoca l’Italia sia per il nome del prodotto che per le immagini. Ergo, gli acquirenti sono portati a pensare che stanno acquistando una prelibatezza made in Italy a buon mercato.

Per rendere l’idea, parliamo di un mercato che solo in America supera i 40 miliardi di euro. Restando nel paese di Donald Trump, che tra l’altro vince il premio di ‘copiatore’ più proficuo, basti pensare che nei supermercati tra i prodotti che vengono spacciati per italiani solo uno su sette viene davvero dal Belpaese. A questo punto, la domanda sorge spontanea: quali sono i cibi nostrani più contraffatti al mondo? La lista è lunga, ma quelli più imitati sono:

  • Parmigiano Reggiano;
  • Mozzarella di Bufala;
  • Prosecco;
  • Pecorino;
  • Gorgonzola;
  • Grana Padano;
  • Prosciutto San Daniele e Parma;
  • Asiago;
  • Chianti;
  • Sangiovese;
  • Pomodoro;
  • Olio extra vergine di oliva;
  • Pasta di semola di grano duro;
  • Birra;
  • Salame Toscano;
  • Palenta;
  • Tuscany Cheddar;
  • Tuscany Olive Oil.
Invitante pezzo di parmigiano con un po' di grattugiato IPA

Invitante pezzo di parmigiano con un po’ di grattugiato

Stati Uniti d’America: paese leader dell’italian fake

I cibi italiani più contraffatti sono soprattutto formaggi e salumi, ma possiamo tranquillamente dire che il mercato agroalimentare del falso interessa ogni alimento. Gli Stati Uniti si confermano il Paese leader nella produzione dell’italian fake. Un esempio lampante? Il 90% dei formaggi commercializzati negli Usa sono spacciati per italiani, ma in realtà vengono prodotti localmente in zone come Wisconsin, California e New York.

Anche se gli Stati Uniti detengono il primato, ci sono altri Paesi che lavorano alacremente per garantire alla popolazione prodotti italiani che non sono tali. Gli Usa sono seguiti da Cina, Germania, Brasile e Argentina. Secondo Coldiretti, interrompendo questo mercato legale del falso in Italia potrebbero nascere fino a 300mila nuovi posti di lavoro, ma, con estrema onestà, sembra un progetto ormai irrealizzabile.

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