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Ricette con Colorante alimentare di vari colori

Chiamati anche additivi alimentari, i coloranti alimentari di vari colori sono molto diffusi nei cibi di consumo quotidiano ma magari non ve ne siete mai accorti. Ecco cosa sapere Cosa sono i coloranti alimentari di vari colori e in quali alimenti si trovano

coloranti alimentari non sono alimenti bensì sostanze senza alcun valore nutritivo, o comunque utilizzate per fini non nutritivi, aggiunte durante la lavorazione dei prodotti alimentari per migliorare l’aspetto di bevande e alimenti. La loro utilità è prettamente decorativa: riproducono specifiche caratteristiche cromatiche oppure enfatizzano la colorazione originaria.

Colorante alimentare di vari colori, principali proprietà

A livello normativo, i coloranti alimentari sono categorizzati come “additivi”, ugualmente a conservanti, emulsionanti, esaltatori di aroma e antiossidanti. In Europa sono ammessi solo i coloranti che vengono autorizzati dall’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Tutti gli alimenti, freschi e confezionati, che contengono coloranti alimentari devono esplicitarlo in etichetta: nella lista degli ingredienti sono menzionati con una sigla composta dalla lettera “E” seguita da un numero compreso tra 100 e 199. Ne esistono di due tipi: sintetici e naturali. I primi sono, appunto, artificiali come nel caso di quelli azoici di cui andrebbe oltretutto limitato l’uso; i secondi provengono da piante e semi, solitamente erbe, ortaggi, frutta, petali di fiori, addirittura dagli insetti. Ad esempio, il colorante E120, alias rosso cocciniglia, si ricava dall’essiccazione delle uova o dell’insetto appartenente alla famiglia della coccoidea.

Colorante alimentare di vari colori, usi in cucina

I coloranti naturali dal 2011 hanno superato quelli sintetici nei nuovi prodotti lanciati sul mercato e rappresentano il 40% di quelli usati nel mondo alimentare. Si possono presentare sotto forma di liquidi, gelpasta o perlati. Conferiscono un aspetto invitante e più appetibile al cibo. Enfatizzano gelati, sciroppi, caramelle, creme, carne in scatola, polpa di granchio, bibite e una quantità infinita di altri alimenti. Un esempio su tutti, la Red Velvet. Questa categoria di coloranti deriva esclusivamente da alimenti naturali che si estraggono da frutta, verdura, spezie, erbe: l’annatto, da una pianta del Sudamerica e classificato come E160b; la paprika; lo zafferano; il licopene, estratto dai pomodori; il beta-carotene. Celebre è la cocciniglia, menzionata poche righe sopra, il rosso carminio impiegato per tingere l’Alchermes.

Colorante alimentare di vari colori, benefici e controindicazioni

Oltre a conferire un aspetto più invitante, le colorazioni degli alimenti influenzano a livello psicologico la percezione del cibo giocando un forte impatto emozionale. In modo inconscio intervengono su metabolismo, senso di fame e umore. Oltre a consigliare di consumare quelli naturali nell’arco di un paio di giorni, i coloranti alimentari non sembrano essere pericolosi. Tuttavia, esistono 16 additivi segnalati dall’Efsa potenzialmente nocivi, da non assumere in dosi superiori a quelle consentite dalla legge.

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