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Le ragioni per cui beviamo il caffè a fine pasto (specie dopo grandi pranzi e cenoni)

Quanti amano il caffè, non rinunciano mai a una tazzina a fine pasto, ma perché questa abitudine è così radicata? La scienza non ha dubbi: è un mix di tradizione e falsi miti.

Bere il caffè a fine pasto 123f
Bere il caffè a fine pasto

Per gli italiani, il caffè è un rito in qualunque momento della giornata. Eppure molti sono convinti che l’espresso di fine pasto abbia un significato tutto suo, collegato sia a benefici fisici che a ragioni conviviali ben precise. Ma, qual è la verità?

Caffè a fine pasto: i presunti benefici

Attorno al caffè girano tanti falsi miti, alcuni più credibili degli altri, ma solo uno riscuote successo in tutta Italia. Stiamo parlando della tradizione di bere un buon espresso a fine pasto. Qualcuno sostiene che l’oro nero, specialmente dopo un lauto banchetto, sia necessario per agevolare la digestione. Altri, invece, credono che aiuti a evitare il classico "abbiocco" post abbuffata e altri ancora che sia uno dei modi migliori per concludere un momento piacevole, allietato dalla presenza di amici o familiari.

Insomma, il caffè a fine pasto è un rito a cui difficilmente si può rinunciare. Sicuramente, se la compagnia è stata di gradimento aiuta a rendere tutto ancora più piacevole, mentre se è stata disastrosa consente di "digerire" meglio presenze di cui avremmo volentieri fatto a meno. Ma, cosa dice la scienza?

Tazzina di caffè fumante 123rf

Tazzina di caffè fumante

Il parere della scienza

Che il caffè sia un momento conviviale, nessuno lo mette in dubbio. Pensiamo, ad esempio, alla classica proposta "ci vediamo per un caffè", che altro non è che una scusa per vedersi e scambiare quattro chiacchiere, o alla cosiddetta "pausa caffè" in ufficio. Quindi sì, l’espresso ha un suo valore sociale molto forte.

Da un punto di vista fisico, l’oro nero apporta diversi benefici ormai riconosciuti da tempo, ma è bene sottolineare che gli effetti dipendono sia dalle condizioni di salute dell’individuo che dalla qualità e dalle quantità ingerite. Innanzitutto, è stimolante, quindi aiuta a svegliarsi o a recuperare le energie. Attenzione, però, perché ciò non accade al mattino appena svegli. Questo perché è in quel momento che il nostro organismo produce cortisolo, ossia l’ormone della ghiandola surrenale che garantisce la corretta funzionalità di svariate attività.

Il cortisolo, ad esempio, regola pressione sanguigna, glicemia e sistema immunitario, e i suoi livelli iniziano a crescere proprio appena svegli, raggiungendo il picco entro un’ora dall’apertura degli occhi. Pertanto, bere caffè appena si scende dal letto equivale a interrompere la produzione dell’ormone. Ecco perché il primo espresso della giornata andrebbe consumato a distanza di due ore dal risveglio.

Ma tornando a Bomba, il caffè a fine pasto fa davvero digerire? Dipende da ciò che avete mangiato. Se il banchetto è stato particolarmente abbondante, i grassi assimilati interagiscono negativamente con la caffeina. In altre parole, il metabolismo non riesce ad assimilare gli zuccheri che, di conseguenza, restano in circolo nel sangue. Pertanto, in situazioni di questo tipo è preferibile attendere la fine del processo digestivo prima di gustare "’na tazzulella ‘e café".

Al contrario, se avete mangiato senza eccessi, l’espresso stimola la salivazione e la secrezione dei succhi gastrici, quindi favorisce la digestione.

A che ora bere il caffè?

Come avrete facilmente intuito, l’abitudine di bere il caffè a fine pasto, specie dopo grandi pranzi e cenoni, con la convinzione di accelerare la digestione non è altro che un falso mito. Secondo la scienza, se il banchetto è stato lauto, bisognerebbe attendere la fine del processo digestivo. Tuttavia, ribadiamo che gli effetti dell’espresso variano in base a tanti fattori, sia fisici che relativi alla tipologia di caffè scelto.

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