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C'è un motivo se mangiare la pasta ti rende felice (ed è scientifico)

Se fino a oggi avete escluso la pasta dalla dieta state sbagliando di grosso: il consumo di carbonara & Co. rende felici. A dirlo è la scienza.

Piatto di fettuccine con la pancetta
Un piatto di fettuccine (che può renderti felice)

Vi è mai successo di gustare un bel piatto di carbonara o amatriciana e sentirvi sereni come non mai? Se la risposta è affermativa, sappiate che il merito non è tanto della ricetta, ma della scienza. Secondo un recente studio italiano, infatti, mangiare la pasta rende felici e riduce le emozioni negative.

Lo studio sulla "felicità da pasta"

Una pasta al forno filante, un timballo ricchissimo e cremoso, oppure un bel piatto di spaghetti "a vongole": non importa quale ricetta scegliate, la felicità che proverete durante il consumo sarà sempre la stessa. Ovviamente, se si è in compagnia è meglio ancora. A dirlo è un recente studio condotto dall’Università Iulm di Milano, che ha esaminato gli effetti neurologici di spaghetti & Co.

Realizzata dal Behavior & Brain Lab per conto di Unione italiana food, la ricerca ha preso in esame le reazioni cerebrali di 20 coppie di partecipanti tra i 25 e i 55 anni durante attività condivise. I soggetti analizzati sono stati sottoposti a brain tracking, tecnica di neuromarketing che indaga le attivazioni del cervello, le vibrazioni del battito cardiaco e la microsudorazione. Quattro i momenti proposti e studiati: visione di un film, conversazione libera, gioco collaborativo e consumo di un bel piatto di penne al pesto.

Considerando che la conversazione è un’attività naturale per tutti gli esseri umani (o quasi), è stata presa anche come parametro di confronto. I partecipanti sono stati analizzati tramite tre approcci: neuroanalisi con elettroencefalogramma (volta a monitorare gli stati emotivi e cognitivi), bioanalisi (per misurare l’attivazione fisiologica tramite battito cardiaco e reazione cutanea) e questionari inerenti l’esperimento.

I dati raccolti sono stati esaminati usando cinque parametri: indice emotivo, indice di coinvolgimento, indice di memorizzazione, analisi dell’esperienza razionale e scala di inclusione dell’altro nel sé. Il risultato, specialmente se messo a confronto con le altre attività collettive, è sorprendente.

Un appetitoso piatto di pasta alla carbonara

Un appetitoso piatto di pasta alla carbonara

Non solo felicità, la pasta agisce anche sulla memoria

Stando a quanto emerso dalla ricerca, mangiare pasta rende felici in quanto scatena un’attivazione emotiva superiore del 110% rispetto alle altre attività, ossia film, gioco e conversazione. Per intenderci, le penne al pesto hanno battuto la visione del film con un punteggio di 0.61 contro lo 0.35.

A stupire, però, non è solo lo stimolo della serotonina, ma anche quello della memoria. Sembra, infatti, che spaghetti & Co. siano in grado di attivare processi mnestici più intensi dell’87% rispetto alle altre attività. Come se non bastasse, quando si mangia la pasta le emozioni negative diminuiscono del 24% e lo stato d’animo diventa più positivo del 12%, per una sincronia cognitiva ed emotiva maggiore del 25%.

"I risultati ci dicono che sono proprio i momenti in cui mangiamo la pasta quelli che ci attivano maggiormente a livello emotivo, possiamo affermare che la pasta è un vero e proprio catalizzatore di relazioni e che un piatto di spaghetti a centro tavola può dar vita ad una rete sociale", ha dichiarato Vincenzo Russo, professore di psicologia dei Consumi e Neuromarketing alla Iulm.

Considerando che la pasta viene sempre più spesso demonizzata perché vista come calorica e poco dietetica, questo studio è molto importante. Per noi italiani non è soltanto un comfort food, ma è anche l’alimento che, più di tutti gli altri, rappresenta la famiglia, la convivialità, la gioia di trascorrere del tempo con i propri affetti.

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