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Intervista ad Alessio Cicchini: chi è Rucoolaaa di Non Buttarlo!

Dagli scarti alimentari a un libro e oltre 100mila follower: Rucoolaaa si racconta a Buonissimo e ci spiega come non buttare via nulla.

La cucina antispreco di Rucoolaaa

Non buttarloooo! È diventato ormai un tormentone sui social ed è molto più di uno strillo, è un vero e proprio manifesto ideato e creato da Rucoolaaa, il food influencer che ha cambiato il modo di vedere gli scarti in cucina.

Quello che stiamo vivendo è forse uno dei momenti più bui dal punto di vista del clima e della carenza delle risorse alimentari. I complici di questo fenomeno nocivo per il Pianeta sono l’abuso dei consumi di materie prime di origine animale, la mancanza di consapevolezza per quanto riguarda la provenienza degli ingredienti e, senza dubbio, la forte tendenza allo spreco.

Rucoolaaa, con il suo tono fresco e leggero a cui non manca di certo l’ironia, ci insegna che quelli che per troppo tempo abbiamo considerato scarti da buttare nel cestino dell’umido, sono in realtà ingredienti preziosi che possono dare origine a ricette e sapori nuovi. La sua carta vincente? Sicuramente il suo approccio, che non è mai giudicante e non vuole mai imporsi. Rucoolaaa si limita a dare dei consigli per ridurre al minimo gli sprechi alimentari e la cosa che fa funzionare questo suo modo di recuperare avanzi e scarti, è che tutto questo è in primis testato da lui e funziona!

Partito dai suoi famosi culetti, che non sono altro che gli scarti degli estremi degli ortaggi che possono essere ripiantati per diventare nuovi ingredienti da usare in cucina o graziose piante ornamentali per dare un aspetto più green alla propria casa, Rucoolaaa ha sviluppato il concetto di antispreco fornendo ai suoi numerosi follower (ad oggi oltre 100mila solo su Instagram), ottime ricette e trucchetti di cucina che sono poi diventati anche un libro "NON BUTTARLO!", già alla seconda ristampa in pochi mesi dalla sua prima uscita.

Lontano dalla presunzione di fare la classica lezioncina, Rucoolaaa non vuole fare altro che dimostrarci che ogni nostro piccolo gesto può fare la differenza e che prima di essere i responsabili di quello che nel mondo non sta funzionando, siamo noi stessi la risorsa preziosa che può finalmente cambiare le cose con il minimo impegno.

Certo, in un paese come l’Italia, che fa della tradizione gastronomica il suo punto di forza irremovibile, non è facile far digerire ricette creative e dalle influenze internazionali, ma Rucoolaaa ha colto la sfida e il suo mood intelligente e sempre divertente sta avendo ragione, a dimostrarlo è il suo straordinario seguito.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare Rucoolaaa, che ci ha raccontato chi è quando non è davanti allo smartphone e ci ha fatto entrare nel suo magnifico progetto che, speriamo, possa fare innamorare anche voi.

Chi c’è dietro Rucoolaaa?

Mi chiamo Alessio Cicchini, ho 30 anni e sono un social media manager, food specialist e recipes developer. Il mio percorso di studi c’entra molto poco con quello che è diventato poi il mio lavoro. Ho frequentato il liceo classico e sono laureato in lettere moderne, ma ho sempre avuto una grandissima passione per il cibo. Ho deciso di sfruttare subito il mio bagaglio formativo umanistico per applicarlo al mondo della comunicazione della cucina. Ho lavorato per 8 anni in un’agenzia di comunicazione su brand di cibo e per programmi tv correlati a questo universo.

Com’è nata l’idea di Rucoolaaa? C’è stato un momento preciso in cui hai pensato che dovevi lavorare a questo progetto?

L’idea di Rucoolaaa è nata dalla voglia di fare qualcosa di mio, in cui sentirmi completamente libero e che riguardasse la realizzazione di ricette e di contenuti sui social legati al mondo del cibo. Io sono stato un social media manager e un food specialist in un’agenzia, ma l’universo dei brand ha comunque dei limiti e dei paletti da rispettare. Io avevo la necessità di sperimentare, di esprimermi e di fare qualcosa in libertà rispettando solo le mie regole. Una sera, a casa mia, ho girato il primo video e così è iniziato tutto.

Numeri altissimi sui social, un libro, varie rubriche e interventi su diversi canali istituzionali: quando hai iniziato, puntavi a tutto questo o è capitato?

Sembra retorico ma è così: non mi aspettavo tutto questo. Ero partito con l’idea di aprire un canale dedicato alla cucina vegetale e vegetariana senza particolari messaggi. I miei primi contenuti ad andare virali sui social sono quelli legati al regrowing, che è questa particolare tecnica di agricoltura domestica che consente di fare ricrescere gli scarti di alcuni tipi di ortaggi e dare vita a quello che è di fatto un clone della pianta madre. Quando questo è successo ho intuito che quello dell’antispreco poteva essere un mondo da esplorare e, perché no, da integrare al mio concetto di cucina vegetariana e vegetale. La strada degli scarti alimentari non era ancora particolarmente battuta ed era comunque un’attenzione che io mettevo da anni nella mia cucina, sia per fare economia domestica sia perché non mi è mai piaciuto sprecare o buttare il cibo.

Non Buttarlo! Questo è il payoff del tuo progetto, ma anche il titolo del tuo primo libro. Ti va di raccontarci di questa pubblicazione che sta avendo tantissimo successo?

Assolutamente! Questo libro è la somma di tutto quello che è finora il pensiero del mio progetto. Ho cercato di condensare nel modo più esaustivo possibile gli usi e i tips di alcuni degli scarti alimentari, di bucce, gambi, torsoli e di tutto quello che viene solitamente buttato. Nel libro ho inserito 27 scarti selezionandoli con cura e coinvolgendo anche i follower chiedendo loro quali fossero quelli più comuni nella loro cucina. Per me NON BUTTARLO! è un libro da tenere in dispensa, mi piacerebbe che le persone non comprassero appositamente gli ingredienti per replicare le mie ricette, ma che lo consultassero prima di buttare via qualsiasi scarto così da accorgersi che la buccia delle mele con cui hanno fatto la torta, può ad esempio diventare un delizioso liquore da fine pasto o un magnifico porridge per la colazione.

Il successo di Rucoolaaa è partito dai social. Hai tantissimi follower che ti seguono con interesse e passione, ma la sostenibilità passa anche dai valori umani. Come ti posizioni sul versante haters? 

Devo dire che da questo punto di vista, per il momento, sono molto fortunato perché mi capita raramente di avere commenti negativi sui miei contenuti. Quando capita, io non me la prendo e se rispondo lo faccio in modo molto ironico. Sono contento di avere costruito una community molto sana.

Torniamo al cibo. Che ruolo ha avuto il cibo nella tua infanzia e che ruolo ha adesso che sei adulto?

Il cibo per me è tutto. Me ne reso conto tardi, nel senso che ho preso coscienza di questo amore probabilmente grazie al mio lavoro in agenzia, intorno ai 22-23 anni. Questa passione c’è sempre stata ma per un periodo della mia vita era forse solo un po’ assopita in me. Quando ero bambino andavo sempre a trovare mio padre al pomeriggio. Lui è attualmente uno chef in pensione e l’unico modo che avevo per vederlo un po’ di più, era quello di passare dal suo lavoro e lì mi faceva giocare spesso con gli scarti di cucina della linea del mattino. Mi affascinava tanto guardarlo, mi ha trasmesso la sua passione e tanti insegnamenti. Poi non ho più praticato la cucina fino a quando non sono andato a vivere da solo trasferendomi dall’Abruzzo a Milano. In quel momento, per necessità, ho dovuto prendere confidenza con la cucina ed è lì che sono riaffiorati tutti i ricordi che, fino ad allora, non avevo ben organizzato nella mia testa. Contestualmente mi sono ritrovato a lavorare nel mondo del cibo, piano piano ho riscoperto tutta la mia passione e mi sono chiesto come avessi fatto a non aver capito prima che tutto questo sarebbe stata la mia vita. Oggi cucino per lavoro, ma mi piace tantissimo ripercorrere la storia della mia famiglia, delle mie origini e cucinare a camere spente per il solo gusto di stare in contatto con il cibo.

C’è un ingrediente che consideri Buonissimo, che ami e di cui non puoi fare a meno? Ti va di raccontarci un motivo o un aneddoto?

Beh, chiaramente la rucola. Non a caso ho scelto questo nickname. La rucola mi piace tantissimo, è il mio cibo preferito. Un po’ piccante, un po’ amara e un po’ fresca, credo che mi rappresenti. Non c’è un vero e proprio aneddoto legato a questo ingrediente, ma quando andavo a ristorante da piccolo, ordinavo sempre la pizza margherita con aggiunta di rucola e grana, strana questa scelta per un bambino di pochi anni, ma io già all’epoca ero pazzo per la rucola. Attualmente la coltivo addirittura nel mio balcone, provateci anche voi perché è davvero una soddisfazione.

Se dovessi raccontarti con una ricetta, quale sarebbe?

Credo che sarebbe la pasta al vino di mio padre perché è una ricetta del cuore e della mia infanzia. È una semplice pasta fatta con il vino e la versione che mi racconta è molto anni ’80 perché mio padre ci mette anche la panna essendo lui di una scuola un po’ vintage rispetto alla nostra. Questa è una ricetta che parla di me, ma anche della mia famiglia perché un piatto accogliente, caldo, di conforto. Ogni volta che la cucino penso alle scampagnate in montagna con i parenti, alle cene e i pranzi in famiglia, ma anche ai miei primi tentativi di cucina durante l’università quando per farla acquistavo un pessimo vino a poco prezzo e alle prime cene che ho preparato per il mio fidanzato. La pasta al vino mi racconta.

Qual è la preparazione a cui tieni di più del tuo libro?

È sicuramente una ricetta dolce fatta con il gambo del broccolo. Si tratta dei miei muffin dolci al cioccolato con il gambo del broccolo. So che può sembrare assurdo questo abbinamento, ma dopo averli provati è impossibile non riprovarli. Ho fatto parecchie prove per arrivare a questa ricetta e sono partito dal fatto che il gambo del broccolo ricorda un po’ il sapore dolce della zucchina. Nella cucina americana vengono preparati molti dolci con la zucchina e ho provato a fare questo impasto. Quando li ho preparati la prima volta, li guardavo mentre cuocevano in forno e dicevo "speriamo che vengano buoni, speriamo che vengano buoni". Appena sfornati ho subito capito che la ricetta era quella giusta e quindi questi muffin sono la preparazione del mio libro di cui vado più fiero.

Sei vegano o vegetariano? Cosa pensi di chi è onnivoro?

Io oggi mi definisco un vegetariano sociale (ride, ndr), perché consumo latte, latticini, derivati e uova solo se sono fuori casa e non trovo o non ho un’alternativa completamente vegetale. A casa cucino solo vegetale. Degli onnivori non penso nulla, non ho intenzione di imporre la mia visione sulla cucina vegetale. Questo tipo di consapevolezza, che si acquisisce soltanto informandosi, deve venire dal singolo e nessuno può e deve imporsi. Io faccio divulgazione e cerco, attraverso le mie ricette e i miei contenuti, di trasmettere il messaggio della cucina vegetale, ma senza mai impormi su nessuno.

Ho appena aperto il mio frigorifero e ho visto olive verdi, zucca e timo. Cosa mi prepareresti?

Dipende. Si potrebbe fare una vellutata. Se le olive verdi sono sott’olio, l’olio di conservazione può essere usato per far liberare l’aroma del timo in padella, aggiungere i cubetti di zucca e fare una bella vellutata. Oppure si potrebbe anche fare semplicemente la zucca al forno con il timo e aggiungere le olive prima di servire. Se hai un po’ di pasta, puoi realizzare un ottimo primo. In questo momento sono ossessionato dai risoni, un piccolo formato di pasta simile ai chicchi di riso che condirei con qualsiasi cosa, anche con timo, olive e crema di zucca.

Qual è il futuro di Rucoolaaa? Puoi spoilerarci qualche nuovo progetto o almeno dirci quali canali coinvolgerà?

Il 2024 di Rucoolaaa è ancora un po’ un’incognita. Ci sono dei progetti, anche abbastanza grandi, ai quali sto lavorando e che spero che si concretizzino presto. Posso dire di voler andare sempre più anche offline, uscire dai social per fare eventi, talk, divulgazione nelle scuole, che è una cosa che ho già fatto e che mi è piaciuta moltissimo. Spero di connettere il mio progetto sempre di più con il mondo reale.

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