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La birra più piccola del mondo è grande quanto un chicco di riso

Carlsberg trasforma una goccia di birra in un potente messaggio sul consumo responsabile

Birra Ufficio Stampa
La birra più piccola del mondo

Carlsberg ha deciso di stupire tutti, ma non con una nuova lager o un packaging futuristico: questa volta il colosso danese ha scelto di parlare di moderazione riducendo la birra alla sua essenza più estrema, fino a trasformarla in un oggetto quasi invisibile, grande poco più di un chicco di riso. Una bottiglietta di soli 12 millimetri, con un’etichetta minuscola, un tappo sigillato applicato a mano e un’unica goccia di birra analcolica al suo interno: 0,005 centilitri. Un gesto radicale, al limite dell’assurdo, che però ribalta il concetto stesso di consumo, trasformando la birra in un simbolo, in un invito a rallentare, a godere delle cose con misura, a bere con consapevolezza.

Ciò che potrebbe sembrare una semplice trovata di marketing è in realtà un progetto complesso, costruito con una cura maniacale per i dettagli. Carlsberg ha coinvolto l’istituto di ricerca svedese RISE, specializzato in microtecnologie, che ha sviluppato strumenti capaci di riempire la minuscola bottiglia con la precisione della fibra ottica. Per la realizzazione del vetro si è invece affidata a Glaskomponent, un’azienda che lavora tradizionalmente sul vetro da laboratorio e che ha dovuto adattare il proprio know-how a una scala ridotta fino all’impossibile. Infine, l’artista delle miniature Åsa Strand ha completato l’opera applicando il tappo, la colorazione e la micro-etichetta, come si farebbe con un’opera d’arte più che con un prodotto commerciale, dimostrando quanto la pazienza umana possa ancora superare qualsiasi tecnologia.

E poi c’è la goccia di birra, perché anche quella è stata pensata, studiata e brassata su misura. Carlsberg l’ha prodotta nel proprio birrificio sperimentale di Falkenberg, in Svezia, con l’obiettivo di concentrare un sapore intenso in una quantità infinitesimale, quasi come se volesse ricordare che il gusto – quello vero – non ha bisogno di abbondanza. Un dettaglio che riporta al cuore del progetto: non si tratta di un vezzo estetico, ma di un manifesto liquido. Come ha spiegato Casper Danielsson, responsabile della comunicazione di Carlsberg Svezia, questa è probabilmente "l’idea più moderata" mai avuta dal brand: così piccola da poter passare inosservata, ma con un messaggio grande e chiaro, che invita a riflettere sulle abitudini quotidiane e su ciò che significa bere in modo responsabile.

A completare il quadro, Carlsberg ha lanciato anche una sfida rivolta agli studenti del KTH Royal Institute of Technology di Stoccolma: creare una birra ancora più piccola. Una provocazione che intreccia scienza, design e cultura pop, mettendo in palio un premio in denaro e una visita ai laboratori di ricerca del gruppo a Copenaghen. Un modo creativo per coinvolgere la nuova generazione e mostrare che anche l’innovazione più seria può nascere dal gioco, dalla curiosità, dalla volontà di spingere i limiti al di là dell’ovvio.

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