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Se vai in Cina non provare a tagliare la pasta lunga: è un gesto che scatena il panico

In Cina, così come accade in Italia, non si può tagliare la pasta lunga: i motivi asiatici, però, sono ben diversi da quelli nostrani.

Ragazzo mangia pasta istantanea 123rf
Ragazzo mangia pasta istantanea

Non solo in Italia, anche in Cina ci sono regole culinarie che vale la pena rispettare se non si vuole essere linciati in pubblica piazza. La norma a cui tengono di più in assoluto riguarda la pasta lunga, che non si può assolutamente tagliare. Se pensate che sia una bizzarria, sappiate che il galateo nostrano impone lo stesso divieto.

Perché in Cina non si può tagliare la pasta lunga?

Quanti hanno fatto un viaggio in Cina, sono appassionati di cultura cinese o vanno pazzi per i C-drama, i manhua e qualunque altra cosa abbia a che fare con il paese asiatico sanno benissimo che tagliare la pasta lunga è severamente vietato. I noodles, ossia quei gustosi spaghetti che in patria si mangiano solo ed esclusivamente con le bacchette, non vanno assolutamente spezzati e coloro che inavvertitamente si lasciano tentare dal coltello vengono visti con occhi tutt’altro che benevoli.

Dietro questa regola che a qualcuno può sembrare bizzarra, specialmente perché parliamo di spaghetti molto, molto più lunghi dei nostri, c’è un motivo assai particolare. Per i cinesi, i noodle sono simbolo di una vita lunga, per cui tagliargli è un cattivo presagio. Quindi, pur essendo difficili da consumare, anche per una questione di "schizzi" ed eventuali rumori di "risucchio", vanno sempre mangiati interi.

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Mangiare gli spaghetti cinesi con le bacchette

Gli spaghetti di lunga vita

In Cina la pasta lunga è talmente importante che esistono gli spaghetti di lunga vita, gli changshoumian ( 长寿面). Come suggerisce il nome, si distinguono dagli altri tipi di noodle per la lunghezza, che può superare abbondantemente il metro. Per i cinesi, la longevità, insieme a fortuna, felicità e prosperità, è un valore che va rispettato, ricercato e auspicato in ogni modo.

Secondo la tradizione, gli spaghetti di lunga vita vanno consumati almeno una volta l’anno, nel giorno del proprio compleanno. Più lunghi sono quelli che si riescono a mangiare in un colpo solo e più duratura sarà l’esistenza terrena della persona che li mangia. Ma, non è tutto. L’usanza vuole che gli invitati al party possano passare gli spaghetti dalla propria ciotola a quella del festeggiato, così da avvalorare il proprio augurio di longevità, felicità, prosperità e fortuna.

Il galateo italiano "segue" quello cinese

In Italia, pur non essendo ‘vietato’ tagliare la pasta come in Cina, è raro vedere qualcuno sminuzzare spaghetti, tagliatelle e fettuccine. Generalmente, questa "tortura" è riservata ai bambini, agli anziani o a quanti hanno particolari problematiche legate alla deglutizione. Tuttavia, il galateo nostrano non si distanzia troppo dalla bizzarra regola culinaria cinese. O meglio, il divieto è lo stesso, sono i motivi ad essere diversi.

Innanzitutto, la forchetta a 4 punte come la conosciamo oggi è stata inventata proprio per avvolgere gli spaghetti, quindi il suo utilizzo è legato anche a una questione culturale e, come tale, non va mai rinnegata con l’uso del coltello. Tralasciando il fatto che qualcuno è più abile di altri ad arrotolare la pasta lunga, secondo il galateo questo gesto che noi consideriamo banale dimostra conoscenza delle norme, padronanza della tradizione culinaria italiana e capacità di stare a tavola. Al contrario, impugnare il coltello è simbolo di villania.

Come se non bastasse, la forchetta rende più fluido e "pulito" il consumo degli spaghetti, movimento che verrebbe rallentato, irrigidito e "sporcato" dall’uso del coltello. Accantonando le buone maniere, è pure una questione di gusto e consistenza. La pasta lunga è studiata proprio per rilasciare gradualmente sapori e succhi e il modo in cui la forchetta la avvolge consente al condimento di distribuirsi in maniera uniforme. Insomma, tagliandola si rischia di impoverire e sminuire una pietanza di cui noi italiani andiamo particolarmente fieri.

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