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Il tè in Europa

La storia del tè in Europa vive sorti alterne perché guardato a volte con sospetto e a volte non gradito per il suo particolare aroma, ma lentamente la popolazione inizia a gradire questo liquido ambrato.

Il tè in Europa

Le prime notizie sul tè arrivarono in Europa grazie agli arabi che, di fatto, dominavano le vie terrestri e marittime, dei commerci con l’Estremo Oriente: furono infatti i mercanti arabi a trasmettere agli europei, oltre alle spezie, anche il tè verde.
Una prima notizia sull’importazione di tè verso l’Europa si deve al viaggiatore Al-Masudi, nel XI secolo.

Notizie successive riferivano che il tè arrivava in Persia in pacchetti chiusi, dando il via ai primi esperimenti commerciali.

L’interesse degli europei per i commerci con l’Asia orientale prese un nuovo slancio dopo la fondazione sulle coste dell’Asia Orientale, per merito dei portoghesi, di numerosi centri commerciali.
Ma fu soprattutto l’Olanda a trarre il profitto dalle straordinarie risorse dell’Estremo Oriente, in particolare con la fondazione, nel 1602, della Compagnia Olandese che era in grado di controllare via via sempre nuovi punti strategici.

La storia del tè

Nel 1610 le navi olandesi della Compagnia portarono in patria il primo carico di tè cinese. Nei Paesi Bassi il tè si impose con relativa rapidità, grazie anche alla collaborazione dei medici.
Dopo questa prima importazione, altre ne seguirono a breve distanza, trasformandolo in breve in un’abitudine per gli olandesi.

In Inghilterra, invece, la prima bevanda ad essere apprezzata fu il caffè.

Fu nel 1662, col matrimonio tra Carlo II d’Inghilterra e la principessa portoghese Caterina di Breganza (grande estimatrice del tè) che si introdusse l’esotica bevanda nella corte londinese.
Tale innovazione rappresentò, tra le altre cose, anche una vittoria nei confronti dell’alcool che anche in quel periodo si era soliti bere dal mattino alla sera.
Re Carlo, che comunque non prediligeva come la consorte il tè, applicò dei pesanti balzelli e firmò anche un divieto di riunione, nelle sale da tè, da lui intese come covi di idee politicamente scorrette.

Tuttavia i frequentatori di queste sale protestarono così energicamente da costringere il re a revocare la legge, caso mai più avvenuto successivamente nella storia britannica.
La tassa, però, non venne abolita e com’era facile prevedere, si sviluppò un vivace traffico clandestino.

I francesi fecero la conoscenza del tè grazie ai Paesi Bassi, esattamente nel 1636.

Uno dei primi ad apprezzare la bevanda fu Luigi XIV, grazie anche alle proprietà terapeutiche della bevanda, specie nei confronti della gotta.
Molte dame, tuttavia, rimasero fedeli alla cioccolata ed al caffè, affermando che la bevanda avesse sentore di "fieno e letame"!

Il primo tentativo di far introdurre il tè in Scozia si rivelò un fallimento.
Nel 1865 la Duchessa di Monmouth inviò un pacchetto di tè a dei parenti scozzesi ma, in assenza di istruzioni per l’uso, i destinatari fecero portate in tavola le foglie bollite distruggendo piante e semi. Questo trattamento fu probabilmente la causa del ritardo dell’introduzione nel territorio scozzese.

Diversamente si svolse invece la storia del tè nella Russia degli Zar: fin dal lontano 1567 due atamani cosacchi avevano introdotto l’usanza cinese di bere tè.
Ciononostante i primi carichi arrivarono molto dopo, nel 1638, quando un diplomatico russo ebbe in dono alcune casse di tè da recapitate allo zar Michele I.
I viaggiatori si caricarono malvolentieri di quello considerato un inutile peso, ma il dono incontrò viceversa molto favore presso la corte dello zar e ciò contribuì a suscitare nel paese grande interesse.

Anche i Russi provarono a piantare il tè nel loro territorio, dando vita a quello che ancora oggi è conosciuto come tè russo della Crimea.

 

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