Esistono almeno un migliaio di tipologie di banane, eppure ne consumiamo solo una
Le Cavendish sono le banane più consumate e commercializzate al mondo, eppure ne esistono altre 1000 tipologie che quasi tutti ignoriano.

Quando si parla di banane, quasi tutti hanno in mente il frutto che solitamente si acquista al supermercato: lungo, leggermente flesso, con la buccia più o meno gialla e una polpa con dolcezza variabile. Si tratta della Cavendish, varietà più diffusa e consumata al mondo, ma ce ne sono circa 1000 tipologie di cui la maggior parte delle persone ignora l’esistenza.
Quante tipologie di banane esistono al mondo?
Secondo le ultime stime del World Banana Forum, le banane sono il quinto prodotto agricolo più venduto al mondo, nonché uno dei frutti più economici e reperibili nei supermercati. È pressoché impossibile entrare in un negozio di alimentari, seppur piccolo, e non trovare almeno un ‘casco’. L’aspetto, anche se può leggermente cambiare in base al grado di maturazione, è sempre lo stesso. Il motivo è semplicissimo: in tutto il globo, si consuma soprattutto la varietà Cavendish. Eppure, esistono circa 1000 tipologie diverse di banane.
Dalle Pisang Raja alle Latundan, passando per le Blue Java, le banane rosse, quelle thailandesi, quelle cinesi e le cosiddette "mille dita": sono davvero tante le varietà coltivate in India (maggior produttore mondiale), Brasile, Ecuador e Filippine. È bene ribadire che non soltanto in Italia, ma anche negli altri paesi al di fuori di quelli produttori, la varietà su cui si basa il consumo e il commercio è la Cavendish. Le altre tipologie sono diffuse localmente o in quantità estremamente ridotte.
Rispetto ai frutti che siamo abituati a mangiare, gli altri hanno dimensioni più contenute e consistenze che variano in base alla concentrazione di zuccheri e al loro svilupparsi dall’amido nella fase di maturazione. Inoltre, nella maggior parte dei casi tendono a deperire più in fretta.

Diverse tipologie di banane al mercato della frutta
Cavendish predominante, ma rischia l’estinzione
Considerando che esistono circa 1000 tipologie diverse di banane, la domanda sorge spontanea: come mai si commercia e si consuma solo la Cavendish? Innanzitutto per il costo inferiore di coltivazione e vendita, poi anche per motivi logistici e per la percezione da parte dei consumatori, specialmente in Occidente.
Tutti, ormai, sono abituati a consumare banane che hanno sempre la stessa forma e il medesimo sapore. Ovviamente, non è una casualità. In pochi sanno che la pianta di banano è un ibrido sterile tra due specie, la Musa acuminata e la Musa balbisiana, originarie del sud-est asiatico. Praticamente, nelle coltivazioni si generano nuove piante a partire da una porzione della pianta madre, senza che ci sia riproduzione sessuata, quindi ricombinazione genica.
Ed è proprio per questo che le banane che mangiamo sono sempre uguali. Una fortuna? Non proprio, visto che gli esperti lanciano da tempo l’allarme su una possibile estinzione delle Cavendish. La colpa è da attribuire alla malattia di Panama, che già intorno agli anni Cinquanta ha colpito la varietà che fino a quel momento era predominante, la Gros Michel.
Si tratta di una patologia scatenata da un fungo (Fusarium tropical race 4 – TR4), che attacca i banani prosciugandoli delle energie di cui hanno bisogno per crescere e sopravvivere. Se dovesse ripetersi quanto accaduto con le Gros Michel, sia produttori che consumatori si ritroverebbero nei guai. Ecco perché gli esperti del settore, seppure al momento siano inascoltati, stanno invitando a differenziare le coltivazioni.