No, non è tutta uguale: il sapore dell'acqua (anche in bottiglia) può cambiare eccome
Da cosa dipende il sapore dell'acqua in bottiglia? I fattori sono tanti, alcuni propri e altri dati da agenti esterni.

La stragrande maggioranza della popolazione mondiale non fa minimamente caso all’acqua, o meglio al suo sapore. Eppure, il gusto della ‘bevanda’ più consumata del pianeta può variare in base a diversi fattori, alcuni propri e altri esterni. Ergo, non tutte le acque sono uguali, motivo per cui esistono bottiglie che possono costare anche più di 200 euro.
Qual è il sapore dell’acqua?
Anche se ancora oggi ci sono persone che non hanno accesso all’acqua potabile sicura (secondo l’Unicef e l’Oms nel 2025 sono circa 2,1 miliardi), ce ne sono altre che sono capaci di acquistare bottiglie di minerale a prezzi esorbitanti, che superano i 200 euro al litro. Così come accade per il vino, i cocktail e tanti alimenti, pure l’acqua ha un valore variabile, strettamente legato alla sua composizione e, di conseguenza, al sapore.
Sì, avete letto bene, l’acqua non è insapore. Ha un gusto che cambia in base ad alcuni fattori: composizione minerale, pH, presenza di anidride carbonica, temperatura di servizio e interazioni con l’aria e il contenitore. Innanzitutto, il sapore è dato dalla sua provenienza, dai minerali presenti e, soprattutto, dalle sostanze che derivano dal discioglimento delle rocce che l’acqua attraversa prima di affiorare in superficie.
Pensiamo, ad esempio, all’acqua che scorre attraverso i terreni vulcanici, che può contenere quantità elevate di minerali come ferro, rame e zolfo, oppure a quella dei terreni calcarei, ricca di calcio e magnesio. È proprio grazie alla composizione che alcuni tipi di minerale sono adatte per persone che hanno problemi alle ossa come l’osteoporosi, altre per coloro che soffrono di stitichezza e via dicendo.

Bottigliette d’acqua in macchina
Gusti dell’acqua: quanti ce ne sono?
Per i non addetti ai lavori, riuscire a distinguere i diversi sapori dell’acqua è pressoché impossibile. Magari si può preferire una marca a un’altra, ma difficilmente si riesce a spiegare il motivo. Generalmente, il giudizio si limita al "mi piace di più". Ma, quanti gusti ci sono? Secondo Jeremy Moreau, Andreas Larsson, Georges Lepre e Yu Hui Tseng, che hanno assaggiato 140 diverse qualità di minerale, ci sono 16 sapori differenti. Quelli più comuni sono:
- gusto astringente: dà la sensazione di avere la bocca asciutta dopo il consumo;
- acido: il sentore iniziale è un po’ acre, ma subito dopo si avverte una freschezza talvolta aromatica;
- gusto bilanciato: sali, acidità, amaro, salato, dolce ed effervescenza nella giusta proporzione;
- corposo o strutturato: è consistente e pesante;
- gusto calcareo: dato delle rocce da cui sgorga;
- cartaceo: sapore secco o umido, simile al cartone;
- acqua grassa: lascia una sorta di vischiosità sul palato;
- fresco: è leggera e floreale;
- acqua dal gusto lungo: dopo aver bevuto, resta in bocca per alcuni secondi.
È bene sottolineare che il sapore dell’acqua può cambiare anche in base alla bottiglia, se di vetro o plastica, e alla conservazione della stessa. Pensiamo, ad esempio, alle ore, se non ai giorni, che le casse trascorrono sotto al sole durante il trasporto.
Cos’è il residuo fisso?
Su ogni bottiglia d’acqua, anche se sono pochi i consumatori che ci fanno caso, c’è l’apposita etichetta che rappresenta una vera e propria carta d’identità. Qui, tra le tante informazioni riportate, c’è anche quella sul residuo fisso, ossia il parametro che indica il contenuto di sali disciolti dopo l’evaporazione di un litro d’acqua a 180 gradi.
Senza entrare in dettagli tecnici che non ci competono, bisogna tenere bene a mente un’informazione: residuo fisso alto corrisponde a sali minerali più alti, mentre se è basso anche queste sostanze lo sono. Da un punto di vista del gusto, residuo fisso alto equivale a un sapore più forte e deciso, mentre quello basso a uno neutro.