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Oltre 2000 anni di storia: un Aglianico che conquista

Nel cuore della Basilicata viene prodotto l’Aglianico del Vulture, un vino rosso di grande carattere frutto della passione di Cantina di Venosa

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C’è un vino che racconta l’anima di una terra antica, forgiata dal fuoco e accarezzata dal vento. Un vino che nasce lì dove il tempo scorre lento tra i filari e ogni sorso è un viaggio nel cuore del Sud Italia: è l’Aglianico del Vulture, uno dei più grandi interpreti dell’enologia italiana, cresciuto sulle pendici di un vulcano spento e plasmato da una tradizione millenaria. A custodire questa storia, con passione e dedizione quotidiana, c’è la Cantina di Venosa, una delle realtà vitivinicole più prestigiose del Mezzogiorno.

Da oltre sessant’anni, questa cooperativa incarna il legame profondo tra il territorio lucano e la cultura del vino, trasformando le uve in racconti da bere, intensi e sinceri. L’Aglianico, nelle sue mani, diventa pura espressione del Vulture: forte, elegante, capace di stregare con la sua intensità e di emozionare con la sua armonia. Un vino che sa parlare alla memoria e ai sensi, tra profumi scuri e sensazioni vellutate, ideale per accompagnare piatti ricchi di sapore e tradizione.

Aglianico del Vulture, l’eccellenza enologica della Basilicata

L’Aglianico del Vulture nasce in Basilicata, là dove le colline si arrampicano lente verso il cielo e il terreno conserva ancora il respiro del vulcano. È un vitigno antico e nobile: tra le pieghe del Monte Vulture, l’uva trova il suo equilibrio perfetto. Il suolo, ricco di minerali, e le forti escursioni termiche, donano a questo vitigno un’identità inconfondibile, fatta di profondità, eleganza e struttura. I grappoli sono piccoli, stretti come scrigni, con acini blu profondo che portano con sé tutta l’intensità di questa terra generosa.

Da essi nasce un vino che è un piccolo capolavoro enologico: rosso rubino carico, dai riflessi granati che si intensificano con l’età. Al naso si apre con sentori di frutti a bacca nera, pepe nero, humus, e una lieve nota affumicata che ricorda la roccia lavica da cui trae origine. Al palato è deciso, ma mai arrogante: ha tannini solidi, una freschezza viva e una sapidità che lo rende compagno ideale della tavola. È un vino che ama la cucina autentica e generosa del Sud, e che sa restituire con grazia la complessità di piatti importanti.

Immaginatelo accanto a uno stinco d’agnello al forno, a una tagliata succulenta o a un petto d’anatra rosato, oppure come complice di primi piatti robusti, come un pasticcio di pasta con sugo di salsiccia, una pasta gratinata croccante o le lasagne della domenica. Con i legumi dà il meglio di sé: basta una pasta e ceci ben condita, o una zuppa di cereali, per riscoprire quanto sia profondo il legame tra vino e territorio. E nei momenti più conviviali, l’Aglianico del Vulture della Cantina di Venosa sa esaltare anche i taglieri più ricchi: pecorino stagionato, gorgonzola piccante, soppressata lucana, peperoni cruschi, caciocavallo podolico. Ogni boccone è una storia, ogni sorso un ritorno a casa.

Cantina di Venosa, il cuore pulsante dell’Aglianico

Nel cuore della Lucania, tra i paesaggi silenziosi e intensi della provincia di Potenza, sorge Venosa, città natale del poeta Orazio e di Carlo Gesualdo, principe e madrigalista. È un borgo intriso di bellezza e cultura, dove la storia affiora tra le pietre antiche e l’aria profuma di mosto e memoria. Ed è proprio qui che nel 1957 prende vita la Cantina di Venosa, cooperativa vinicola d’eccellenza che è davvero il cuore pulsante dell’Aglianico. Perché? Perché oggi riunisce oltre 350 soci e coltiva circa 800 ettari di vigneti quasi tutti dedicati proprio all’uva Aglianico.

Cantina di Venosa è una fra le aziende vinicole che ogni giorno, in questa terra vulcanica e generosa, rinnova un rito antico: la cura della vite, la vendemmia a mano, la selezione attenta dei grappoli migliori. È un lavoro fatto di gesti lenti, passione e competenza, che dà vita a vini dal carattere autentico e dalla qualità superiore. L’Aglianico del Vulture prodotto dalla Cantina di Venosa è il risultato di una filiera curata nei minimi dettagli: dalla vinificazione in acciaio, alla macerazione prolungata, fino all’affinamento in carati di rovere francese e di Slavonia, che arricchiscono il vino di profondità, morbidezza e note speziate.

Filari delle Cantine di Venosa

I suggestivi filari delle Cantine di Venosa

L’uva, coltivata sui rilievi del Vulture, è trasformata con rispetto, secondo una filosofia che unisce tradizione e innovazione, radici e visione. Il risultato è un vino che conquista per la sua eleganza e per il suo profumo persistente, riconosciuto con la prestigiosa Denominazione di Origine Controllata (DOC). Tra tutte le etichette, brilla il Carato Venusio, un Aglianico del Vulture Superiore DOCG che incarna l’eccellenza della cantina: colore rubino profondo, profumo delicato e un sorso asciutto, avvolgente, con tannini levigati e una lunga persistenza. È il compagno ideale di formaggi stagionati, brasati, arrosti importanti: piatti decisi, che ne valorizzano ogni sfumatura.

Ma il ventaglio dei vini di Cantina di Venosa è ampio e sorprendente: dal Matematico, blend elegante di Aglianico e Merlot, al raffinato Gesualdo Aglianico del Vulture DOP, passando per la linea Verbo (Rosso, Rosato, Bianco Malvasia), fino ai Terre di Orazio, che omaggiano l’anima poetica del luogo. E non mancano bollicine, passiti, spumanti e grappe, come il Virgola Spumante Rosato, la Grappa di Aglianico e il dolce Muscat Dry. Ogni etichetta è un frammento di paesaggio, un’esperienza di gusto, un invito a scoprire la Basilicata con tutti i sensi.

I vini della Cantina di Venosa a Vinitaly 2025

Ci sono luoghi e momenti in cui la passione per il vino incontra il mondo, si fa racconto, si trasforma in esperienza condivisa. Il Vinitaly 2025, tra i più importanti eventi internazionali dedicati al vino e ai distillati, è stato uno di questi. E la Cantina di Venosa c’era, portando con sé il cuore pulsante della Basilicata, la voce della sua terra e l’identità di una comunità che crede nel valore del lavoro, della qualità e della bellezza. Lo stand della cantina è diventato un viaggio sensoriale nei profumi e nei sapori del Sud.

Un’immersione nella Lucania più autentica, tra calici di Aglianico e racconti di vigne affacciate sulle colline del Vulture. La presenza al Vinitaly è stata anche l’occasione per presentare in anteprima le nuove annate di alcune tra le etichette più iconiche della casa vinicola. Protagonista assoluto, il Carato Venusio DOCG Underwater Wine, annata 2017: un Aglianico affinato per sei mesi nelle profondità marine di Portofino, a cinquanta metri sotto il livello del mare. Qui, tra correnti silenziose e temperature stabili, il vino evolve in modo unico, sviluppando morbidezza, equilibrio e una nota salina che lo rende inconfondibile. Un metodo antico, che risale ai tempi dei Greci e dei Romani, oggi riscoperto con sensibilità contemporanea.

Le cantine di Venosa al Vinitaly

Cantina di Venosa al Vinitaly 2025

Accanto a lui, il Tansillo Metodo Classico Rosé, raffinato spumante da uve Aglianico, nelle versioni annata 2021 e annata 2019 – quest’ultima una novità assoluta, affinata sui lieviti per ben 60 mesi. Il risultato è una bollicina fine, cremosa, che accarezza il palato con note delicate di frutta rossa, crosta di pane e pasticceria. Il colore rosa cipria anticipa un sorso dinamico, avvolgente, in cui la mineralità del territorio vulcanico si fa lunga e persistente. Con queste etichette la Cantina di Venosa non ha solo presentato dei vini: ha offerto un’esperienza, un’identità, una visione. Ha raccontato una Basilicata che sorprende, emoziona e si fa ricordare. Una terra che, calice dopo calice, entra nel cuore.

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