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Tra desideri e bollicine: il significato profondo del brindisi di fine anno

Se a fine anno facciamo il brindisi con lo spumante o altre bevande alcoliche dobbiamo ringraziare gli Unni: sono stati loro a inventarlo.

Brindisi di Capodanno con champagne e coriandoli luccicanti 123rf
Brindisi di Capodanno con champagne e coriandoli luccicanti

Il brindisi di fine anno è obbligatorio, anche se non amate questa festività e vorreste abolirla dal calendario. Dietro ai calici alzati al cielo e al classico "cin cin" c’è qualcosa di più, una tradizione che affonda le radici nell’antichità, quando le bollicine non erano ancora state inventate e il vino era semplicemente nettare di Bacco.

Le origini del brindisi di fine anno

Capodanno è una festività particolare, amata da molte persone e odiata da altrettante. È l’unico giorno dell’anno in cui i bilanci vengono spontanei, anche quando non si vorrebbe assolutamente pensare al passato. Tuttavia, la speranza di vivere un anno migliore del precedente accomuna tutti ed è con questo desiderio che alziamo i calici al cielo per il consueto brindisi del 31 dicembre.

Le origini di questa usanza sono molto antiche. Secondo lo storico, scrittore e politico inglese Edward Gibbons, le prime testimonianze risalgono addirittura agli Unni. Nel suo libro The Decline and Fall of the Roman Empire del XVIII secolo, si legge che Attila usava il brindisi durante i banchetti e i festeggiamenti più importanti.

Per i Greci, invece, il brindisi aveva un duplice significato. Da un lato serviva ad augurare benessere e salute ai commensali, dall’altro ad assicurarsi che le bevande servite non fossero avvelenate. I Romani ereditarono questa tradizione, ma la modificarono un po’, sciogliendo delle briciole di pane tostato nel vino. Questo piccolo trucco, a loro dire, serviva per ridurre un po’ la naturale acidità del nettare di Bacco.

Amici brindano con l'albero di Natale sullo sfondo 123rf

Amici brindano con l’albero di Natale sullo sfondo

Dai romani a oggi

Con il passare del tempo, il brindisi divenne talmente importante da spingere il Senato a stabilire che all’inizio di ogni pasto i commensali avrebbero dovuto brindare ad Augustus, il primo imperatore romano.

Fin dalla sua nascita, questa usanza è sempre stata riservata a occasioni liete e importanti e ancora oggi è così. Si alzano i calici al cielo a fine anno, durante i matrimoni, le lauree, i compleanni e in qualunque altro momento memorabile, per omaggiare una persona o per celebrare un particolare avvenimento.

C’è anche una sorta di galateo del brindisi. Generalmente, si brinda alzandosi in piedi e mai da seduti, con un calice contenente vino, spumante, champagne o un altro alcolico. Una regola non scritta vieta di brindare con l’acqua. Inoltre, soltanto a fine anno si fa allo scoccare della mezzanotte, mentre in tutte le altre occasioni i calici si alzano al cielo prima di iniziare il pasto.

Con cosa si brinda nel mondo?

In Italia si brinda soprattutto con lo spumante, secco o dolce, o con lo champagne, ma in altre zone del mondo ci sono alternative assai particolari. In Germania, ad esempio, il 31 dicembre si fa "cin cin" con la Feuerzangenbowle, una bevanda alcolica a base di vino rosso speziato con cannella, chiodi di garofano e bucce d’arancia. Molto simile al nostro vin brûlé, viene generalmente sorseggiata gustando aringhe affumicate e frutta secca.

Spostandoci in Giappone, troviamo il sakè, che in occasione del Capodanno viene bevuto mentre si scoccano 108 colpi di gong, mentre in Russia consumano come noi lo spumante, ma lo accompagnano con un rito molto affascinante. Prima si scrive un desiderio su un foglietto di carta, poi si brucia e si getta nel bicchiere del brindisi. Allo scoccare della mezzanotte, si beve tutto d’un sorso.

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