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I falsi miti sull'acqua: 5 credenze sbagliate da sfatare

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L'acqua fa dimagrire? Meglio non berla durante i pasti? La minerale è più sicura di quella del rubinetto? Ecco 5 bufale sull'acqua e qual è la verità.

L’acqua è il costituente principale del nostro corpo – una persona adulta è composta da acqua per il 60-65% – e un compagno quotidiano essenziale per il buon funzionamento del nostro organismo e per la nostra stessa sopravvivenza. Apporta sali minerali importanti che non possiamo produrre da soli, come calcio e magnesio, ed è fondamentale per il mantenimento delle normali funzioni fisiche e cognitive: senza un’adeguata idratazione, sia la mente che il corpo vanno a rilento ed è facile sentirsi spossati e poco lucidi. L’acqua gioca anche un ruolo cruciale nella termoregolazione: una sua assunzione insufficiente può portare alla disidratazione e, quindi, a una ridotta sudorazione, che ha come conseguenza un pericoloso aumento della temperatura corporea. Inoltre, l’acqua rende possibili processi essenziali come la digestione e la circolazione sanguigna, trasporta i nutrienti, favorisce l’eliminazione delle scorie attraverso l’urina e preserva l’elasticità della pelle. Per questo motivo, assumere quotidianamente un quantitativo adeguato di acqua – sia bevendola, sia mangiando cibi che ne sono ricchi, come la frutta e la verdura – è importantissimo.
L’acqua, insomma, è una sostanza vitale per la nostra esistenza. Eppure su questo elemento così prezioso per la nostra salute e il nostro benessere circolano tantissime credenze sbagliate, da quando è meglio berla a quale preferire tra acqua minerale e del rubinetto. E tu, pensi di saperne abbastanza e, soprattutto, sei sicuro che tutto quello che sai sia corretto? Facciamo un po’ di chiarezza sfatando 5 falsi miti molto comuni sull’acqua.

Bisogna bere solo quando si ha sete?

Come sottolinea lIstituto Superiore di Sanità (ISS), non è necessario bere solo quando si ha sete. Al contrario, è importante mantenere costante la presenza di acqua nell’organismo in quantità adeguate al proprio fabbisogno, che può variare a seconda delle condizioni climatiche, dello stile vita più o meno attivo che si conduce e dell’alimentazione, che può essere più o meno ricca di liquidi. Per questo motivo, è consigliabile bere con regolarità, senza aspettare lo stimolo della sete, sia perché non sempre viene avvertito, soprattutto dai bambini e dagli anziani, sia perché compare quando l’organismo si trova già in una situazione di stress e disidratazione e chiede acqua per compensarne la carenza. Meglio non arrivare a questo punto e prendere l’abitudine di bere acqua a intervalli regolari durante la giornata.

Bere molto aiuta a dimagrire?

L’acqua induce un rapido senso di sazietà perché aumenta il volume gastrico, quindi berla prima dei pasti può essere utile per ridurre l’appetito e mangiare di meno, ma un’assunzione smodata di acqua non è una soluzione per dimagrire più facilmente. L’unico modo per perdere peso è seguire una dieta equilibrata, con un apporto di nutrienti e calorie commisurato al proprio fabbisogno, non certo abbuffarsi di acqua. Anche perché, per quanto l’acqua sia un elemento vitale per il nostro organismo, in quantità troppo elevate può fare male e causare un’eccessiva diluizione degli elettroliti, soprattutto del sodio e del potassio, il cui equilibrio è importantissimo per il corretto bilancio idrico dell’organismo. Tra le possibili conseguenze, ricorda l’ISS, ci sono disturbi come mal di testa, nausea, vomito, aumento della pressione e sonnolenza. Bere acqua prima dei pasti, quindi, può aiutare a sentirsi più sazi e a limitarsi a tavola, ma non bisogna esagerare.

Quanta acqua dovremmo bere, allora, durante la giornata? Quella che serve a coprire il fabbisogno e a reintegrare le perdite che possono verificarsi, per esempio, con il sudore. L’EFSA, Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority), ha definito i quantitativi di acqua che dovremmo assumere per mantenerci in forma e che cambiano a seconda dell’età e del sesso: ad adolescenti, adulti e anziani maschi, per esempio, è raccomandata un’assunzione giornaliera di 2,5 litri di acqua (da assicurarsi sia tramite il suo consumo diretto che attraverso cibi e bevande), mentre per le donne sono sufficienti 2 litri.
Si tratta di valori indicativi, perché il fabbisogno d’acqua può aumentare in presenza di temperature elevate e durante un’attività fisica intensa, che comportano una maggiore sudorazione, oppure in caso di problematiche gastrointestinali, come la diarrea, che causano una forte perdita di liquidi.

Meglio non bere acqua durante i pasti?

Nella giusta quantità – pari a 600-700 ml, ovvero a circa 3 bicchieri -, l’acqua rende più morbidi i cibi ingeriti e aiuta a digerire, quindi non c’è ragione per non berla durante i pasti, anzi, è importantissimo farlo. Bisogna solo stare attenti a non esagerare, perché troppa acqua potrebbe diluire i succhi gastrici e allungare leggermente i tempi della digestione, ma a parte questo inconveniente, facilmente evitabile bevendo nella giusta misura, l’acqua fa benissimo, prima, durante e dopo i pasti.

L’acqua minerale è più sicura di quella del rubinetto?

Sul fronte della sicurezza non ci sono differenze tra l’acqua minerale e l’acqua del rubinetto perché entrambe sono sottoposte a controlli che assicurano l’assenza di rischi per la salute.

L’acqua potabile destinata al consumo umano proviene per l’85% da fonti sotterranee, che per natura sono più protette rispetto a fonti più superficiali, e prima di arrivare al rubinetto passa al vaglio delle Autorità di controllo ambientale, delle Autorità Sanitarie e dei gestori dei servizi idrici, che ne accertano la conformità agli standard qualitativi previsti dalle legge. Le caratteristiche chimiche dell’acqua, come la durezza o la presenza di sali minerali, e le sue proprietà organolettiche, per esempio l’odore e il sapore, possono a volte cambiare nel tempo, ma le eventuali variazioni non intaccano la sua sicurezza.

Anche le acque minerali naturali in commercio sono soggette a un rigoroso sistema di controlli che ne garantiscono la sicurezza d’uso sotto il profilo sanitario e assicurano che la loro qualità e le loro caratteristiche dopo l’imbottigliamento siano le stesse delle acque all’origine, che provengono da fonti autorizzate. Che sia del rubinetto o in bottiglia, dunque, l’acqua che beviamo è comunque priva di pericoli: la scelta può quindi basarsi su criteri come la praticità, il costo, il gusto, non sulla convinzione, sbagliata, che una soluzione sia più sicura dell’altra.

L’acqua del rubinetto fa venire i calcoli?

La credenza comune che l’acqua del rubinetto faccia venire i calcoli dipende dal suo contenuto di calcio, a cui spesso si attribuisce erroneamente la responsabilità di favorire questa problematica. In realtà, la concentrazione di questo sale minerale nell’acqua potabile non è tale da poter causare la formazione di calcoli, e questo vale anche per le acque a elevato residuo fisso, cioè ricche di sali di calcio e magnesio.

I calcoli dipendono in gran parte da una predisposizione individuale o familiare. L’acqua, dunque, non può in alcun modo aumentare la probabilità di soffrirne ma, al contrario, può svolgere un’azione protettiva, soprattutto in presenza di fattori di rischio: come ricorda l’Istituto Superiore di Sanità, le acque ricche di calcio sono utili per la prevenzione della calcolosi renale, mentre una dieta povera di questo minerale può contribuire alla sua insorgenza. In generale, per tenere lontani i calcoli è buona abitudine bere acqua in quantità adeguate al proprio fabbisogno: i liquidi, infatti, diluiscono le urine e ne aumentano il flusso, aiutando a ridurre la formazione dei cristalli di sali che danno origine ai calcoli.

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