Se rinunci alla pasta quando sei a dieta stai sbagliando, le cose da fare sono queste qui

Come mangiare la pasta quando si è a dieta? Non fa ingrassare, basta dosare bene la quantità e scegliere con cura il condimento.

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Mangiare un bel piatto di pasta col sugo

Il dibattito sulla pasta, se inserirla nel menù quando si è a dieta o meno, è sempre aperto. La diatriba, però, potrebbe dirsi finalmente conclusa grazie un recente studio italiano che afferma con certezza che, se si vuole perdere peso, non bisogna rinunciare a un bel piatto di pennette o spaghetti. Ovviamente, è necessario rispettare determinate quantità.

Pasta quando sei a dieta, si o no? Risponde la scienza

Per molte, moltissime persone mettersi a dieta equivale a eliminare pasta, dolci e qualunque altro cibo bollato come "calorico". Eppure, la realtà è parecchio diversa. Non stiamo dicendo che mangiando schifezze si riesca a perdere peso, sia chiaro, ma che determinati cibi non vanno assolutamente tolti. La pastasciutta, pur essendo uno dei piatti cardine della nostra tradizione gastronomica, è l’esempio più lampante.

Per rispondere all’annosa domanda "Sì o no alla pasta quando sei a dieta?", un gruppo di nutrizionisti del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l’Ambiente coadiuvati dai fisiologi di Scienze Motorie dell’Università di Milano hanno condotto una ricerca il cui risultato non lascia spazio a dubbi. Spaghetti & Co., a patto che vengano mangiati nelle giuste quantità e senza condimenti elaborati, sono tutt’altro che calorici.

La pasta in sé, intesa come alimento singolo, non fa ingrassare. A far salire l’ago della bilancia, come accade con la polenta o la trippa, è il sugo. Piuttosto che eliminarla dalla dieta, quindi, va scelto con cura il condimento. Anche in questo caso una precisazione è d’obbligo: non significa che dovete mangiarla scondita o con un filo d’olio extravergine d’oliva, ma optare per ingredienti sani e bilanciati.

Pubblicata sulla rivista International Journal of Food Sciences and Nutrition, la ricerca italiana ha preso in esame l’alimentazione di più di 60 atleti non professionisti, scoprendo una dieta povera di verdura, frutta, cereali, legumi e olio Evo. Al contrario, hanno notato un consumo eccessivo di carni trasformate e proteine animali.

I ricercatori hanno così modificato la dieta degli atleti per un periodo di 8 settimane, dividendoli in due gruppi e proponendo loro due versioni differenti di dieta mediterranea: una ricca di carboidrati (5 porzioni di pasta a settimana e una media del 55/60% dell’energia giornaliera derivata da carboidrati) e l’altra con pochi carboidrati (meno di 2 porzioni di pasta a settimana e una media del 40-45% dell’energia giornaliera fornita da carboidrati). L’indagine ha consentito di scoprire che un’alimentazione high-carb "non influisce negativamente sulla prestazione fisica, sulla composizione corporea e sulla forza".

Varietà diverse di pasta

Quanta pasta mangiare per non ingrassare?

Appurato che la pasta a dieta si può mangiare, veniamo al cosiddetto tasto dolente. Pennette, rigatoni e tutti gli altri formati non fanno ingrassare, a patto che vengano inseriti all’interno di un regime alimentare sano ed equilibrato. Questo significa che se consumate ogni giorno 100 grammi di spaghetti alla carbonara non otterrete alcun beneficio. Al contrario, optando per un pesto di zucchine avrete un piatto nutriente, goloso e salutare.

La quantità di carboidrati da consumare ogni giorno varia da persona a persona, anche in base allo stile di vita, ma gli studiosi hanno comunque fornito un range di riferimento. In linea di massima, bisognerebbe considerare un apporto giornaliero tra i 2 e i 12 grammi di pasta (o altri carboidrati complessi come il pane) per chilo di peso corporeo.

Ricordate sempre che la dieta deve essere prescritta da un medico, ne va della propria salute, e che non bisogna mai seguire regimi alimentari restrittivi. La nostra cara e vecchia mediterranea, che tra l’altro è anche patrimonio culturale immateriale dell’umanità, è perfetta, ma deve comunque essere stilata da un nutrizionista.

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