Alimentazione anti-spreco: consigli utili per una dieta sostenibile

Non occorrono grandi gesti per aiutare l’ambiente, ognuno può dare il proprio contributo partendo dalle piccole azioni quotidiane.

Secondo stime recenti della FAO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), condotte nel 2011, l’incidenza di perdite e sprechi alimentari a livello mondiale si attesta in 1/3 delle quantità di alimenti prodotte. A questo spreco partecipano sia il Food losses che il Food waste, due forme di spreco alimentare che prevedono punti critici in tutta la filiera, che va dal campo e arriva fino alle tavole e alle pattumiere dei consumatori finali. Con questo articolo si porrà l’attenzione su ciò che ognuno deve e può fare per adottare comportamenti sostenibili in grado di ridurre gli sprechi alimentari e riciclare correttamente il cibo, ma non solo. Consumo di carne, impronta idrica degli alimenti e acquisto di prodotti di stagione, sono altre delle tematiche che verranno brevemente trattate all’interno di questo omaggio al Earth Day (giornata della terra), che si tiene ogni anno il 22 aprile.

 

Food losses o Food Waste?

  • Per Food losses si intendono tutte quelle perdite di cibo, o anche di contenuto nutrizionale, che avvengono lungo tutta la filiera di produzione. Sono perdite dovute a conservazione inefficace, carenze tecnologiche, ridotto accesso ai mercati ma problemi climatici.

 

  • Per Food Waste si considerano invece le perdite che avvengono nella fase finale della catena dell’offerta. Si parla quindi di spreco alimentare vero e proprio, dovuto ad una non corretta gestione degli approvvigionamenti o di cattive abitudini alimentari e di acquisto. Questo è il punto sul quale ogni persona può agire con azioni concrete.

 

Le regole per un’alimentazione anti-spreco

Di seguito verranno riportati alcuni accorgimenti che è possibile mettere in atto ogni giorno per ridurre al minimo lo spreco alimentare (Food Waste) correlato alle proprie abitudini:

  • Al supermercato bisogna acquistare gli alimenti con una lista ben precisa di prodotti da utilizzare;
  • Bisogna prestare molta attenzione ai formati convenienza (es. il 3×2). Questi prodotto vanno acquistati solo se si ha la sicurezza di poterli consumare;
  • Gli alimenti deperibili come frutta e verdura andrebbero acquistati in modo limitato, o preferendo una spesa giornaliera.
  • Scegliere i prodotti stagionali, che solitamente percorrono meno chilometri, e pertanto causano minor inquinamento. Inoltre, utilizzando ritmi naturali di accrescimento, che necessitano di minor impiego di energia di produzione e di un uso inferiore di pesticidi e fertilizzanti artificiali. Quindi anche se la frutta è un po’ più matura o più brutta del solito è comunque preferibile se di stagione. Leggi anche quali alimenti di stagione scegliere nel mese di aprile!
  • In riferimento al punto precedente, vanno preferite le produzioni locali a km zero;
  • La spesa va effettuata un po’ prima di ritornare a casa per evitare di rovinare gli acquisti fatti;
  • Quando si rientra a casa, nel riempire dispensa e frigo, bisogna posizionare davanti gli alimenti da consumare a breve. In secondo piano, quelli da mangiare dopo e che possono durare di più, proprio come se fossimo sugli scaffali di un supermercato.
  • Anche nel frigorifero gli alimenti vanno riposti nelle giuste posizioni per permetterne una buona conservazione. È possibile approfondire questo argomento leggendo l’articolo "Consigli utili per l’organizzazione del frigorifero".

 

La data di scadenza per evitare gli sprechi

La data di scadenza in etichetta è una delle armi più importanti per evitare lo spreco alimentare, ma allo stesso tempo è uno dei fattori che più facilmente porta alla trasformazione degli alimenti in rifiuti. Che sia una innovativa etichetta "parlante" o un’etichetta "Nutriscore", questa permette di sapere entro quanto tempo consumare i cibi che sono presenti all’interno di frigo e credenza. Ma bisogna anche saper interpretare le informazioni che vengono riportate: infatti, la dicitura "da consumarsi preferibilmente entro" sta a indicare che le caratteristiche del prodotto rimangono inalterate fino alla data indicata. Dopo questa data, però, è comunque possibile consumare questi alimenti, ma non se ne assicura la qualità organolettica e nutrizionale. Questo vuole dire che non si andrà in contro ad un alimento ammuffito, ma che magari le fette di pane potranno essere leggermente risecchite e aver perso la loro sofficità. La scadenza perentoria è data, invece, dalla frase "da consumarsi entro". Infatti, oltre quella data non è sicuro mangiare gli alimenti, che potrebbero aver sviluppato batteri ed essere causa di tossinfezioni o intossicazioni alimentari.

Proprio per andare in contro alle politiche anti-spreco, l’Unione Europea sta lavorando ad una revisione delle normative riguardanti le etichette con l’obiettivo di aggiungere sui prodotti alimentari la dicitura «spesso buono oltre il».

 

L’impronta idrica degli alimenti

Ogni alimento che viene coltivato, allevato o prodotto, si porta dietro un consumo d’acqua, che prende il nome di impronta idrica. Sul sito del Water Footprint Network è possibile capire la quantità di acqua necessaria per la produzione di alcuni degli alimenti più comuni presenti sulle tavole della popolazione mondiale. Gli alimenti di origine animale, che richiedono allevamento e cura di animali di grossa taglia, hanno un’impronta idrica maggiore rispetto agli alimenti di origine vegetale. Ecco alcuni esempi:

Mela 822 l/kg
Burro 5.553 l/kg
Manzo 15.415 l/kg
Banane 790 l/kg
Vino 870 l/kg
Pomodori 214 l/kg
Caffè 18.900 l/kg
Riso 2.497 l/kg
Maiale 5.988 l/kg
Pasta 1.849 l/kg
Olive 3.015 l/kg
Mais 1.222 l/kg
Lattuga 5.520 l/kg
Uova 3.300 l/kg
Latte 1.020 l/kg

Quindi, la scelta di alimenti di origine vegetale risulta utile per ridurre il consumo d’acqua, ma anche all’interno di questo gruppo alimentare ci sono alimenti più impattanti di altri. Basti pensare all’avocado che è un alimento avido di spazio e acqua. Gli alberi di questo frutto necessitano di circa 7 metri di distanza gli uni dagli altri e di grandissime quantità d’acqua. In media, per produrre un singolo avocado, vengono utilizzati 70 litri di acqua (nelle regioni più aride si arriva anche a 320 litri).

 

Come riciclare in cucina?

L’ultimo atto utile al riciclo degli alimenti si fa proprio in cucina. Sono tante le ricette anti-spreco che è possibile cucinare per andare a recuperare scarti vegetali, foglie, bucce e altre componenti che solitamente finirebbero nel cassonetto dell’immondizia, come riso e pasta avanzati. Di seguito alcune idee che possono dare una seconda vita agli avanzi, anche delle feste o della domenica:

  • Se avanzano pezzi di carne o pesce, è possibile tritarli per ottenere un macinato fine da utilizzare per creare delle gustose polpette all’arancia.
  • Con gli avanzi di pasta e riso si possono ottenere timballi, frittate di maccheroni e arancini da arricchire con ciò che più si preferisce. it consiglia degli squisiti arancini ripieni di speck e zucchine.
  • Spesso l’aspetto è tutto! Infatti, quando la frutta diventa troppo matura viene gettata nella raccolta dell’umido. Ma questi alimenti possono trovare una seconda vita, grazie a frullati, shake o gelati fatti in casa (come quello di mirtilli).
  • Il pane raffermo può, invece, diventare dell’ottimo pangrattato fatto in casa.
  • Le bucce di ortaggi e verdure possono diventare la base per un equilibrato e sano brodo vegetale, che sarà ricco di tutti i micronutrienti che invece sarebbero andati persi. Approfondisci leggendo anche l’articolo " Cucinare con bucce e scarti: perché fa bene alla salute".

 

La Giornata mondiale della Terra ci ricorda che ognuno deve fare la sua parte!

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