Domani è l'International Sushi Day, ma qual è il più strano (e meno autentico)?

L'International Sushi Day celebra uno dei piatti cardine della tradizione gastronomica giapponese, ma siamo pronti a scommettere che le varianti più strane non entusiasmano i sushiman.

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Particolare sushi di colore rosa

Il 18 giugno di ogni anno si celebra l’International Sushi Day, una ricorrenza nata soprattutto per promuovere e preservare l’arte culinaria che ha origine in Gippone intorno al 1600. Gli italiani vanno pazzi per questa prelibatezza, ma non possiamo nascondere che da quando ha debuttato sulle nostre tavole sono nate versioni particolari, alcune molto strane e lontane anni luce da quelle originali.

International Sushi Day: le varianti più strane

Molto probabilmente, se il sushi non fosse stato tanto amato non sarebbe mai nato un International Day a esso dedicato. Parliamo di una preparazione cardine della tradizione gastronomica giapponese, nata tra il 1603 e il 1868, durante il periodo Edo. Inizialmente, era un semplice metodo di conservazione del pesce tramite fermentazione con il riso. Poi, con il passare del tempo si è trasformato fino a diventare la prelibatezza che oggi viene apprezzata e decantata in ogni angolo del globo.

Il sushi, anche se oggi basta avere un kit per farlo comodamente a casa, è un’arte culinaria che richiede grande preparazione e precisione. Vi siete mai soffermati a guardare i cuochi giapponesi mentre lo preparano? Se non lo avete ancora fatto, provateci: resterete incantati e li invidierete pure per la profonda calma che emanano. Professionalità e abilità a parte, in Italia così come in altre parti del mondo a esclusione del Giappone, capita di imbattersi in varianti di sashimi e nigiri davvero strane. Queste particolarità, è bene sottolinearlo, difficilmente si rintracciano nelle prelibatezze che si gustano in patria.

Navigando sui social vi sarete di certo imbattuti nel sushi donut, nel sushi brain, nel corndog o nei tacos, rivisitazioni che non sempre fanno sorridere i sushiman. Ma sul suolo italiano, le varianti più strane sono altre. A Milano, ad esempio, è molto gettonato l’itamaki astice che, come suggerisce il nome, è a base di astice, pomodorini pachino igp, basilico, olio extravergione d’oliva, sale e pepe. Spostandoci in Sicilia, invece, troviamo il sushiliano, il cui gusto cambia in base al pescato del giorno, tra scampi, gamberi, tonno, salmone, ricciola e mazzancolle. Ovviamente, il tocco siciliano è sempre garantito.

Ultimamente sono particolarmente apprezzati anche gli artistic sushi, delle vere e proprie opere d’arte da mangiare. Qualcuno li crea a forma di sneakers, altri di quadri di grandi artisti e altri ancora si lasciano ispirare dall’architettura. A Milano, ad esempio, è parecchio apprezzato il love roll, ovviamente a forma di cuore, a base di alga rosa di soia, salmone, ikura, formaggio fresco.

Particolare sushi roll a forma di cuore

Dal sushi salato a quello dolce

Oltre all’arte, nell’universo del sushi personalizzato troviamo anche il fusion. Neanche a dirlo, la fusione non poteva che avvenire con alcune delle preparazioni cardine della nostra cucina, ma la stessa cosa accade pure con le tradizioni degli altri paesi. Avete mai assaggiato, ad esempio, il sushi pizza? E il sushirrito? L’aspetto è super, il gusto lontano anni luce da quello made in Giappone.

Discorso a parte per il sushi vegano, in cui il pesce viene sostituito con prodotti vegetali. Ad esempio, una base di melanzane potrebbe prendere il posto dell’anguilla, mentre con le zucchine si potrebbe fare un roll con basilico, rucola, formaggio di anacardi, pomodorini secchi e salmoriglio balsamico. Le scelte sono diverse e variano in base all’estro del vegan sushiman.

Volendo esagerare, il sushi si trasforma anche in dolce. Dal crossushi (un mix tra croissant e sushi) al tiramisushi (un tiramisù a forma di uramaki), passando per i sushi cakes, i sushi cake pops, l’hosomaki di cioccolato e il koko nutella roll: non c’è che l’imbarazzo della scelta. Infine, abbiamo il frushi, ossia il sushi a base di frutta. Spesso si tratta di preparazioni particolari, né dolci né salate, come nel caso dell’hosomaki kiwi, un roll in tempura con alga esterna con salmone e top di philadelphia, kiwi e gambero rosso.

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