Ma come viene fatto davvero il dado vegetale e quanto fa bene mangiarlo?
Il dado vegetale non va demonizzato, ma è bene sapere con quali ingredienti viene fatto e perché la tecnica di produzione è da attenzionare.
Presente in molte, moltissime cucine, il dado vegetale non è così salutare come si crede. Tante persone, forse anche a causa della dicitura "vegetale", credono che sia un ingrediente da utilizzare quotidianamente senza troppi problemi, ma la realtà è diversa.
Cosa c’è dentro il dado da cucina?
Il dado vegetale è uno degli alimenti più discussi degli ultimi vent’anni. Un tempo, dobbiamo ammetterlo, se ne abusava, oggi grazie all’accesso più facile ai canali d’informazione l’utilizzo è diminuito. Tralasciando le percentuali di consumo, vogliamo concentrarci su un altro aspetto, cercando di rispondere a una delle domande più gettonate di sempre: è un ingrediente che fa male o si può usare tranquillamente? Procediamo con ordine.
Innanzitutto, è bene sapere cosa c’è dentro il dado da cucina, che può essere sia vegetale che animale, quindi a base di verdure, carne o pesce. Il componente principale, però, non è nessuno di questi tre cibi. È il sale, che può arrivare a coprire fino al 60-70% della ricetta. Poi abbiamo una buona dose di olio, quasi sempre di palma, e gli estratti vegetali (cipolla, carota, sedano, pomodoro e altri ortaggi) o animali.
Infine, ci sono aromi e additivi, uno su tutti: il glutammato monosodico (MSG). Quest’ultimo è un esaltatore di sapidità che, nonostante abbia il via libera dell’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), può causare diverse problematiche fisiche come mal di testa, sudorazione eccessiva o palpitazioni.
Il dado vegetale fa male?
Come avrete facilmente intuito, gli ingredienti potenzialmente pericolosi del dado da cucina sono il sale, l’olio e gli additivi. Considerando che stiamo parlando di un insaporitore, che ha lo scopo di dare sapore a zuppe, brodi, risotti e altri piatti, è normale che non sia sciapo. Tuttavia, la quantità di sale non è va sottovalutata, in quanto corrisponde al doppio (talvolta anche di più) della dose giornaliera raccomandata dagli esperti.
Anche la presenza dell’olio, che serve soprattutto a dare consistenza al dado e a conservarlo più a lungo, deve indurci a qualche riflessione. Di semi, di palma o burro di karitè: se lavorati ad alte temperature, possono produrre sostanze potenzialmente tossiche, tipo gli acidi grassi trans. Il loro effetto sulla salute, ormai è risaputo, è tutt’altro che positivo.
Poi, ciliegina sulla torta, si devono considerare gli additivi e gli aromi, in primis il glutammato monosodico, spesso accompagnato dall’inosinato disodico e dal guanilato disodico. Il glutammato è un aminoacido non essenziale presente in quasi tutti gli alimenti ad alto contenuto proteico e in quelli ultra processati, che può provocare la cosiddetta "sindrome da ristorante cinese", quindi emicrania, debolezza, palpitazioni, gastrite e irritabilità intestinale.
Le alternative naturali
Come avrete facilmente intuito, il dado vegetale non è così sano come le aziende produttrici fanno credere. Eppure, non va demonizzato. Considerate che i prodotti che si trovano in commercio sono frutto di una lavorazione a più fasi, l’ultima delle quali è l’essicazione. Questo significa che le temperature elevate della tecnica potrebbero compromettere la qualità nutrizionale degli ingredienti originali, riducendo il contenuto di vitamine e minerali. Ergo, quando acquistate il dado leggete con attenzione l’etichetta, optando sempre per prodotti senza glutammato e olio di palma.
In alternativa, perdete un po’ di tempo in cucina e preparate con le vostre mani un brodo vegetale davvero sano, che volendo potete sfruttare pure per creare dadi fai da te, da conservare in congelatore e utilizzare all’occorrenza. Oppure, sperimentate gli insaporitori naturali come il tamari o il miso.