Italiani, anzi, siciliani: l'invenzione degli spaghetti fra mare e antichi mulini

L'invenzione degli spaghetti, anche se in molti credono che sia da attribuire ai napoletani, va ai siciliani: ecco perché.

Pubblicato:

123rf
Forchetta che attorciglia gli spaghetti

Gli spaghetti fanno parte della nostra tradizione gastronomica da sempre, eppure sulla sua paternità il dibattito è ancora aperto. Qualcuno non contempla minimamente il coinvolgimento della Cina nella loro invenzione, mentre altri sono pronti a scommettere che ci sia lo zampino dei napoletani. La realtà, però, è molto diversa: i cinesi hanno il loro ruolo, così come gli italiani, precisamente i siciliani.

L’invenzione degli spaghetti

Da tempo immemore, Italia e Cina si contendono la paternità degli spaghetti. Ovviamente, gli abitanti del Belpaese sono convinti che il titolo spetti a loro, così come la popolazione dagli occhi a mandorla. Diatribe a parte, gli esperti sono concordi nel sostenere che la diffusione di questo particolare formato di pasta sia avvenuto in modo parallelo e indipendente all’interno dei due Paesi.

Appurato che a ‘vincere’ non sono né i cinesi né tantomeno gli italiani, veniamo a una ‘lotta’ interna che ci riguarda più da vicino: a chi spetta l’invenzione degli spaghetti nel Belpaese? In molti credono che il merito sia dei napoletani, ma in realtà il plauso va ai siciliani, che hanno conosciuto questo formato di pasta grazie agli arabi.

La prima testimonianza storica ‘nostrana’ sugli spaghetti si ha nel Libro di Ruggero, scritto dal geografo arabo Muhammad al-Idrisi al tempo di Ruggero II. Nell’opera, datata 1154, vengono descritti come una pasta a forma di fili che veniva modellata manualmente in una serie di mulini situati nei pressi di Trabia, un paese vicino Palermo.

In un primo momento, agli spaghetti ci si riferiva parlando di "pasta secca stirata e filiforme", poi proprio a causa del loro aspetto vennero chiamati vermicelli. Quest’ultimo, però, non sembrava troppo allettante per una pietanza da mangiare, così con il passare del tempo si arrivò al nome con cui li conosciamo oggi.

Immagine AI Contents
Spaghetti alle cozze pronti

Dalla Sicilia alla terraferma

Gli spaghetti, così come altri formati di pasta lunga tipici del Sud, hanno subito riscosso un certo successo. Pensiamo, ad esempio, che la nascita della forchetta a 4 punte con cui mangiamo tutti i giorni si deve proprio a un bel piatto di "pasta secca stirata e filiforme". Questa invenzione, però, è 100% napoletana.

Tornando a Bomba, la Sicilia diede vita a un commercio molto attivo dei vermicelli, raggiungendo tutta l’area del Mediterraneo. Sul finire del XII secolo, i primi spaghetti arrivarono anche ad Amalfi e Napoli, poi tra il XIII e il XIV secolo a Salerno. Sono state proprio queste città a rendere famoso il formato di pasta lungo e sottile, scegliendo il nome attuale (inizialmente altro non era che un diminutivo/vezzeggiativo del termine "spago"), affinando le tecniche di lavorazione ed essiccazione e proponendolo come cibo di strada.

Pertanto, anche se l’invenzione degli spaghetti è attribuibile ai siciliani possiamo dire che i napoletani hanno comunque avuto un ruolo importante. Per quanto riguarda la diffusione nella zona centro-settentrionale d’Italia, una menzione speciale va ai mercanti delle Repubbliche Marinare di Pisa, Venezia e Genova che avevano stretti rapporti commerciali con il meridione, Sicilia in primis.

Un’ultima chicca riguarda il condimento. In un primo momento, venivano amalgamati con olio d’oliva, formaggio e pepe. Soltanto tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo è diventato usuale il sugo di pomodoro.

© Italiaonline S.p.A. 2025Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963