Salt Bae apre in Italia, ma possiamo ricreare (e migliorare) il suo piatto più iconico
Salt Bae sta arrivando in Italia e l'attesa è tantissima. La sua Tomahawk costa 650 euro, ed è una vera delizia. Eppure non tutti sanno che è replicabile (e addirittura migliorabile) a casa
Nusret Gökçe, meglio conosciuto come Salt Bae, sta per sbarcare nel nostro paese: a settembre aprirà a Milano il suo primo ristorante italiano, seguito a breve da quello di Roma. Con lui arriveranno le famose bistecche da 650 euro in foglia d’oro che hanno fatto impazzire i social di mezzo mondo.
Ma siamo sicuri che dietro tutto quello sfarzo ci sia davvero qualcosa di speciale? E soprattutto: possiamo ricreare quell’esperienza a casa nostra, magari migliorandola e spendendo 30 volte di meno? La verità è che sì, possiamo eccome.
- Il mito vs la realtà
- Il piatto più iconico (e famoso) di Salt Bae
- Come replicare la Tomahawk?
- Quando Salt Bae ha ragione (e quando sbaglia)
Il mito vs la realtà
Partiamo da quello che tutti abbiamo visto almeno una volta: Salt Bae che accarezza una bistecca prima di salarla con quel gesto iconico, facendo scivolare i cristalli dall’avambraccio come fossero fiocchi di neve. È teatro puro, studiato a tavolino per diventare virale, e il fatto che ci sia riuscito alla grande è fuori discussione. Dietro questo spettacolo dorato, però, c’è molto di più di quello che appare.
Gökçe non è solo un fenomeno social: è partito dal nulla, figlio di un minatore turco, ha lasciato la scuola a 12 anni per fare l’apprendista macellaio. Ha costruito il suo impero di oltre 30 ristoranti nel mondo trasformando una semplice salatura in un momento magico. Il problema è che spesso la sostanza culinaria resta nascosta dietro le luci di Instagram e… i prezzi stratosferici.
Il piatto più iconico (e famoso) di Salt Bae
Se siete dei fan, probabilmente lo sapete già: il piatto più iconico di Salt Bae è la Golden Tomahawk: un chilogrammo di costata di manzo con l’osso lungo che ricorda un’ascia indiana, completamente ricoperta di foglie d’oro. È il piatto simbolo dei suoi ristoranti e costa tra i 650 euro della versione "base" fino ai 1.677 euro di quella londinese.
Ovviamente, il suo luxury menu non finisce qui: il suo wagyu può toccare i 1.000 euro al chilo, mentre altre creazioni come l’hamburger d’oro da 666 dollari o il cappuccino con la fogliolina dorata da 50 sterline sembrano uscite da un film di fantascienza culinaria.
La verità che tutti sanno ma nessuno dice? L’oro alimentare non ha sapore. Zero. È come mangiare carta velina costosa: viene utilizzato solo per l’effetto Instagram e per giustificare prezzi che fanno venire il mal di testa. Ma se l’obiettivo è stupire gli ospiti con qualcosa di dorato e spettacolare, ci sono modi molto più intelligenti (e gustosi) per farlo.
Come replicare la Tomahawk?
Ecco la bella notizia: la Tomahawk non è affatto impossibile da ricreare. Anzi, con le tecniche giuste e un po’ di creatività, potete ottenere risultati addirittura migliori di quelli del ristorante: la tomahawk senza oro ma con tutto il sapore e l’effetto dorato ottenuto con spezie che danno gusto oltre che colore.
La ricetta
Basta concentrarsi su quello che conta davvero: una bistecca perfetta. Con 25-30 euro potete cucinare una tomahawk per 2-3 persone che farebbe invidia a qualsiasi chef stellato.
Ingredienti
- 1 costata con osso da 800g-1kg (dal macellaio di fiducia);
- Sale Maldon (o sale grosso marino);
- Pepe nero macinato fresco;
- Rosmarino fresco;
- Aglio;
- Burro di qualità;
- Olio extravergine di oliva.
Procedimento
Il primo segreto che Salt Bae non dirà mai? La frollatura è tutto. Quando si va dal macellaio, bisogna chiedere carne frollata almeno 21 giorni. Poi, la carne deve essere a temperatura ambiente un’ora prima della cottura, e qui entra in gioco la tecnica che fa la differenza: la cottura inversa. Mentre nei suoi ristoranti si vede solo il momento spettacolare finale, il lavoro vero si fa prima.
La carne va tirata fuori dal frigo un’ora prima. Poi si prepara il mix di spezie con sale Maldon, pepe e rosmarino tritato. Il forno va preriscaldato a 120°C per quella che si chiama "cottura dolce". La magia avviene infornando la costata per 25-30 minuti fino a raggiungere 50°C all’interno (qui serve un termometro, investimento da 15 euro che cambierà la vita in cucina).
Nel frattempo si scalda la griglia o una padella in ghisa fino a farla diventare bollente, quindi si rosola la carne 2-3 minuti per lato. Il risultato? Una crosticina da sogno e un interno perfettamente rosa. E ora arriva il momento del gesto famoso, ma fatto bene. La tecnica corretta prevede di salare solo alla fine, quando la carne riposa, facendo cadere il sale Maldon da 20 centimetri di altezza.
Non è solo teatro: l’altezza permette una distribuzione perfetta. Dopo 10 minuti di riposo sotto un foglio di alluminio (i succhi devono redistribuirsi), si aggiunge una noce di burro con aglio e rosmarino, si taglia contro fibra e ci si prepara ai complimenti.
L’effetto oro senza spendere una fortuna
Ora viene la parte divertente: come ottenere quell’effetto dorato che fa tanto Instagram senza svuotare il conto in banca? Mentre l’oro alimentare costa 150 euro al grammo per non dare sapore, si può spendere 2-3 euro e ottenere qualcosa di molto più interessante. Il mix dorato perfetto? Curcuma, paprica dolce e un pizzico di zenzero in polvere.
Oppure si può preparare un burro alle erbe dorate mescolando burro morbido con curcuma, timo fresco e scorza di limone grattugiata, o un olio al pepe d’oro con extravergine, curcuma e pepe di Sichuan tritato finemente. Il trucco sta nell’applicazione: si spennella leggermente con l’olio dorato prima di servire, si spolvera con il mix usando lo stesso gesto teatrale che ha reso famoso Nusret. Come tocco finale, si aggiungono scaglie di parmigiano stagionato 24 mesi: l’effetto dorato naturale è molto più elegante dell’oro finto, e il sapore è incomparabile.
Quando Salt Bae ha ragione (e quando sbaglia)
Diciamoci la verità: Nusret Gökçe qualcosa l’ha capito: sa riconoscere la carne di qualità, le sue frollature sono rispettabili, e quando si tratta di scegliere un taglio di Wagyu difficilmente sbaglia. Il problema è che spesso la tecnica viene sacrificata sull’altare dello spettacolo. Prendiamo il gesto più famoso: salare durante la cottura è un errore madornale.
Il sale blocca la reazione di Maillard, quella che crea la crosticina dorata e croccante. Inoltre, toccare la carne con le mani senza guanti durante il servizio non è esattamente il massimo dell’igiene, per quanto scenografico possa essere.
La lezione che possiamo imparare? Il teatro ha il suo posto in cucina, ma non deve mai compromettere la sostanza. A casa vostra potete avere entrambi: la teatralità del gesto (che funziona anche quando fatto correttamente) e la perfezione tecnica del risultato. È il meglio dei due mondi, senza dover pagare 650 euro per una bistecca.