Si dice che i finferli non si possano coltivare: cosa c'è di vero in tutto questo?

I finferli si possono coltivare, ma non è detto che si riesca a ottenere qualcosa: ci sono, infatti, diversi ostacoli da superare.

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Cesta di deliziosi funghi finferli

Tra le tante varietà di funghi ce n’è una assai particolare, sia per la forma che per il nome. Stiamo parlando dei finferli, noti anche con il nome di gallinacci. I fungaioli più esperti li riconoscono al volo, ma pure per quanti sono alle prime armi non è così difficile individuarli. Una curiosità, invece, accomuna tutti: è vero che si possono coltivare?

Coltivazione dei finferli: difficile, ma non impossibile

Oltre ai porcini, tra i funghi più apprezzati in assoluto ci sono i finferli. Con il loro nome scientifico, Lactarius deliciosus, sono poco conosciuti, mentre con i soprannomi popolari sono noti a tutti: gallinacci, galletto, gialletto, garitula. Molto probabilmente, il loro successo si deve anche al fatto che sono facilmente riconoscibili.

Di colore giallo tendente all’arancione, hanno un gambo robusto e privo di peluria a forma di cono rovesciato. Il cappello, che può arrivare a misurare 12 cm, è irregolare e frastagliato lungo tutto il margine, dall’aspetto simile a un imbuto. Molto particolari sono pure le lamelle, che si sviluppano dalla parte sottostante del cappello fino al gambo.

Per quanto riguarda il sapore, invece, da crudo emana solo un leggero sentore di albicocca, ma da cotto è a dir poco sublime: note fruttate, con sfumature terrose, legnose e un leggero tocco pepato e umami. Tralasciando aspetto e bontà, ormai note a tutti, c’è un’altra curiosità su cui vogliamo soffermarci: i finferli si possono coltivare? La risposta è affermativa, ma non è affatto semplice e non è detto che se ne possa ricavare qualcosa.

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Finferli crudi adagiati su un piano di legno

Perché è difficile coltivare i finferli?

I finferli sono specie micorriziche, il che significa che per crescere hanno bisogno di associarsi alle radici degli alberi tramite il micelio. Pertanto, senza alberi nelle vicinanze non riescono ad attecchire. Di conseguenza, è impossibile che crescano lontani da essi o al chiuso. Questo è il primo scoglio da superare laddove si decida di coltivarli.

L’ostacolo, però, si può aggirare riproducendo le condizioni di crescita in zone favorevoli alla coltivazione. Questo significa che, dopo aver individuato un terreno adatto (impresa non da poco, visto che si devono considerare diversi dettagli tipo: pH acido, abbondante lettiera, terreno drenato, albero ospite adatto tipo quercia o faggio), bisogna procurarsi il materiale di coltura, come il micelio e le spore di gallinacci.

Fatto ciò, l’iter è del tutto simile a quello dei porcini o dei tartufi. Quindi, bisogna inserire i gallinacci (preferibilmente pezzi di cappello di funghi maturi e sani) a una profondità di 10/15 centimetri e attendere diversi anni prima di vederli spuntare, sempre se spuntano.

Attenzione al terreno

Appurato che i gallinacci si possono coltivare ma non è detto che si ottenga qualcosa, è doverosa una precisazione sul terreno. I finferli prediligono una terra acida, ma possono crescere pure su zone sabbiose o calcaree, ma, come accade per tutti i funghi, l’umidità deve assolutamente essere presente. Attenzione, però, questo non significa acqua a go go, visto che nei terreni che si allagano facilmente non hanno alcuna possibilità di crescita.

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