L’UE bandisce i nomi “carne” per i prodotti vegetali. E si apre il dibattito
I cibi vegetali non potranno più utilizzare termini riconducibili alla carne: sono banditi burger, polpette, salsicce e cotolette.
Un emendamento che sicuramente scatenerà il caos, quello approvato dall’Unione Europea in merito ai prodotti vegetali indicati con termini propri della carne. Dai burger alle salsicce, passando per le polpette: tutti questi alimenti non potranno più essere associati ai cibi di origine animale. Un bene o un male? Dipende dai punti di vista, ma questa decisione impone riflessioni importanti.
- La decisione dell'Unione Europea
- Una questione di trasparenza: è davvero così?
- Il futuro degli alimenti vegetali
La decisione dell’Unione Europea
L’Unione Europea ha approvato un emendamento che vieta l’utilizzo di termini legati alla carne per i prodotti vegetali. Questo significa che nei supermercati non troveremo più burger di ceci, polpette di lenticchie o cotolette veg indicati con questi nomi, ma con altre diciture che non sono collegate ai cibi di origine animale.
Pertanto, gli alimenti vegetali continueranno a essere commercializzati, ma i produttori saranno obbligati a "chiamarli" con parole che non sono e non possono essere associate alla carne. Ad esempio, le polpette di lenticchie potrebbero trasformarsi in pallette o sfere di lenticchie, i burger di ceci in disco di ceci e via dicendo.
Questa nuova regolamentazione, arrivata dopo anni di dibattiti infuocati tra sostenitori della carne e vegani, rivoluziona il mercato dei prodotti vegetali e impone un cambiamento drastico. Non solo nel settore produttivo, ma anche in quello commerciale: gli utenti dovranno abituarsi a nuove etichette. Ma perché l’Unione Europea ha fatto questa scelta?
Una questione di trasparenza: è davvero così?
Sulla carta, l’Unione Europea ha preso questa decisione per garantire la trasparenza dei prodotti alimentari ai consumatori. È doveroso, però, fare un passo indietro. Inizialmente, il divieto di utilizzare termini associabili alla carne per i cibi vegetali riguardava soltanto parole specifiche, tipo prosciutto, pollo, manzo e bacon. Termini descrittivi come burger e polpette, invece, potevano essere usati.
Adesso, invece, il veto viene esteso a qualunque parola "animale". Un’inversione di marcia non indifferente, giustificata dalla necessità di tutelare i consumatori. A detta dei sostenitori, infatti, diciture come "burger vegetali" o "salsiccia vegana" potrebbero indurre gli utenti in errore. Eppure, quanti fanno la spesa quotidianamente sanno benissimo che gli alimenti di origine vegetale sono posizionati in scomparti separati, ben distanti dai ‘fratelli’ di carne.
Come se non bastasse, laddove un consumatore dovesse ritrovarsi tra le mani un burger vegetale, gli basterebbe guardarlo anche solo un attimo per capire che non è fatto con la carne. Per carità, un errore può capitare, ma perché lo stesso zelo di trasparenza non viene applicato anche con i tanti prodotti di origine animale frutto di allevamenti intensivi?
Il futuro degli alimenti vegetali
Neanche a dirlo, la decisione presa dall’Unione Europea è stata accolta con estrema gioia dall’industria della carne, tra allevatori, produttori e rivenditori. Al contrario, non ha entusiasmato chi si occupa di alimentazione vegetale o semplicemente la sostiene.
Da un lato abbiamo persone che sostengono che l’emendamento sia più che giusto, perché volto alla protezione di tradizioni culinarie e denominazioni storiche. Dall’altro, invece, fanno notare che questa decisione appare come l’ennesimo ostacolo a scelte alimentari diverse da quelle tradizionali.
In questa diatriba, una cosa è certa: la lobby della carne ha un potere non indifferente. Intanto, è bene sottolineare che prima che l’emendamento entri in vigore si dovrà definire il testo finale e stabilire le modalità di attuazione.